ITALIA
Controllate impronte a due moldavi, sono estranei ai fatti
Poliziotto morto, caccia ai due complici ancora in fuga

Proseguono a pieno ritmo le indagini per giungere all'identificazione dei due uomini riusciti a fuggire dopo l'inseguimento di giovedì sera lungo la superstrada 36 a Colico, nella zona dell'alto lago in provincia di Lecco.
Due sospetti di nazionalità moldava nelle ultime ore erano stati sottoposti a una serie di accertamenti che hanno dato esito negativo e che erano finalizzati a stabilire se fossero i complici del fuggitivo rimasto gravemente ferito precipitando dal cavalcavia della superstrada 36 con l'agente scelto Francesco Pischedda, di 28 anni, poi morto per le gravissime lesioni subite.
Nessun rilievo dunque è stato fatto ai due immigrati mentre proseguono le battute in tutto il territorio e l'esame delle immagini registrate dalle telecamere fisse della zona. I colleghi dell'agente scelto deceduto, hanno effettuato una comparazione delle impronte digitali che nel frattempo erano state rilevate a bordo del Fiat Fiorino rubato a Gorgonzola (Milano), intercettato nel lecchese e poi inseguito dalla polizia stradale di Bellano (Lecco) fino al tragico epilogo. I due soggetti sui quali si erano concentrate le loro attenzioni però non c'entrano con l'episodio di Colico.
L'inchiesta sull'accaduto è condotta dalla procura della repubblica di Lecco. Titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Paolo Del Grosso. Il giovane gravemente ferito, Florea Veaceslav, di 25 anni, di nazionalità moldava, è ricoverato in rianimazione all'ospedale di Lecco con fratture alle gambe e altri traumi. Non ha precedenti penali ed è in Italia da una decina di giorni. Appena le sue condizioni dovessero consentirlo, verrà interrogato per risalire alle due persone con cui si trovava a bordo del furgoncino.
Allo stato l'extracomunitario verrebbe chiamato a rispondere di ricettazione del mezzo rubato e resistenza a pubblico ufficiale. Le indagini della procura, che necessariamente si baseranno anche sulle testimonianze dei due poliziotti che si trovavano con Pischedda, dovranno aiutare a stabilire tra l'altro se la condotta del ferito possa configurare delle responsabilità penali anche in relazione alla morte dell'agente scelto precipitato come lui dal viadotto. Lo stesso esame dei luoghi e l'accessibilità al punto sotto il quale si è aperto il vuoto per Veacelav e il poliziotto, pongono altri interrogativi ai quali l'inchiesta potrà dare delle risposte.
Due sospetti di nazionalità moldava nelle ultime ore erano stati sottoposti a una serie di accertamenti che hanno dato esito negativo e che erano finalizzati a stabilire se fossero i complici del fuggitivo rimasto gravemente ferito precipitando dal cavalcavia della superstrada 36 con l'agente scelto Francesco Pischedda, di 28 anni, poi morto per le gravissime lesioni subite.
Nessun rilievo dunque è stato fatto ai due immigrati mentre proseguono le battute in tutto il territorio e l'esame delle immagini registrate dalle telecamere fisse della zona. I colleghi dell'agente scelto deceduto, hanno effettuato una comparazione delle impronte digitali che nel frattempo erano state rilevate a bordo del Fiat Fiorino rubato a Gorgonzola (Milano), intercettato nel lecchese e poi inseguito dalla polizia stradale di Bellano (Lecco) fino al tragico epilogo. I due soggetti sui quali si erano concentrate le loro attenzioni però non c'entrano con l'episodio di Colico.
L'inchiesta sull'accaduto è condotta dalla procura della repubblica di Lecco. Titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Paolo Del Grosso. Il giovane gravemente ferito, Florea Veaceslav, di 25 anni, di nazionalità moldava, è ricoverato in rianimazione all'ospedale di Lecco con fratture alle gambe e altri traumi. Non ha precedenti penali ed è in Italia da una decina di giorni. Appena le sue condizioni dovessero consentirlo, verrà interrogato per risalire alle due persone con cui si trovava a bordo del furgoncino.
Allo stato l'extracomunitario verrebbe chiamato a rispondere di ricettazione del mezzo rubato e resistenza a pubblico ufficiale. Le indagini della procura, che necessariamente si baseranno anche sulle testimonianze dei due poliziotti che si trovavano con Pischedda, dovranno aiutare a stabilire tra l'altro se la condotta del ferito possa configurare delle responsabilità penali anche in relazione alla morte dell'agente scelto precipitato come lui dal viadotto. Lo stesso esame dei luoghi e l'accessibilità al punto sotto il quale si è aperto il vuoto per Veacelav e il poliziotto, pongono altri interrogativi ai quali l'inchiesta potrà dare delle risposte.