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ITALIA

148 casi di persone che si sono presentate in pronto soccorso

Polmonite a Brescia, la procura apre un'inchiesta per epidemia colposa

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La Procura di Brescia ha aperto un'inchiesta sui casi di polmonite che si stanno verificando da giorni nella Bassa Bresciana Orientale. L'ipotesi su cui si indaga è quella di un reato di epidemia colposa. Sono i Carabinieri del Nas a raccogliere i dati relativi ai contagi e sono in contatto con i vertici di Ats. Il numero dei casi di persone che si sono presentate in Pronto soccorso nelle ultime ore è aumentato toccando quota 148.

Assessore Gallera: pensiamo sia la legionella
"Abbiamo la certezza che si tratta di polmonite batterica". Lo ha detto l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera parlando dei casi di polmonite che si stanno registrando nel Bresciano. "Sono in aumento i casi legionella e questo ci fa pensare che il batterio in questione sia proprio la legionella", ha aggiunto.

Ministero della salute: si cercano possibili cause oltre legionella
Anche l'Istituto Superiore di Sanità è coinvolto nel percorso di valutazione della situazione. "Il ministero della Salute sta monitorando con attenzione fin dai primi casi registrati, la situazione che si sta determinando in provincia di Brescia e Mantova dovuta all'intensificarsi di casi di polmonite di origine verosimilmente batterica e particolarmente aggressiva. L'Istituto superiore di Sanità ha ricevuto tutto il materiale organico relativo ai pazienti ricoverati e sta eseguendo in queste ore le dovute analisi batteriologiche". Lo comunica lo stesso ministero in una nota in cui aggiunge che, "appena i risultati delle indagini saranno completati, il ministero della Salute metterà in atto ogni azione necessaria per il superamento dell'emergenza. Il ministero è in costante contatto con i responsabili sanitari del territorio", conclude la nota.

In accordo con le Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi, la Regione Lombardia sta procedendo alla coltura delle secrezioni bronchiali o dell'espettorato di tutti i pazienti ricoverati con diagnosi di polmonite di natura da diagnosticare. La ricerca eziologica è indirizzata anche verso altre possibili cause. Lo comunica in una nota la Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute. Fermo restando le inchieste epidemiologiche in corso per identificare eventuali luoghi comuni di possibile esposizione, continua la nota, è stata effettuata una verifica con i gestori degli acquedotti dei comuni bresciani interessati, confermando che non vi sono interconnessioni strutturate fra gli stessi che giustifichino un interessamento dei differenti comuni. Tuttavia, sono in corso le analisi conoscitive sull'acqua potabile prelevata nei comuni con più casi e sono state fornite alla popolazione le informazioni necessarie nei confronti del rischio legionella.

Analisi negli acquedotti
Potrebbe essere un batterio presente nell'acqua la causa dei centocinquanta casi di polmonite registrati nella bassa bresciana. Sono stati disposti accertamenti sulle morti di un 85enne di Carpenedolo e di una 69enne di Mezzane di Calvisano, nel Bresciano. "A quanto riferito da Ats entrambe le morti nel distretto interessato dei casi di polmonite non sono dovute a legionella", ha detto all'Ansa il sindaco di Carpenedolo, Stefano Tramonti. Ats di Brescia sta effettuando le analisi degli acquedotti perché si ipotizza che l'epidemia sia dovuta ad un batterio presente proprio nell'acqua.



Le norme da seguire in questa fase
Da Ats è stata inviata una nota ai sindaci dei comuni bresciani interessati, con alcune norme da seguire in questa fase anche se è stato assicurato che "non esiste alcun tipo di rischio per l'utilizzo dell'acqua alimentare e non sussiste alcuna restrizione al normale svolgimento dell'attività nelle varie comunità, tra scuole e luoghi di lavoro", sottolinea la Regione Lombardia.

Tra le richieste fatte alla popolazione ci sono quelle di sostituire i filtri dei rubinetti o di lavarli con anticalcare, di lasciar scorrere l'acqua calda e poi la fredda prima di utilizzarla, allontanandosi dal punto di emissione dopo l'apertura dei rubinetti ed aprendo le finestre. Viene anche suggerito di portare la temperatura dell'acqua calda a 70-80°C per tre giorni consecutivi assicurando il suo deflusso da tutti i punti di erogazione per almeno 30 minuti al giorno. A luglio nell'hinterland milanese è scoppiata l'emergenza legionella: 52 i casi accertati, quattro le persone morte.

Da ordine biologi task force per aiutare indagini
Per aiutare a individuare l'agente patogeno che ha dato vita all'infezione endemica che ha provocato più di un centinaio di casi di polmonite e alcuni decessi nel bresciano, l'ordine nazionale dei biologi ''ha ritenuto di costituire una 'task-force' da mettere a disposizione di tutti gli enti locali, dei consorzi idrici e di chiunque altro ritenesse necessario avvalersi della gratuita consulenza dei propri esperti". Lo ha annunciato Vincenzo D'Anna, presidente dell'ordine dei biologi. faranno parte della task force il prof Antonio Toniolo, microbiologo, professore di microbiologia medica dell'università dell'Insubria a Varese; il professor Marco Guida, igienista, docente di igiene generale e applicata all'università Federico II di Napoli, e la dott. Antonietta Gatti, ricercatrice, esperta in materia di inquinamento da polveri sottili.