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ITALIA

Concorso in bancarotta per Gianluca Jacobini e Loperfido

Banca Popolare di Bari. Indagato ex Ad e due ex manager per crac Fusillo

Stando agli accertamenti della Guardia di finanza di Bari, la banca, nonostante fosse creditrice di oltre 100 milioni di euro dalle società del gruppo Fusillo, all'epoca in procedura di concordato preventivo, nel marzo 2019 avrebbe erogato in loro favore nuova finanza per circa 40 milioni di euro

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C'è anche l'ex amministratore delegato della Banca Popolare di Bari, Giorgio Papa, tra gli indagati per concorso nella bancarotta fraudolenta delle società del gruppo Fusillo di Noci (Bari). La Procura ipotizza lo stesso reato nei confronti di Gianluca Jacobini, ex condirettore generale dell'istituto, e di Nicola Loperfido, ex responsabile della direzione crediti. I tre avrebbero contribuito, in concorso con gli ex amministratori delle società Fusillo, ad aggravarne lo stato di dissesto, erogando prestiti quando le
imprese erano già in crisi. La banca, è l'ipotesi dei pm, avrebbe contribuito al dissesto delle società continuando a erogare credito e così aumentandone i debiti. 

Nei confronti di Jacobini e Loperfido il 12 dicembre scorso, alla vigilia del commissariamento della banca, il cda ha avviato le procedure per una azione di responsabilità. L'attenzione della magistratura barese sul loro coinvolgimento nel crac delle società del gruppo Fusillo risale all'estate scorsa, quando la Guardia di Finanza, su disposizione del procuratore aggiunto Roberto Rossi e del sostituto Lanfranco Marazia, ha eseguito perquisizioni nelle sedi delle società poi dichiarate fallite (all'epoca erano indagati per bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio quattro imprenditori) e nella direzione generale della banca.

Le indagini della Guardia di Finanza "hanno consentito di far emergere il ruolo della Banca Popolare di Bari - spiegavano gli inquirenti già al momento delle perquisizioni - quale principale creditore delle imprese sottoposte a procedura concorsuale, risultate esposte con l'istituto di credito per una cifra di poco inferiore ai 140 milioni di euro, a seguito delle ingenti linee di credito elargite negli anni".

Stando agli accertamenti dei finanzieri baresi, la banca, nonostante fosse creditrice di oltre 100 milioni di euro dalle società del gruppo Fusillo, all'epoca in procedura di concordato preventivo, nel marzo 2019 avrebbe erogato in loro favore nuova finanza per circa 40 milioni di euro. Un "intervento estremamente oneroso - annotava la Gdf - che si aggiunge ai numerosi già effettuati in passato, sulla cui sostenibilità finanziaria appare necessario investigare". Ed è proprio sulle linee di credito concesse dal 2010 al 2019 dalla banca alle società Fusillo che si sono concentrate le indagini degli ultimi mesi, fino all'attuale ipotesi di bancarotta anche a carico degli ex dirigenti della Popolare di Bari. 

Repubblica: ex Presidente  Marco Jacobini sarebbe indagato
La Procura di Bari è al lavoro per ricostruire i rapporti tra i vertici della Banca Popolare di Bari e la Vigilanza di Bankitalia. Secondo quanto ricostruisce 'Repubblica', ai dieci indagati a diverso titolo per falso in bilancio, false comunicazioni al mercato, ostacolo alla vigilanza, estorsione, si aggiunge Marco Jacobini, ex presidente dell'istituto di credito pugliese, che è stato raggiunto da un'informazione di garanzia per corruzione.

Secondo quanto riporta il quotidiano, nell'atto inviato a Jacobini "non viene indicata l'identità del corrotto, ma - scrive Repubblica - questo si potrebbe trovare nella Vigilanza di Palazzo Koch". Tecnicamente, si legge nella ricostruzione, "quello notificato a Jacobini, difeso dall'avvocato Francesco Paolo Sisto, è un avviso di 'proroga indagini', che documenta dunque come questo nuovo filone dell'inchiesta risalga all'inizio dell'estate. Nel documento, la Procura si limita alla semplice contestazione del reato, senza specificarne le circostanze di tempo e di luogo, né chi sarebbe stato il destinatario della corruzione o in cosa si sarebbe concretizzata.

L'unico dato di fatto che Repubblica è stata in grado di acquisire è che gli elementi in forza dei quali l'ex Presidente della Popolare è indagato hanno a che fare con i rapporti avuti nel tempo da Jacobini con la Vigilanza di Bankitalia. Elementi allo stato indiziari. Sufficienti dunque all'iscrizione del registro degli indagati dell'ex Presidente come corruttore, ma non ancora così solidi per la Procura da dare un nome anche a chi, in Bankitalia, sarebbe stato in ipotesi corrotto".