POLITICA
Torino
Post antisemita, Amore (M5S) indagata per diffamazione
La Procura del capoluogo piemontese apre un fascicolo. La consigliera: "Quelli non sono i miei abiti, ho già chiesto scusa per il mio errore", dice l'esponente pentastellata

La consigliera comunale di Torino Monica Amore, del Movimento 5 Stelle, è indagata per diffamazione aggravata dall'odio razziale. La Procura di Torino ha avviato un'inchiesta dopo l'esposto presentato dall'avvocato Tommaso Levi per conto della comunità ebraica di Torino.
La vicenda è quella del post su Facebook in cui la consigliera associava alle testate del Gruppo Gedi alcune caricature antisemite.
"Non sono razzista e non sono antisemita, l'ho già detto". Amore commenta così la sua iscrizione nel registro degli indagati per il post. "Quelli non sono i miei abiti, ho già chiesto scusa per il mio errore", ribadisce l'esponente pentastellata.

L'inchiesta era scattata dopo la pubblicazione del post da parte della consigliera comunale pentastellata, una vignetta contro il gruppo editoriale 'Gedi' in cui, oltre ai nomi delle testate del gruppo, erano presenti alcune caricature degli ebrei come quelle in uso nella propaganda nazi-fascista. La Procura vuole far luce anche sulla provenienza di questa vignetta, diffusa anche su 'Telegram', in un canale chiamato 'Libera Espressione', in cui Gedi viene accusato di essere un "gruppo editoriale sionista che utilizza fakenews per manipolare l'opinione pubblica".
La vicenda è quella del post su Facebook in cui la consigliera associava alle testate del Gruppo Gedi alcune caricature antisemite.
"Non sono razzista e non sono antisemita, l'ho già detto". Amore commenta così la sua iscrizione nel registro degli indagati per il post. "Quelli non sono i miei abiti, ho già chiesto scusa per il mio errore", ribadisce l'esponente pentastellata.

L'inchiesta era scattata dopo la pubblicazione del post da parte della consigliera comunale pentastellata, una vignetta contro il gruppo editoriale 'Gedi' in cui, oltre ai nomi delle testate del gruppo, erano presenti alcune caricature degli ebrei come quelle in uso nella propaganda nazi-fascista. La Procura vuole far luce anche sulla provenienza di questa vignetta, diffusa anche su 'Telegram', in un canale chiamato 'Libera Espressione', in cui Gedi viene accusato di essere un "gruppo editoriale sionista che utilizza fakenews per manipolare l'opinione pubblica".