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MONDO

Etiopia, il premier Abiy Ahmed lancia offensiva finale contro rivolta in Tigrè

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Il primo ministro etiopico, Abiy Ahmed, ha ordinato all'esercito federale di lanciare la "offensiva finale" contro le forze separatiste della regione autonoma del Tigrè, dove da settimane è in corso un conflitto armato. "L'esercito - ha dichiarato il premier, Nobel per la Pace 2019 - ha ricevuto l'ordine di lanciare la fase finale" sul capoluogo Mekele  (Macallè) dell'offensiva lanciata il 4 novembre contro le forze armate ribelli tigrine facenti capo al Fronte di liberazione del popolo del Tigrè (Tpfl). "Si farà di tutto - assicura Abiy sul suo profilo Facebook - per proteggerei civili" e "perché la città di Mekele non subisca gravi danni".
 
Il capoluogo Macalle' è già circondato e "in pochi giorni" il conflitto con i ribelli del Tigray sara' concluso: così oggi all'agenzia Dire l'ambasciatrice d'Etiopia in Italia, Zenebu Tadesse Woldetsadik, convinta che l'esercito di Addis Abeba stia cercando di tutelare i civili "il più possibile".   
 
Secondo la diplomatica, "la gran parte delle località" che erano sotto il controllo del Fronte di liberazione del popolo tigrino (Tplf) sono state riprese dalle forze federali. "L'avanzata è durata già due settimane - dice Zenebu - solo perche' c'e' stata attenzione al fine di ridurre al massimo il numero delle vittime civili".    Nel corso dell'intervista l'ambasciatrice rivolge un appello all'Italia e alla comunita' internazionale. "Devono sostenere il governo etiope che è impegnato a ripristinare il rispetto della legge e dell'ordine dopo che una base dell'esercito è stata assaltata all'interno del territorio nazionale, un fatto intollerabile". Zenebu dice che la responsabiliè dell'episodio e' stata rivendicata da "elementi incoscienti" del Tplf, che si sono poi spinti fino a bombardare l'Eritrea. "Ringraziamo Asmara che finora e' rimasta calma" aggiunge al riguardo l'ambasciatrice. "L'Etiopia resta impegnata a proteggere i civili e a ristabilire l'ordine operando in modo selettivo e rispettoso della popolazione del Tigray".  
 
Le Nazioni Unite hanno chiesto che sia concordata una tregua per consentire la creazione di corridoi umanitari dal e per il Tigray. A causa dei combattimenti, sempre secondo l'Onu, dal 4 novembre almeno 30.000 persone sono fuggite oltrepassando il confine dell'Etiopia con il Sudan.