SCIENZA
Meteorologia
Il tornado prevedibile
Un nuovo modello matematico messo a punto in Canada potrebbe permettere di prevedere la formazione di tornado con larghissimo anticipo

Saper prevedere il movimento degli astri e interpretare i mutamenti dell'atmosfera: capacità che, fin dall'antichità, sono state considerate quasi come doti magiche, sacerdotali, divinatorie.
Fino all'avvento dei modelli matematici, sempre più complessi e precisi, anche le previsioni del tempo - pur nella loro proverbiale approssimazione - sono state ammantate da un'aura di mistero.
Ma oggi arriva dal Canada la notizia che un gruppo di ricercatori impegnati presso lo Ecological Modelling Lab della University of Toronto Scarborough ha messo a punto un modello matematico che permetterebbe di prevedere i tornado addirittura con mesi di anticipo.
Prevedere l'imprevedibile?
Il modello utilizza variabili atmosferiche su larga scala, proprio come fanno i meteorologi. Però, anziché cercare di prevedere con esattezza il formarsi di un tornado in un giorno specifico, analizza le variazioni mensili e stagionali delle attività dei tornado, mettendoli in relazione - nel medesimo periodo - con i cambiamenti delle condizioni atmosferiche.
Il ricercatore Vincent Cheng, che è il primo autore della ricerca ("A Bayesian modelling framework for tornado occurrences in North America"), spiega che il suo modello "è in grado di stabilire se da un forte temporale può scaturire un tornado", basandosi sulle condizioni atmosferiche generali.
Il vento
La variabile fondamentale sulla quale il modello si basa per valutare il grado di instabilità dell'atmosfera è il vento verticale, che può cambiare velocità e direzione ad altezze diverse. Misurare questa propensione all'accelerazione significa - conclude Chang - essere in grado di valutare il rischio, perché i tornado si formano proprio quando l'aria è resa più instabile dalla salita e dalla discesa dell'aria rispetto al suolo.
Il Canada
L'osservazione diretta dei tornado è l'unico strumento attualmente utilizzato per studiarli, valutarli e documentarli. "Questo significa" osserva Chang "che solo quando si formano nelle aree popolate se ne ha notizia".
Vista la densità di popolazione dell'enorme stato nordamericano - pari a 3,41 abitanti per chilometro quadrato, una delle più basse dle mondo - il fenomeno dei tornado canadesi è molto probabilmente sottostimato.
"In base al nostro modello" ipotizza Chang "ai 60 fenomeni registrati ufficialmente ogni anno ne andrebbero aggiunti almeno altri 90", tutti - è ovvio - nelle aree spopolate, senza testimoni oculari.
Perché è importante
Il Canada, nonostante la sottovalutazione denunciata dal dottor Chang, è il secondo stato al mondo per numero di tornado, dopo gli USA. Riuscire a capire con anticipo quali siano la condizioni che rendono probabile la loro formazione significherebbe riuscire a dotarsi di uno strumento capace di salvare non solo edifici e beni immobili, ma anche molte vite umane. Non solo in Canada.
Fino all'avvento dei modelli matematici, sempre più complessi e precisi, anche le previsioni del tempo - pur nella loro proverbiale approssimazione - sono state ammantate da un'aura di mistero.
Ma oggi arriva dal Canada la notizia che un gruppo di ricercatori impegnati presso lo Ecological Modelling Lab della University of Toronto Scarborough ha messo a punto un modello matematico che permetterebbe di prevedere i tornado addirittura con mesi di anticipo.
Prevedere l'imprevedibile?
Il modello utilizza variabili atmosferiche su larga scala, proprio come fanno i meteorologi. Però, anziché cercare di prevedere con esattezza il formarsi di un tornado in un giorno specifico, analizza le variazioni mensili e stagionali delle attività dei tornado, mettendoli in relazione - nel medesimo periodo - con i cambiamenti delle condizioni atmosferiche.
Il ricercatore Vincent Cheng, che è il primo autore della ricerca ("A Bayesian modelling framework for tornado occurrences in North America"), spiega che il suo modello "è in grado di stabilire se da un forte temporale può scaturire un tornado", basandosi sulle condizioni atmosferiche generali.
Il vento
La variabile fondamentale sulla quale il modello si basa per valutare il grado di instabilità dell'atmosfera è il vento verticale, che può cambiare velocità e direzione ad altezze diverse. Misurare questa propensione all'accelerazione significa - conclude Chang - essere in grado di valutare il rischio, perché i tornado si formano proprio quando l'aria è resa più instabile dalla salita e dalla discesa dell'aria rispetto al suolo.
Il Canada
L'osservazione diretta dei tornado è l'unico strumento attualmente utilizzato per studiarli, valutarli e documentarli. "Questo significa" osserva Chang "che solo quando si formano nelle aree popolate se ne ha notizia".
Vista la densità di popolazione dell'enorme stato nordamericano - pari a 3,41 abitanti per chilometro quadrato, una delle più basse dle mondo - il fenomeno dei tornado canadesi è molto probabilmente sottostimato.
"In base al nostro modello" ipotizza Chang "ai 60 fenomeni registrati ufficialmente ogni anno ne andrebbero aggiunti almeno altri 90", tutti - è ovvio - nelle aree spopolate, senza testimoni oculari.
Perché è importante
Il Canada, nonostante la sottovalutazione denunciata dal dottor Chang, è il secondo stato al mondo per numero di tornado, dopo gli USA. Riuscire a capire con anticipo quali siano la condizioni che rendono probabile la loro formazione significherebbe riuscire a dotarsi di uno strumento capace di salvare non solo edifici e beni immobili, ma anche molte vite umane. Non solo in Canada.