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Musica e letteratura
Se grunge e beat generation raggiungono il Nirvana: l'incontro tra Kurt Cobain e William Burroughs
Pochi mesi prima della sua morte, il cantante ha incontrato il fondatore della beat generation. In un libro, la storia di quella giornata

C'è qualcosa che accomuna William Burroughs e Kurt Cobain. Non solo l'eroina, che entrambi consumavano in enormi quantità, non solo una vita fuori dal comune, uno leader dei beat nell'America degli anni cinquanta, l'altro tra gli esponenti del grunge targato Seattle. Ma anche un incontro avvenuto negli anni novanta, pochi giorni prima che Cobain morisse suicida.
A descrivere quel giorno nell'ottobre 1993 è uno scrittore, Servando Rocha: lo racconta in un libro pubblicato da poco in Spagna: "Nulla è vero, tutto è permesso". Conoscere Burroughs è sempre stato uno dei sogni di Cobain. Un sogno che si è poi avverato, una passeggiata che poi è stata immortalata su quattro fotografie, perse per tanto tempo e ritrovate anni dopo da Courtney Love. Ci sono i ritratti di due icone, a passeggio a Kansas Lawrence, dove Burroughs viveva in ritiro dal 1981. Tra i suoi gatti e le dosi di metadone.
Lo scrittore autore de Il pasto nudo e La scimmia sulla schiena decide di invitare Cobain dopo il video di Heart Shaped Box, diretto da Anton Corbijn. Sulla croce che appare nella clip c'è un anziano: all'inizio doveva essere proprio Burroughs perché era a lui che Cobain l'aveva chiesto. Lo scrittore rifiuta, ma poi arrivò l'invito a Kansas Lawrence. Cobain si presenta con un disco del cantante blues Leadbelly. L'aveva scoperto perché Burroughs ne aveva parlato in un'intervista: "Il primo punk rocker", disse.
Quando poi l'idolo del grunge è morto, Burroughs ha detto: "Quello che mi ricordo di quell'incontro è l'espressione morente delle sue guance. Kurt non aveva nessuna intenzione di suicidarsi. Per quanto ne so, era già morto". Ma lo scrittore fu davvero impressionato da quel suicidio. A un suo assistente disse: "Con quel ragazzo ho sbagliato qualcosa. Era triste tutto il tempo, ma per nessun motivo apparente. Come se stesse combattendo una battaglia segreta. La sua feroce e spietata guerra interiore".
Anche l'idolo dei beat combatteva con se stesso. E non lo dimostrano solo i romanzi che ha scritto in tanti anni di attività, ma anche l'ultima pagina del suo diario, nel 1997: "Non c'è niente. Non c'è una saggezza finale, non c'è un'esperienza rivelatrice. Non c'è un santo Graal, una soluzione definitiva. C'è solo conflitto. E l'unica cosa che può risolverlo è l'amore. Il puro amore. Quello che sento ora e ho sempre sentito per i miei gatti".
A descrivere quel giorno nell'ottobre 1993 è uno scrittore, Servando Rocha: lo racconta in un libro pubblicato da poco in Spagna: "Nulla è vero, tutto è permesso". Conoscere Burroughs è sempre stato uno dei sogni di Cobain. Un sogno che si è poi avverato, una passeggiata che poi è stata immortalata su quattro fotografie, perse per tanto tempo e ritrovate anni dopo da Courtney Love. Ci sono i ritratti di due icone, a passeggio a Kansas Lawrence, dove Burroughs viveva in ritiro dal 1981. Tra i suoi gatti e le dosi di metadone.
Lo scrittore autore de Il pasto nudo e La scimmia sulla schiena decide di invitare Cobain dopo il video di Heart Shaped Box, diretto da Anton Corbijn. Sulla croce che appare nella clip c'è un anziano: all'inizio doveva essere proprio Burroughs perché era a lui che Cobain l'aveva chiesto. Lo scrittore rifiuta, ma poi arrivò l'invito a Kansas Lawrence. Cobain si presenta con un disco del cantante blues Leadbelly. L'aveva scoperto perché Burroughs ne aveva parlato in un'intervista: "Il primo punk rocker", disse.
Quando poi l'idolo del grunge è morto, Burroughs ha detto: "Quello che mi ricordo di quell'incontro è l'espressione morente delle sue guance. Kurt non aveva nessuna intenzione di suicidarsi. Per quanto ne so, era già morto". Ma lo scrittore fu davvero impressionato da quel suicidio. A un suo assistente disse: "Con quel ragazzo ho sbagliato qualcosa. Era triste tutto il tempo, ma per nessun motivo apparente. Come se stesse combattendo una battaglia segreta. La sua feroce e spietata guerra interiore".
Anche l'idolo dei beat combatteva con se stesso. E non lo dimostrano solo i romanzi che ha scritto in tanti anni di attività, ma anche l'ultima pagina del suo diario, nel 1997: "Non c'è niente. Non c'è una saggezza finale, non c'è un'esperienza rivelatrice. Non c'è un santo Graal, una soluzione definitiva. C'è solo conflitto. E l'unica cosa che può risolverlo è l'amore. Il puro amore. Quello che sento ora e ho sempre sentito per i miei gatti".