ITALIA
Operazione 'Abracalabria'
Roma, sgominata banda di giovani pusher
Oltre agli affari nella zona di Roma Nord, i giovani gestivano la vendita di droga anche con uno degli arrestati residente a Forlì, che ne ordinava grandi quantità per rifornire i locali della movida notturna

E’ stato il sequestro di 1 chilo di marijuana, operato a Marzo 2016 nel quartiere romano di Prima Porta, a fare scattare le indagini dei Carabinieri della Compagnia Roma Cassia, che hanno portato oggi a disarticolare una banda di giovani pusher che gestivano importanti quantità di droga tra la Capitale e Forlì, in Emilia Romagna.
Questa mattina i carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio del gip del Tribunale Ordinario di Roma, nei confronti di otto soggetti, tre dei quali portati in carcere, e quattro agli arresti domiciliari, mentre ad uno è stato notifiacto il provvedimento dell'obbligo di presentarsi presso la Polizia giudiziaria. Tutti responsabili in concorso a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio di marijuana. Nel corso dell’attività investigativa coordinata dalla procura della Repubblica, nell’ambito dell’Operazione denominata Abracalabria, i carabinieri hanno sequestrato complessivamente circa 1.900 grammi di marijuana ed una serra composta da una ventina di piante, arrestato altri 7 giovani in flagranza di reato e ne hanno segnalati 10 alla Prefettura per uso abituale.
L'attività durata 6 mesi, che ha visto l'iscrizione nel registro degli indagati di 15 persone, ha permesso di infliggere un ulteriore colpo al fenomeno illecito dello spaccio di stupefacenti a nord della Capitale, ricostruendo uno spaccato quotidiano dell'attività criminosa tra un gruppo di giovani per lo più di nazionalità italiana.
Lanciavano le quantità di droga dalle auto in corsa per far perdere le proprie tracce, utilizzavano linguaggi criptati e schede telefoniche intestate a falsi utenti per comunicare, cambiavano spesso tragitto e mezzi di trasporto per impedire i pedinamenti. Oltre ai cospicui affari nella zona di Roma Nord, i cui principali acquirenti erano giovani tra i 20 e i 35 anni appartenenti allo loro rete di amicizie, i pusher gestivano la vendita di droga anche con uno degli arrestati residente nella città romagnola, che ne ordinava grandi quantità per rifornire i locali della movida notturna, per cui lui stesso lavorava.
Questa mattina i carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio del gip del Tribunale Ordinario di Roma, nei confronti di otto soggetti, tre dei quali portati in carcere, e quattro agli arresti domiciliari, mentre ad uno è stato notifiacto il provvedimento dell'obbligo di presentarsi presso la Polizia giudiziaria. Tutti responsabili in concorso a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio di marijuana. Nel corso dell’attività investigativa coordinata dalla procura della Repubblica, nell’ambito dell’Operazione denominata Abracalabria, i carabinieri hanno sequestrato complessivamente circa 1.900 grammi di marijuana ed una serra composta da una ventina di piante, arrestato altri 7 giovani in flagranza di reato e ne hanno segnalati 10 alla Prefettura per uso abituale.
L'attività durata 6 mesi, che ha visto l'iscrizione nel registro degli indagati di 15 persone, ha permesso di infliggere un ulteriore colpo al fenomeno illecito dello spaccio di stupefacenti a nord della Capitale, ricostruendo uno spaccato quotidiano dell'attività criminosa tra un gruppo di giovani per lo più di nazionalità italiana.
Lanciavano le quantità di droga dalle auto in corsa per far perdere le proprie tracce, utilizzavano linguaggi criptati e schede telefoniche intestate a falsi utenti per comunicare, cambiavano spesso tragitto e mezzi di trasporto per impedire i pedinamenti. Oltre ai cospicui affari nella zona di Roma Nord, i cui principali acquirenti erano giovani tra i 20 e i 35 anni appartenenti allo loro rete di amicizie, i pusher gestivano la vendita di droga anche con uno degli arrestati residente nella città romagnola, che ne ordinava grandi quantità per rifornire i locali della movida notturna, per cui lui stesso lavorava.