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MONDO

Flop Biden, scompaiono i moderati, superati da Sanders e Warren.

Iowa, il pasticcio delle primarie dem: a sopresa in vantaggio l'outsider Buttigieg

Il primo test delle primarie dem per l'assalto alla Casa Bianca finisce con una figuraccia mondiale. La macchina organizzativa del partito democratico dell'Iowa va in tilt e rende noti i primi risultati quasi 24 ore dopo

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Il Partito Democratico dell'Iowa ha reso noti mercoledì pomeriggio altri risultati dei "caucus" nello Stato, dopo i ritardi provocati da problemi tecnici. Il dato rappresenta il 75% dei voti e vede Pete Buttigieg in leggero vantaggio su Bernie Sanders, ma è troppo presto per proclamare un vincitore. Non sono stati scrutinati tutti i voti espressi dagli attivisti e iscritti al partito democratico nei "caucus" dell'Iowa, ma il messaggio politico che emerge è chiaro: i "centristi" del partito sono ai margini, in uno Stato moderato con il novanta per cento di elettori bianchi.

L'outsider
Pete Buttigieg, 38 anni, ex sindaco dell'Indiana, primo candidato presidenziale della storia a dichiararsi apertamente gay, si confermava in vantaggio dopo lo scrutinio del 71 per cento dei voti: Buttigieg guidava con il 26,8 per cento, seguito da Bernie Sanders con il 25,2. Al terzo posto Elizabeth Warren con il 18,4, al quarto Joe Biden, 15,4, e al quinto Amy Klobuchar con il 12,6.  L'altro moderato, il miliardario Tom Steyer, non aveva superato l'1 per cento.

Il dati potrebbero indicare una forbice larga tra l'America dei sondaggi e quella reale, ma l'Iowa è uno stato del Midwest e Buttigieg è l'ex sindaco di un paese del Midwest. Buttigieg deve vincere anche
in New Hampshire - dove però il favorito è Sanders - se vuole puntare a un ruolo da protagonista, perché in altri Stati non è così popolare: in Nevada, per esempio, è accreditato al 6 per cento dei consensi, in South Carolina del 4%.

"Una vittoria stupefacente": così Pete Buttigieg ha commentato i primi risultati delle primarie democratiche statunitensi in Iowa, che lo vedono a sorpresa in testa davanti al senatore Bernie Sanders. L'ex sindaco di South Bend, che strizza l'occhio soprattutto a millennials e gay, si trova già in New Hampshire dove l'11 febbraio ci sarà il secondo appuntamento delle primarie.

Pasticcio dem
I dem hanno combinato il pasticcio tutto da soli, senza la manina del Cremlino. Colpa delle nuove regole e di una controversa app che hanno creato "incongruenze" nella verifica dei voti. Da quest'anno si era deciso di riportare non solo il numero finale dei delegati vinti ma anche il primo e il secondo voto delle assemblee di elettori, per evitare le contestazion idel passato. Come nel 2016, quando Bernie Sanders perse di un soffio contro Hillary Clinton. I voti dovevano essere trasmessi poi dai presidenti dei caucus con un'app sui loro telefonini che non ha funzionato al meglio facendo saltare il flusso dei dati. "Nessun hackeraggio", si è affrettato a precisare il partito, solo una questione tecnica. Ma il disastro rivela un'imbarazzante inettitudine organizzativa, aumenta l'incertezza sulle primarie e alimenta le peggiori teorie complottiste, mettendo in discussione la forma tanto affascinante quanto complicata dei caucus e lo status stesso dell'Iowa di essere 'first of the nation' nella maratona delle primarie.   Sui social c'è già chi sospetta che l'establishment del partito non volesse incoronare Sanders o che dietro il flop della app ci sia Buttigieg, mentre Biden ha a lungo sfruttato l'assenza di risultati certi per minimizzare la debacle e guardare già oltre. 

  "Quello che è successo e inaccettabile. Chiediamo scusa", affermano i responsabili democratici dell'Iowa. Ma il caos rischia sicuramente di bruciare l'effetto della spinta che di solito l'Iowa garantisce al vincitore. Anche per effetto dei colpi di Donald Trump, che alla vigilia del suo discorso sullo stato dell'Unione in un sondaggio Gallup vola al 49% di gradimento, il livello più alto dal suo insediamento alla Casa Bianca. "Quando i democratici cominceranno a scaricare la colpa sulla Russia invece di ammettere la loro incompetenza per il disastro del voto appena accaduto nel grande stato dell'Iowa?", ha twittato sarcastico.
 

 
 "Crisi di nervi nel partito democratico. Non riescono a gestire i caucus e vogliono governare. No grazie", ha infierito Brad Parscale, il manager della campagna del tycoon.   Per l'outsider 'Mayor Pete' si profila dunque un exploit:  si imporrebbe come leader moderato ai danni di un molto deludente Biden e di una Amy Klobuchar comunque in ascesa.    Per l'establishment dem il naufragio di Biden è un incubo, tanto più se perdesse anche l'11 febbraio nella seconda tappa delle primarie in New Hampshire, dove Bernie è in testa ai sondaggi, confermando il rischio di elezioni polarizzate. Il giovane Buttigieg nella notte già cantava vittoria: "Che nottata! Non sappiamo ancora i risultati dell'Iowa ma andremo in New Hampshire vittoriosi per un'altra notte storica". Gli unici perdenti sicuri sono i caucus dell'Iowa e il partito democratico.