MONDO
Polonia
Il primo ministro dipinto come "jihadista' querela la rivista
Una rivista in Polonia ritrae con un fotomontaggio la Ewa Kopacz nelle vesti di una terrorista islamica
Il premier polacco Ewa Kopacz ha citato in giudizio la rivista wSieci che ha pubblicato in copertina un fotomontaggio che la ritraeva nelle vesti di una terrorista islamista con tanto della cintura di shahid e cariche esplosive. Il titolo in prima pagina che l'ha infastidita è: “Ewa Kopacz ci farà trovare nell’inferno eseguendo la volontà di Berlino”.
L'articolo si riferisce al consenso espresso dalla Polonia ad ospitare una quota di immigrati, dietro pressione di Angela Merkel. Il premier polacco ha ritenuto che la pubblicazione abbia leso il suo onore e la sua dignità e pertanto ha citato in giudizio l’editore e il direttore responsabile della rivista. Il premier ha chiesto inoltre la pubblicazione delle scuse e una somma imprecisata di risarcimento danni da devolvere per scopi sociali.
Non è la prima volta che la rivista polacca si trova al centro di uno scandalo. Qualche tempo fa aveva pubblicato un fotomontaggio ritraente il direttore responsabile dell'edizione polacca del Newsweek Tomasz Lis in uniforme SS con in mano un rosario grondante sangue. Lis era stato giudicato “colpevole” di aver pubblicato una serie di articoli sulla pedofilia e l'omosessualità all’interno della chiesa cattolica polacca.
L'articolo si riferisce al consenso espresso dalla Polonia ad ospitare una quota di immigrati, dietro pressione di Angela Merkel. Il premier polacco ha ritenuto che la pubblicazione abbia leso il suo onore e la sua dignità e pertanto ha citato in giudizio l’editore e il direttore responsabile della rivista. Il premier ha chiesto inoltre la pubblicazione delle scuse e una somma imprecisata di risarcimento danni da devolvere per scopi sociali.
Non è la prima volta che la rivista polacca si trova al centro di uno scandalo. Qualche tempo fa aveva pubblicato un fotomontaggio ritraente il direttore responsabile dell'edizione polacca del Newsweek Tomasz Lis in uniforme SS con in mano un rosario grondante sangue. Lis era stato giudicato “colpevole” di aver pubblicato una serie di articoli sulla pedofilia e l'omosessualità all’interno della chiesa cattolica polacca.