TECH
Speaker internazionali il 5 e 6 marzo, ospiti di H-Farm
A Venezia primo summit italiano sulla 'crowd economy'
Per la prima volta l'Italia ospita un evento internazionale sul crowdsourcing. Speaker italiani e internazionali si riuniranno per la 'due giorni' di conferenze in cui si discuterà di come l'economia collaborativa, nelle sue varie declinazioni, stia cambiando le aziende e la loro organizzazione. I giovani avranno la possibilità di partecipare gratuitamente agli incontri.
La tappa italiana della conferenza è organizzata da Crowdsourcing Week e Zooppa, realtà internazionali che operano nel campo della 'crowdsourced content creation' e fa parte di una serie di conferenze locali e globali sul fenomeno. La CSW Summit Venice 2015 si terrà il 5 e 6 marzo presso H-Farm Ventures, l’incubatore di startup di Roncade (Treviso), fondato da Riccardo Donadon e Maurizio Rossi.
Sono confermati importanti speaker nazionali e internazionali del settore: Davide Ghezzi, founder and CEO di Letzgo, Andrea Saviane, country manager di BlaBlaCar, Matteo Stiffanelli di Airbnb, Benedetta Arese Lucini di Uber, Sean Moffit di Wikibrands, Ruxandra Creosteanu e Emanuele Musa di Babele, tra altri.
I ragazzi interessati a questi temi avranno la possibilità di partecipare gratuitamente all’evento e incontrare personaggi di riferimento del settore: per loro è previsto uno Young Achievers Program.
Opportunità di business
“Il crowdsourcing ha investito tutti i business attuali: dalla creatività ai viaggi, passando per i trasporti e il design. Le persone hanno oggi la straordinaria opportunità di entrare in contatto con realtà fino a poco tempo fa difficilmente avvicinabili e di mettersi in gioco su scala globale”, ha detto Matteo Sarzana, general manager di Zooppa. “E’ un grande onore collaborare all’organizzazione del primo Crowdsourcing Summit in Italia: l’evento sarà un’occasione unica per entrare in contatto con le realtà più importanti in questo settore e scoprire come è possibile sfruttare queste nuove opportunità per migliorare il proprio business.”
Alla scoperta della 'crowd economy'
Il concetto di ‘crowd’ (trattato in modo generico da Wikipedia) si riferisce a qualsiasi movimento collettivo che mira a costruire qualcosa di più grande, che si tratti di un concetto, idea, prodotto, servizio, tra gli altri. I più grandi tra questi movimenti oggi sono il crowdsourcing, il crowdfunding, l’open innovation, la conoscenza collettiva, la co-creazione, il lavoro su cloud, l’impegno civico, il consumo collaborativo.
Questi movimenti hanno guadagnato più forza nel 2006, quando Jeff Howe ha pubblicato un articolo sulla rivista Wired usando il termine crowdsourcing.
Ardua impresa
La definizione di ‘crowd economy’ o economia collaborativa non è impresa facile, come osserva Collaboriamo.org nella sua mappatura delle piattaforme italiane, del 2014:
“L’economia collaborativa è un mondo molto ampio di cui fanno parte le piattaforme digitali che mettono direttamente in contatto le persone ma anche il co-housing, il co-working, l’open source, le social street, fenomeni che al loro interno mostrano sfaccettature molto diverse pur promuovendo, tutte, forme di collaborazione fra pari. Pratiche molto recenti che, probabilmente, prima di essere descritte in una definizione unica, devono maturare ed essere approfondite, e per questo potrebbe valer la pena di provare a definire i singoli ‘fenomeni’ dell’economia della collaborazione per conoscerli meglio, per poi capire cosa mettono a fattor comune”.
La guru del crowd
Rachel Botsman è tra i pionieri del pensiero globale sul potere della collaborazione e della condivisione attraverso i network tecnologici. E’ stata fondatore di Collaborative Lab, che si occupa di soluzioni innovative di economia collaborativa e di CollaborativeConsumption.com, una rete di osservatori che copre 30 Paesi. Nel 2010 Rachel Botsman ha partecipato a TEDx Sydney con una conferenza sull’economia collaborativa, “The case for collaborative consumption”, ritenuto uno dei primi contributi alla definizione del fenomeno:
Sono confermati importanti speaker nazionali e internazionali del settore: Davide Ghezzi, founder and CEO di Letzgo, Andrea Saviane, country manager di BlaBlaCar, Matteo Stiffanelli di Airbnb, Benedetta Arese Lucini di Uber, Sean Moffit di Wikibrands, Ruxandra Creosteanu e Emanuele Musa di Babele, tra altri.
I ragazzi interessati a questi temi avranno la possibilità di partecipare gratuitamente all’evento e incontrare personaggi di riferimento del settore: per loro è previsto uno Young Achievers Program.
Opportunità di business
“Il crowdsourcing ha investito tutti i business attuali: dalla creatività ai viaggi, passando per i trasporti e il design. Le persone hanno oggi la straordinaria opportunità di entrare in contatto con realtà fino a poco tempo fa difficilmente avvicinabili e di mettersi in gioco su scala globale”, ha detto Matteo Sarzana, general manager di Zooppa. “E’ un grande onore collaborare all’organizzazione del primo Crowdsourcing Summit in Italia: l’evento sarà un’occasione unica per entrare in contatto con le realtà più importanti in questo settore e scoprire come è possibile sfruttare queste nuove opportunità per migliorare il proprio business.”
Alla scoperta della 'crowd economy'
Il concetto di ‘crowd’ (trattato in modo generico da Wikipedia) si riferisce a qualsiasi movimento collettivo che mira a costruire qualcosa di più grande, che si tratti di un concetto, idea, prodotto, servizio, tra gli altri. I più grandi tra questi movimenti oggi sono il crowdsourcing, il crowdfunding, l’open innovation, la conoscenza collettiva, la co-creazione, il lavoro su cloud, l’impegno civico, il consumo collaborativo.
Questi movimenti hanno guadagnato più forza nel 2006, quando Jeff Howe ha pubblicato un articolo sulla rivista Wired usando il termine crowdsourcing.
Ardua impresa
La definizione di ‘crowd economy’ o economia collaborativa non è impresa facile, come osserva Collaboriamo.org nella sua mappatura delle piattaforme italiane, del 2014:
“L’economia collaborativa è un mondo molto ampio di cui fanno parte le piattaforme digitali che mettono direttamente in contatto le persone ma anche il co-housing, il co-working, l’open source, le social street, fenomeni che al loro interno mostrano sfaccettature molto diverse pur promuovendo, tutte, forme di collaborazione fra pari. Pratiche molto recenti che, probabilmente, prima di essere descritte in una definizione unica, devono maturare ed essere approfondite, e per questo potrebbe valer la pena di provare a definire i singoli ‘fenomeni’ dell’economia della collaborazione per conoscerli meglio, per poi capire cosa mettono a fattor comune”.
La guru del crowd
Rachel Botsman è tra i pionieri del pensiero globale sul potere della collaborazione e della condivisione attraverso i network tecnologici. E’ stata fondatore di Collaborative Lab, che si occupa di soluzioni innovative di economia collaborativa e di CollaborativeConsumption.com, una rete di osservatori che copre 30 Paesi. Nel 2010 Rachel Botsman ha partecipato a TEDx Sydney con una conferenza sull’economia collaborativa, “The case for collaborative consumption”, ritenuto uno dei primi contributi alla definizione del fenomeno: