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ECONOMIA

I nuovi dati

Istat, produzione industriale torna a crescere a novembre dopo 26 mesi di calo: +1,4%

I settori di maggiore crescita: produzione farmaceutica ed elettrica. Calo nelle attività estrattive e nel tessile. Ma complessivamente nei primi undici mesi del 2013 la produzione scende del 3,1 

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Roma
Torna in segno positivo la produzione industriale dopo 26 mesi di calo consecutivo ed ininterrotto. A novembre 2013, corretto per gli effetti di calendario, l'indice è aumentato in termini tendenziali dell'1,4% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di novembre 2012). Su base mensile, vale a dire rispetto ad ottobre 2013, l'aumento è stato dello 0,3%. Ma il risultato non basta a risollevare l'anno. Nella media dei primi undici mesi, infatti, la produzione è scesa del 3,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Nel periodo settembre- novembre si è segnato un miglioramento dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Un primo segnale positivo che potrebbe essere l'inizio di una svolta.

Il dettaglio dei dati di novembre
L'indice destagionalizzato registra una sola variazione negativa nel comparto dei beni di consumo (-1,1%). Aumentano invece i comparti dell'energia (+1,3%), dei beni intermedi e dei beni strumentali (entrambi +0,9%).

Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a novembre 2013, un solo aumento tendenziale nel comparto dei beni intermedi (+5,1%). Segnano una flessione l'energia (-0,7%) e i beni di consumo (-0,2%), mentre i beni strumentali registrano una variazione nulla.

I settori che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+10,8%), della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+10,5%) e dei mezzi di trasporto (+10,3%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori dell'attività estrattiva (-10,2%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-5,7%) e della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-4,0%).