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ITALIA

Filippine, prosciolto diplomatico italiano accusato di abuso di minori

L'ambasciatore sospeso ha fatto ritorno in Italia "dopo cinquanta giorni di carcere in condizioni disumane, quaranta giorni di ospedale e venti mesi di incubo"

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L'ambasciatore sospeso Daniele Bosio è stato prosciolto per insufficienza di prove nelle Filippine, dove era accusato di traffico di esseri umani e abuso e sfruttamento di minori, e ha fatto ritorno in Italia, a Roma. Fonti della Farnesina precisano che Bosio "è in procinto di presentare domanda di riammissione in servizio" e che "l'amministrazione sta ora acquisendo tutte le informazioni ed effettuando le verifiche necessarie ad avere un quadro completo della sia posizione con riferimento alla sua riammissione in servizio".        

Con ordinanza del 19 novembre scorso, il tribunale di Laguna ha prosciolto Bosio -che era stato arrestato all'inizio di aprile del 2014 ed era stato quindi sospeso dal servizio in Italia- e conseguentemente ha revocato l'ordinanza che gli impediva di lasciare le Filippine. (segue) ''Sono rientrato in Italia dopo cinquanta giorni di carcere in condizioni disumane, quaranta giorni di ospedale e venti mesi di incubo. La magistratura filippina ha riconosciuto la mia piena estraneità alle pesanti e dolorose accuse che mi erano state rivolte. La mia famiglia e io abbiamo patito una vicenda infamante e ingiusta che stride con quanto è stato accertato e con la mia storia personale", ha dichiarato Bosio, in una nota.        

"La motivazione con la quale il giudice ha chiuso il procedimento è limpida nel riconoscere la correttezza del mio operato, a partire dalla viva testimonianza degli stessi bambini (l'allora diplomatico in Turkmenistan era stato denunciato mentre era in compagnia di minori filippini in un resort, ndr). Voglio adesso guardare avanti, riprendere in mano la mia vita, ricominciare a lavorare al servizio del mio Paese così come ho sempre fatto con scrupolo e dedizione'', ha quindi aggiunto.  "Malgrado sia stato necessario attendere i lunghi tempi della giustizia filippina, il processo contro l'ambasciatore Bosio ha evidenziato l'assoluta inconsistenza delle imputazioni mosse contro di lui, che sin da subito avevamo pubblicamente definito prive di qualsiasi riscontro e incompatibili con la storia personale del diplomatico italiano e che sono rimaste in piedi così a lungo solo a causa dell'accanimento dell'accusa privata, rappresentata da una ONG che non ha esitato a strumentalizzare la vicenda allo scopo di ottenere visibilità'', ha spiegato la legale, Elisabetta Busuito.