ITALIA
Migranti
Continua la protesta al Cie di Roma, ancora una bocca cucita
Tornata la calma a Bari, non si ferma la protesta a Roma dove, nel Cie di Ponte Galeria, ancora un migrante ha la bocca cucita mentre altri rifiutano il cibo. Alfano: "Tra quelli che si sono cuciti la bocca la metà sono spacciatori e l'imam è indagato per gravi reati come rapina e lesioni"

"Sulla sicurezza degli italiani non si scherza – dice il vicepremier Angelino Alfano -. Tra quelli che si sono cuciti la bocca a Ponte Galeria la metà sono spacciatori e l'imam è indagato per gravi reati come rapina e lesioni. Un conto è la giusta tutela dei diritti umani, altra cosa è distrarsi sulla sicurezza degli italiani con il rischio di ritrovarsi magari domani con queste stesse persone che spacciano davanti a una scuola".
Mentre è tornata la calma nel centro di prima accoglienza di Bari, continuano le proteste in quello di Roma. Nella struttura di Ponte Galeria, diversi migranti continuano a rifiutare il cibo e, uno di loro, ha ancora la bocca cucita.
Come ha confermato il direttore del Cie di Roma, Vincenzo Lutrelli, dei 17 che avevano messo in atto la protesta cucendosi la bocca, uno di loro prosegue dopo che gli altri, causa infezioni, avevano dovuto abbandonare l’iniziativa. In 24 poi sono ancora in sciopero della fame mentre alcuni continuano a portare materassi e coperte fuori dalle celle, al freddo e sotto la pioggia.
E dopo la visita a Ponte Galeria, i deputati di Sinistra Ecologia e Libertà Ileana Piazzoni, Filiberto Zaratti e Nazzareno Pilozzi, hanno inviato una lettera al presidente Napolitano per chiedere, "come fatto per la situazione in cui versano le carceri italiane, un intervento forte del Capo dello Stato". “I Cie italiani", scrivono i deputati di Sel che torneranno nella struttura già oggi "versano in condizioni vergognose e testimoniano come una legislazione sbagliata e inadeguata abbia prodotto situazioni inaccettabili per un Paese civile. La legislazione in materia di immigrazione deve essere al più presto modificata, chiudendo i Cie senza ulteriore indugio".
Gli “ospiti” del Cie avevano anche scritto una lettera al Papa "perchè Francesco è il santo dei poveri. Venga qui a vedere che siamo rinchiusi come animali. Il Vaticano non è molto distante da Ponte Galeria". La missiva, era stata consegnata a don Emanuele Giannone, direttore della Caritas della diocesi di Porto Santa Rufina. Il religioso ha officiato la messa di Natale con gli ospiti del Cie: "Ho portato la mia piena solidarietà per un'iniziativa pacifica - ha raccontato don Giannone - Anche proteste come questa sono la strada per capire l'assurdità di alcune leggi sull'immigrazione. Il Cie‚ un luogo assurdo dove viene annullata la dignità umana, nonostante la buona volontà che ci mettono gli operatori e le forze di polizia". "A Ponte Galeria la maggior parte degli ospiti sono bravi ragazzi che non capiscono perché li tengono tanto tempo lì - ha detto don Giannone - Cercano solo un futuro migliore e mi vergogno moltissimo che l'Italia non sappia dire loro come venire a trovare un lavoro in modo legale". Secondo il direttore della Caritas, "nel Cie ci sono tante storie diverse e alcuni vengono da percorsi che li hanno portati a commettere crimini, purtroppo. Quindi ci sono aspettative diverse e qualcuno può anche tentare di strumentalizzare una protesta che è e resta pacifica".
Mentre il ministro dell’Interno Alfano difende la legge Bossi-Fini: “E’ una legge che contiene tanti capitoli e non può essere liquidata con uno slogan. Vedremo nel merito quali modifiche proporrà il Pd e le valuteremo". Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, dice che "occorre con forza riaprire il dibattito nazionale su questi luoghi disumani e su una legge, la Bossi-Fini, che equipara a criminali chi fugge da guerre, violenze e povertà”.
Mentre è tornata la calma nel centro di prima accoglienza di Bari, continuano le proteste in quello di Roma. Nella struttura di Ponte Galeria, diversi migranti continuano a rifiutare il cibo e, uno di loro, ha ancora la bocca cucita.
Come ha confermato il direttore del Cie di Roma, Vincenzo Lutrelli, dei 17 che avevano messo in atto la protesta cucendosi la bocca, uno di loro prosegue dopo che gli altri, causa infezioni, avevano dovuto abbandonare l’iniziativa. In 24 poi sono ancora in sciopero della fame mentre alcuni continuano a portare materassi e coperte fuori dalle celle, al freddo e sotto la pioggia.
E dopo la visita a Ponte Galeria, i deputati di Sinistra Ecologia e Libertà Ileana Piazzoni, Filiberto Zaratti e Nazzareno Pilozzi, hanno inviato una lettera al presidente Napolitano per chiedere, "come fatto per la situazione in cui versano le carceri italiane, un intervento forte del Capo dello Stato". “I Cie italiani", scrivono i deputati di Sel che torneranno nella struttura già oggi "versano in condizioni vergognose e testimoniano come una legislazione sbagliata e inadeguata abbia prodotto situazioni inaccettabili per un Paese civile. La legislazione in materia di immigrazione deve essere al più presto modificata, chiudendo i Cie senza ulteriore indugio".
Gli “ospiti” del Cie avevano anche scritto una lettera al Papa "perchè Francesco è il santo dei poveri. Venga qui a vedere che siamo rinchiusi come animali. Il Vaticano non è molto distante da Ponte Galeria". La missiva, era stata consegnata a don Emanuele Giannone, direttore della Caritas della diocesi di Porto Santa Rufina. Il religioso ha officiato la messa di Natale con gli ospiti del Cie: "Ho portato la mia piena solidarietà per un'iniziativa pacifica - ha raccontato don Giannone - Anche proteste come questa sono la strada per capire l'assurdità di alcune leggi sull'immigrazione. Il Cie‚ un luogo assurdo dove viene annullata la dignità umana, nonostante la buona volontà che ci mettono gli operatori e le forze di polizia". "A Ponte Galeria la maggior parte degli ospiti sono bravi ragazzi che non capiscono perché li tengono tanto tempo lì - ha detto don Giannone - Cercano solo un futuro migliore e mi vergogno moltissimo che l'Italia non sappia dire loro come venire a trovare un lavoro in modo legale". Secondo il direttore della Caritas, "nel Cie ci sono tante storie diverse e alcuni vengono da percorsi che li hanno portati a commettere crimini, purtroppo. Quindi ci sono aspettative diverse e qualcuno può anche tentare di strumentalizzare una protesta che è e resta pacifica".
Mentre il ministro dell’Interno Alfano difende la legge Bossi-Fini: “E’ una legge che contiene tanti capitoli e non può essere liquidata con uno slogan. Vedremo nel merito quali modifiche proporrà il Pd e le valuteremo". Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, dice che "occorre con forza riaprire il dibattito nazionale su questi luoghi disumani e su una legge, la Bossi-Fini, che equipara a criminali chi fugge da guerre, violenze e povertà”.