POLITICA
Puntare a città metropolitana con Padova, Venezia e Treviso
Rossi: abolire province libera energia

"Il provvedimento di abolizione delle province libera energie nel Veneto centrale che attorno alla città metropolitana di Padova, Venezia e Treviso ha la possibilità di diventare protagonista di un rilancio competitivo nel contesto europeo, incardinato sul miglioramento dell'efficienza dei servizi, evitando sovrapposizioni e burocrazie superflue, cogliendo invece a pieno la sfida europea che punta su una maggiore attrattività dell'impianto urbano dei grandi centri. Quello della città metropolitana veneta si sviluppa tra i tre poli Padova-Venezia-Treviso puntando sulla capacità di calamitare i fondi europei e sugli investimenti privati nei campi dell'innovazione tecnologica, dello sviluppo sostenibile e dell'economia dell'intelligenza".
A dirlo il sindaco reggente di Padova Ivo Rossi, tracciando le prospettive che si aprono per la realtà dei tre comuni capoluogo del Veneto centrale dopo che la Camera ha sancito ieri l'abolizione delle province.
In concreto Rossi immagina di "avviare a Padova un percorso politico che porti all'avvio del processo di accorpamento dei comuni della cintura urbana del capoluogo euganeo in vista della nascita del nuovo soggetto istituzionale della città metropolitana". "I Comuni non riescono da soli a mantenere gli standard di servizio che i cittadini richiedono - analizza Ivo Rossi - piccolo, se magari può sembrare bello, non è certo né efficiente né competitivo. Secondo Rossi "In Europa conteranno sempre di più le città che sapranno darsi un orizzonte europeo. Padova ha la possibilità di giocare da protagonista la partita della città metropolitana, irrubustendosi in vista della riorganizzazione di funzioni con Treviso e Venezia, e per fare ciò deve avere una dimensione adeguata".
Padova in termini di dinamiche urbane conta già 450mila abitanti, anche se più della metà di questi cittadini, pur riconoscendosi padovani, anche perché magari sono cresciuti in città, vivono la doppia condizioni dei cittadini di Padova in un Comune che ha un altro nome. "I primi cittadini di Cadoneghe e Vigodarzere, due importanti comuni della cintura urbana, hanno dichiarato pubblicamente la necessità di trovare una via per entrare a far parte della città di Padova anche da un punto di vista istituzionale, dopo che da ormai 30 anni, questi due municipi sono diventati una immediata periferia della città", conclude.
"L'ambizione è quella di avere una città capace di affrontare le grandi sfide dell'ambizione, di superare gli angusti confini amministrativi che fanno sì che a un chilometro dalla Basilica del Santo cominci il territorio di un'altra amministrazione comunale".
A dirlo il sindaco reggente di Padova Ivo Rossi, tracciando le prospettive che si aprono per la realtà dei tre comuni capoluogo del Veneto centrale dopo che la Camera ha sancito ieri l'abolizione delle province.
In concreto Rossi immagina di "avviare a Padova un percorso politico che porti all'avvio del processo di accorpamento dei comuni della cintura urbana del capoluogo euganeo in vista della nascita del nuovo soggetto istituzionale della città metropolitana". "I Comuni non riescono da soli a mantenere gli standard di servizio che i cittadini richiedono - analizza Ivo Rossi - piccolo, se magari può sembrare bello, non è certo né efficiente né competitivo. Secondo Rossi "In Europa conteranno sempre di più le città che sapranno darsi un orizzonte europeo. Padova ha la possibilità di giocare da protagonista la partita della città metropolitana, irrubustendosi in vista della riorganizzazione di funzioni con Treviso e Venezia, e per fare ciò deve avere una dimensione adeguata".
Padova in termini di dinamiche urbane conta già 450mila abitanti, anche se più della metà di questi cittadini, pur riconoscendosi padovani, anche perché magari sono cresciuti in città, vivono la doppia condizioni dei cittadini di Padova in un Comune che ha un altro nome. "I primi cittadini di Cadoneghe e Vigodarzere, due importanti comuni della cintura urbana, hanno dichiarato pubblicamente la necessità di trovare una via per entrare a far parte della città di Padova anche da un punto di vista istituzionale, dopo che da ormai 30 anni, questi due municipi sono diventati una immediata periferia della città", conclude.
"L'ambizione è quella di avere una città capace di affrontare le grandi sfide dell'ambizione, di superare gli angusti confini amministrativi che fanno sì che a un chilometro dalla Basilica del Santo cominci il territorio di un'altra amministrazione comunale".