ITALIA
Questore: vendetta caporali o intimidazione allo Stato
Puglia, controlli intensificati a San Severo dopo spari a furgone della polizia
Il primo cittadino, Francesco Miglio, si dice molto preoccupato per l'escalation dei "fenomeni criminosi". Anche la diocesi parla di episodi di violenza sempre più frequenti, di immigrazione incontrollata. E chiede alle autorità competenti di rafforzare la presenza delle forze dell'ordine. Quelle che ci sono - spiega monsignor Lucio Renna - "sono allo stremo"

Da sabato sera i carabinieri stanno battendo a tappeto circoli privati e bar di San Severo, in provincia di Foggia, maggiormente frequentati da pregiudicati, eseguendo perquisizioni e intensificando i controlli ai sottoposti agli arresti domiciliari. Oltre un centinaio le persone con precedenti penali controllate nelle ultime 24 ore.
Il comandante provinciale dell'Arma non esclude che quanto accaduto la notte tra sabato e domenica a San Severo, quando sono stati esplosi colpi di arma da fuoco contro un furgone della Polizia di Stato parcheggiato vicino a un albergo cittadino, per fortuna senza feriti, possa essere una reazione al 'giro di vite' in corso in città dopo recenti fatti criminali. Il dispositivo dell'Arma su San Severo sarà incrementato da ulteriori militari della Compagnia d'Intervento Operativo inviati dal Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri.
"La città di San Severo, quella sana - afferma il Comandante Provinciale dell'Arma, - sta alzando la testa e si sta ribellando ad ogni sistema criminale. Mai come adesso la cittadinanza deve essere sostenuta dallo Stato con tutte le risorse a disposizione senza retrocedere di un solo passo".
Questore: vendetta caporali o intimidazione allo Stato
"Non ci sentiamo sfidati e andiamo avanti nella nostra lotta per la legalità e contro la criminalità che infesta il territorio. Io conosco i sanseveresi: mettono mano alla pistola con una certa facilità". Lo ha detto il questore di Foggia, Piernicola Silvis, intervistato da La Stampa, commentando gli spari contro la polizia sabato notte, nel Foggiano. Non esclude un nesso tra l'episodio degli spari contro i mezzi della polizia e lo sgombero del Gran Ghetto? "Due le opzioni: da un lato c'è il timore che possa essere stata una vendetta dei caporali per lo sgombero del Gran Ghetto, dall'altro c'è l'ipotesi di un'intimidazione nei nostri confronti per la pressione a cui abbiano sottoposto il territorio, aumentando la presenza delle forze dell'ordine e rovinando così i traffici della criminalità organizzata". Ogni volta che si smantella un ghetto, ne nasce un altro. "Bisognerà in qualche modo tenere alta l'attenzione e appena si comincia a creare un ghetto smantellarlo per evitare che si incancrenisca la situazione".
Diocesi San Severo, più forze per escalation violenza
Se non c'e' un intervento serio, la situazione non potra' che peggiorare". A lanciare l'allarme, tramite il Sir, Servizio Informazione Religiosa, è l'amministratore apostolico della diocesi di San Severo, monsignor Lucio Renna. Il presule parla di "allarmi continui", di un "clima senz'altro drammatico perché gli episodi di criminalità si susseguono, sono diventati ormai il pane quotidiano, almeno per alcuni comuni della diocesi, tra cui San Severo". "Ogni giorno - racconta Renna - si sente qualcuno dire di una bomba alla tabaccheria, alla farmacia, o in qualche altra parte: una cosa impressionante". Per il presule si tratta di "un'escalation" di violenza in quest'ultimo periodo, "motivato anche dalle dichiarazioni di alcuni giovani e alcune persone". "La situazione sociale non è delle migliori, c'è crisi della famiglia, crisi della società, posti di lavori non ce ne sono", l'analisi di Renna: "La microcriminalità aumenta in maniera esponenziale".
"A questo si aggiunge il problema dei profughi, degli immigrati, anch'esso in crescita", prosegue il presule: "Le nostre strutture non sono adeguate per accoglierli: il ghetto di Rignano è stato demolito, ma per quanto riguarda i nostri fratelli e sorelle che sono lì, alcuni hanno trovato ospitalità in qualche locale della zona, anche negli alberghi, altri sciamano, tutti invadono i paesi e i paesini, creando problemi". Infine, la criminalità organizzata, che "sta dando segnali inquietanti". "Capisco la reazione del sindaco, che per un certo periodo ha fatto - e sta forse ancora facendo - lo sciopero della fame per sensibilizzare il Ministero dell'Interno a mandare un aiuto alle forze dell'ordine, che non ce la fanno più". "Serve un numero maggiore di forze dell'ordine", ripete il presule: "Non ci si può affidare soltanto a quelle esistenti nella zona, che sono allo stremo"
Il comandante provinciale dell'Arma non esclude che quanto accaduto la notte tra sabato e domenica a San Severo, quando sono stati esplosi colpi di arma da fuoco contro un furgone della Polizia di Stato parcheggiato vicino a un albergo cittadino, per fortuna senza feriti, possa essere una reazione al 'giro di vite' in corso in città dopo recenti fatti criminali. Il dispositivo dell'Arma su San Severo sarà incrementato da ulteriori militari della Compagnia d'Intervento Operativo inviati dal Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri.
"La città di San Severo, quella sana - afferma il Comandante Provinciale dell'Arma, - sta alzando la testa e si sta ribellando ad ogni sistema criminale. Mai come adesso la cittadinanza deve essere sostenuta dallo Stato con tutte le risorse a disposizione senza retrocedere di un solo passo".
Questore: vendetta caporali o intimidazione allo Stato
"Non ci sentiamo sfidati e andiamo avanti nella nostra lotta per la legalità e contro la criminalità che infesta il territorio. Io conosco i sanseveresi: mettono mano alla pistola con una certa facilità". Lo ha detto il questore di Foggia, Piernicola Silvis, intervistato da La Stampa, commentando gli spari contro la polizia sabato notte, nel Foggiano. Non esclude un nesso tra l'episodio degli spari contro i mezzi della polizia e lo sgombero del Gran Ghetto? "Due le opzioni: da un lato c'è il timore che possa essere stata una vendetta dei caporali per lo sgombero del Gran Ghetto, dall'altro c'è l'ipotesi di un'intimidazione nei nostri confronti per la pressione a cui abbiano sottoposto il territorio, aumentando la presenza delle forze dell'ordine e rovinando così i traffici della criminalità organizzata". Ogni volta che si smantella un ghetto, ne nasce un altro. "Bisognerà in qualche modo tenere alta l'attenzione e appena si comincia a creare un ghetto smantellarlo per evitare che si incancrenisca la situazione".
Diocesi San Severo, più forze per escalation violenza
Se non c'e' un intervento serio, la situazione non potra' che peggiorare". A lanciare l'allarme, tramite il Sir, Servizio Informazione Religiosa, è l'amministratore apostolico della diocesi di San Severo, monsignor Lucio Renna. Il presule parla di "allarmi continui", di un "clima senz'altro drammatico perché gli episodi di criminalità si susseguono, sono diventati ormai il pane quotidiano, almeno per alcuni comuni della diocesi, tra cui San Severo". "Ogni giorno - racconta Renna - si sente qualcuno dire di una bomba alla tabaccheria, alla farmacia, o in qualche altra parte: una cosa impressionante". Per il presule si tratta di "un'escalation" di violenza in quest'ultimo periodo, "motivato anche dalle dichiarazioni di alcuni giovani e alcune persone". "La situazione sociale non è delle migliori, c'è crisi della famiglia, crisi della società, posti di lavori non ce ne sono", l'analisi di Renna: "La microcriminalità aumenta in maniera esponenziale".
"A questo si aggiunge il problema dei profughi, degli immigrati, anch'esso in crescita", prosegue il presule: "Le nostre strutture non sono adeguate per accoglierli: il ghetto di Rignano è stato demolito, ma per quanto riguarda i nostri fratelli e sorelle che sono lì, alcuni hanno trovato ospitalità in qualche locale della zona, anche negli alberghi, altri sciamano, tutti invadono i paesi e i paesini, creando problemi". Infine, la criminalità organizzata, che "sta dando segnali inquietanti". "Capisco la reazione del sindaco, che per un certo periodo ha fatto - e sta forse ancora facendo - lo sciopero della fame per sensibilizzare il Ministero dell'Interno a mandare un aiuto alle forze dell'ordine, che non ce la fanno più". "Serve un numero maggiore di forze dell'ordine", ripete il presule: "Non ci si può affidare soltanto a quelle esistenti nella zona, che sono allo stremo"