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MONDO

"Servono dialogo e negoziazione non repressione"

Catalogna, Puigdemont: "L'indipendenza non è l'unica strada"

"Non riesco a immaginare una soluzione senza un negoziato che veda la partecipazione di una terza parte che possa svolgere il ruolo di mediatore. Non chiedo alla comunità europea di sostenere l'indipendenza della Catalogna, ma di sostenere i diritti civili e politici fondamentali"

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"Tutto quello che si può fare dall' esterno per favorire un dialogo  nell'interesse dei catalani, degli spagnoli e di tutti gli europei. Non riesco a immaginare una soluzione senza un negoziato che veda la partecipazione di una terza parte che possa svolgere il ruolo di mediatore. Non chiedo alla comunità europea di sostenere l'indipendenza della Catalogna, ma di sostenere i diritti civili e politici fondamentali". Lo dice, in una intervista a Repubblica, il leader catalano Carles Puigdemont.    

"Mi chiedono sempre - fa sapere Puigdemont - se l'indipendenza sia l'unica soluzione. Io rispondo che non l'unica strada. Siamo disposti a lavorare su altri modelli per arrivare a un accordo. Il modello svizzero rispetta la diversità culturale e linguistica e mostra che la coesistenza  possibile. Ma per arrivarci, bisogna riconoscere che esiste un problema politico. Bisogna riconoscere l'altro come un soggetto politico con cui dialogare, senza linee rosse.  Quello - aggiunge - che non si  riusciti a fare nel caso della Spagna. Non si è riusciti a far capire al sistema politico spagnolo che bisognava parlare. Che bisognava riconoscerci come attore politico e non come soggetto criminale".  

Su quale sarà esattamente il suo ruolo in futuro, il leader catalano risponde: "Dipende. Se lo Stato spagnolo non si deciderà a capire che bisogna cominciare a parlare e a fare politica, se continuerà con la repressione, la persecuzione giudiziaria, forse dovrò restare in esilio parecchi anni. Ma non è il mio desiderio. Io lavoro per una soluzione politica negoziata".