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MONDO

Durante una manifestazione

Pussy Riot fermate a Mosca. Di nuovo

Con loro arrestate anche altre 200 persone, durante un sit in anti-Putin. Manifestavano davanti al tribunale dove  altri otto manifestanti sono processati: sono accusati di proteste contro l'insediamento del presidente russo, a maggio 2012. 
 

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L'arresto
Mosca
Prima l'aggressione a Sochi, poi l'arresto a Mosca. Non c'è tregua per le due Pussy Riot Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina, fermate durante una manifestazione davanti a un tribunale della capitale russa. Con loro, arrestate anche circa duecento persone: manifestavano in attesa della sentenza per altri otto dissidenti. Anche loro, accusati di aver partecipato alle proteste contro Vladimir Putin il 6 maggio del 2012, alla vigilia del suo insediamento al terzo mandato da presidente. 

La protesta
Con le Pussy Riot, in piazza c'erano anche Pyotr Verzilov, marito di Tolokonnikova che su twitter ha pubblicato la foto di sua moglie in un furgone della polizia. A manifestare c'era anche Alexey Navalny, blogger, dissidente anti Putin ed ex candidato a sindaco di Mosca. Alla protesta di oggi, riferisce il sito kasparov.ru, critico del Cremlino, che non era stata autorizzata, hanno partecipato circa 700 persone. La polizia ha parlato invece di 200 partecipanti.

La condanna per i manifestanti
Nel tribunale, i giudici russi hanno condannato otto attivisti per incitamento alla violenza contro lo Stato. Alcuni di loro, riferiscono i media, sono stati condannati fino a 4 anni in un campo di lavoro. Gli 8 attivisti, di cui 7 uomini ed una donna, sono stati accusati di essere coinvolti in episodi di violenza il 6 maggio del 2012, la notte prima della terza nomina presidenziale di Vladimir Putin. La difesa aveva chiesto che venissero messi in libertà per mancanza di prove. Secondo alcuni difensori dei diritti umani, il processo ha motivazioni politiche.