SCIENZA
Violenza, sesso e televisione
La tv del buon esempio
Una ricerca statunitense ha valutato gli effetti di alcune serie televisive sui comportamenti sessuali

Un nuovo studio rivela che gli spettatori di "Law and order" (la serie televisiva che il network statunitense NBC trasmise tra il 1990 e il 2010 e che anche i telespettatori italiani conoscono bene) dimostrano una maggior consapevolezza - circa il consenso del partner a un rapporto sessuale - rispetto agli aficiondos di "CSI" (della CBS, dal 2000 al 2015; in Italia su Italia1) o "NCIS" (CBS, dal 2003 a oggi; anche su Rai2).
Una questione di gusti? No, di esempi.
Secondo i ricercatori dello Edward R. Murrow College of Communication della Washington State University, infatti, nella serie "Law and Order" gli sceneggiatori - oltre a mostrare l'esecuzione dei crimini che sono al centro della narrazione - solitamente ritraggono anche le vicende successive all'individuazione e all'arresto dei colpevoli: il processo, il dibattimento, la condanna.
Al contrario, in CSI e NCIS, l'attenzione è più concentrata sui delitti e sui protagonisti (positivi e negativi) in azione. La punizione dei "cattivi" non è che accennata: poco più di un'allusione.
A questo proposito un'indagine condotta su 313 giovani studenti del college ha dimostrato che gli abituée di "Law and order" tendono a comportarsi meglio dei telespettatori abituali delle altre due serie: sarebbero meno propensi a usare violenza, se in preda all'eccitazione sessuale.
Insomma: la dottoressa Stacey Hust e la sua collega Emily Garrigues Marett (della Mississippi State University), autrici della ricerca, affermano con nettezza che le storie raccontate in tv costituiscono una sollecitazione molto condizionante nella percezione dell'Altro e anche nella condotta di vita.
Una riscoperta
Fin dall'antichità, per confortare e rinforzare un quasliasi precetto etico, si ricorreva all'exemplum mitologico: un esempio i cui connotati - noti ai più fin dalle favole dell'infanzia - potessero sovrapporsi all'esperienza quotidiana. Le dodici fatiche di Ercole, il mito di Prometeo, certi amori di Giove, le prepotenze di Plutone; l'eroismo di un console, la solerzia di una matrona, il rigore di un tribuno: tutto serviva per dar forza e persuasività al discorso.
A millenni di distanza dalle retoriche antiche, l'analisi odierna dei prodotti di intrattenimento non si discosta poi molto, lo si è visto, dai precetti retorici che Cornificio dedicò ad Erennio quando persino Cicerone era ancora un bambino. Nihil sub sole novum, no?
Una questione di gusti? No, di esempi.
Secondo i ricercatori dello Edward R. Murrow College of Communication della Washington State University, infatti, nella serie "Law and Order" gli sceneggiatori - oltre a mostrare l'esecuzione dei crimini che sono al centro della narrazione - solitamente ritraggono anche le vicende successive all'individuazione e all'arresto dei colpevoli: il processo, il dibattimento, la condanna.
Al contrario, in CSI e NCIS, l'attenzione è più concentrata sui delitti e sui protagonisti (positivi e negativi) in azione. La punizione dei "cattivi" non è che accennata: poco più di un'allusione.
A questo proposito un'indagine condotta su 313 giovani studenti del college ha dimostrato che gli abituée di "Law and order" tendono a comportarsi meglio dei telespettatori abituali delle altre due serie: sarebbero meno propensi a usare violenza, se in preda all'eccitazione sessuale.
Insomma: la dottoressa Stacey Hust e la sua collega Emily Garrigues Marett (della Mississippi State University), autrici della ricerca, affermano con nettezza che le storie raccontate in tv costituiscono una sollecitazione molto condizionante nella percezione dell'Altro e anche nella condotta di vita.
Una riscoperta
Fin dall'antichità, per confortare e rinforzare un quasliasi precetto etico, si ricorreva all'exemplum mitologico: un esempio i cui connotati - noti ai più fin dalle favole dell'infanzia - potessero sovrapporsi all'esperienza quotidiana. Le dodici fatiche di Ercole, il mito di Prometeo, certi amori di Giove, le prepotenze di Plutone; l'eroismo di un console, la solerzia di una matrona, il rigore di un tribuno: tutto serviva per dar forza e persuasività al discorso.
A millenni di distanza dalle retoriche antiche, l'analisi odierna dei prodotti di intrattenimento non si discosta poi molto, lo si è visto, dai precetti retorici che Cornificio dedicò ad Erennio quando persino Cicerone era ancora un bambino. Nihil sub sole novum, no?