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SCIENZA

Tabagismo e genetica

Fumare fa bene, ma solo a qualcuno

Una ricerca svolta presso la University of California Los Angeles ha individuato un serie di variazioni dei caratteri genetici che permette a chi ne è portatore di resistere ai danni causati dal fumo e di vivere a lungo

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di Stefano Lamorgese
Non scherziamo: fumare non fa male. Ma solo a qualcuno.
È questo il risultato di una ricerca pubblicata da The Journals of Gerontology e intitolata "A Genetic Network Associated With Stress Resistance, Longevity, and Cancer in Humans" (Una rete gentica associata alla resistenza allo stress, alla longevità e al cancro nell'uomo).

Partendo dalla constatazione che fumare accorcia la vita a quasi tutti quelli che hanno quel "dannato vizio" (verità scientifica provata e accertata), le ricercatrici Morgan E. Levine (del Department of Human Genetics, David Geffen School of Medicine, University of California Los Angeles) ed Eileen M. Crimmins (Davis School of Gerontology, University of Southern California, Los Angeles), hanno preso in esame il patrimonio genetico dei fumatori longevi, che costituiscono - statistiche alla mano - un'eccezione.

Hanno così potuto scoprire che i soggetti dediti al tabagismo la cui salute non risente di tale cattiva abitudine sono dotati di un set genetico particolare basato su una rete di "Polimorfismi a singolo nucleotide" che ne potenzia la resistenza all'inquinamento e allo stress ambientale, fumo compreso.

Come spiega la dottoressa Morgan E. Levine, "i marcatori genetici individuati sembrano promuovere la longevità, perché permettono alle cellule di resistere più a lungo e di ripararsi più efficacemente". A questo dato - parlando di fumatori - è giusto aggiungere che le persone con questa variante genetica hanno anche l'11% di probabilità in meno di essere colpite dal cancro.