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POLITICA

Per Saragat si votò anche il giorno di Natale

#Quirinale, l'elezione più veloce? Quella di Carlo Azeglio Ciampi in sole 2 ore e 40 minuti

La votazione più lunga nella storia repubblicana quella per eleggere Giovanni Leone, ci vollero 23 scrutini. Il record di preferenze va a Sandro Pertini: 832 su 995

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di Laura Squillaci
Segio Mattarella è stato eletto presidente della Repubblica al Quarto scrutinio, con 665 voti. Si tratta di una delle più brevi elezioni della storia repubblicana e vediamo perché.

I presidenti eletti con quattro scrutini
Se si ripercorrono le votazioni dal 1946 ad oggi, infatti, sono stati altri tre i presidenti eletti con quattro scrutini. Il liberale Luigi Einaudi, già ministro del Tesoro e governatore della Banca d'Italia, fu eletto l'11 maggio 1948. Si votò due volte al giorno. Solo 4 scrutini (prese 518 voti su 871 votanti) per una durata complessiva di 10 ore e 25 minuti. Nelle prime votazioni naufragò la candidatura del candidato indicato da De Gasperi, il repubblicano Carlo Sforza, ministro degli Esteri, non votato dalla sinistra Dc.

Anche Giovanni Gronchi, democristiano, fu eletto il 28 aprile 1945 dopo 4 scrutini (prese 658 voti su 833 votanti) e passaggio alla prima votazione a maggioranza assoluta. Gronchi fu imposto dai franchi tiratori della destra Dc che avevano bocciato nei primi scrutini il candidato ufficiale scelto da Fanfani, Cesare Merzagora.

Il primo ex comunista a salire al Colle
Anche Giorgio Napolitano, la prima volta, fu eletto al quarto scrutinio 10 maggio 2006. Prese 543 voti su 990 votanti. Il primo ex comunista a salire al Colle, fu votato dalla maggioranza di centrosinistra, con l'astensione del centrodestra.

Napolitano bis sei scrutini
Non fu così rapida la seconda elezione. Napolitano fu rieletto infatti il 20 aprile 2013 al sesto scrutinio con 738 voti su 997 votanti. Al primo scrutinio fu "bruciato" Franco Marini che con 521 voti non passò il quorum dei due terzi richiesto. Ancora peggio andò a Romano Prodi che al quarto scrutinio prese solo 395 voti, tradito da 101 parlamentari del Pd.

L'elezione più lunga: 23 scrutini
L'elezione più lunga fu quella che portò alla prima carica dello Stato Giovanni Leone. Democristiano, fu eletto il 24 dicembre 1971 dopo ben 23 scrutini, il record assoluto nella storia repubblicana. Il più basso anche lo scarto per superare il quorum, pari a solo 13 voti, alla fine prese 518 voti su 996 votanti. Leone fu scelto dopo che che andò a vuoto il tentativo di Amintore Fanfani di farsi eleggere.

Per Saragat si votò anche il giorno di Natale
Anche la scelta di Giuseppe Saragat non fu affatto rapida. L'allora segretario del partito socialdemocratico e già ministro degli Esteri fu eletto il 28 dicembre 1964 in piene feste natalizie. Si votò, oltre che alla vigilia, anche il giorno di Natale. Furono necessari 21 scrutini (prese alla fine 646 voti su 927 votanti). Nelle votazioni andate a vuoto non riuscì a imporsi il candidato ufficiale della democrazia cristiana Giovanni Leone, per l'ostilità del gruppo di Fanfani.

Record di preferenze per Sandro Pertini: 832 voti
Ci vollero 16 scrutini per arrivare al nome di Sandro Pertini che però rimane ancora oggi il presidente della Repubblica che ha ottenuto più preferenze. Primo socialista eletto al Quirinale fu eletto l'8 luglio 1978 con 832 voti su 995 votanti. A fare il suo nome non fu il segretario del Psi Craxi, bensì il comunista Berlinguer.

L'elezione di Scalfaro accelerata dalla strage di Capaci
Sedici scrutini ma molti meno consensi per Oscar Luigi Scalfaro. Democristiano, fu eletto il 25 maggio 1992, prese 672 voti su 1002 votanti. L'elezione fu accelerata dalla strage di Capaci: nei giorni precedenti il Parlamento aveva bocciato la candidatura del segretario della Dc Arnaldo Forlani, non votato dagli amici di Andreotti che si vendicarono per la mancata candidatura del loro leader.

Tre voti al giorno per Antonio Segni
Nella classifica dell'elezione più veloce si piazza bene anche il democristiano Antonio Segni. Fu eletto il 6 maggio 1962, dopo nove scrutini. Si votò anche tre volte in un giorno, e anche questo è un record, e alla fine prese 443 voti su 842 votanti. 

L'elezione più veloce? 
Va a Carlo Azeglio Ciampi la palma d'oro dell'elezione più veloce. L'ex governatore della Banca d'Italia fu eletto il 13 maggio 1999 in solo 2 ore e 40 minuti. Prese 707 voti su 990 votanti. Sulla sua candidatura accordo trasversale tra Veltroni, Fini e Berlusconi.

Questione di minuti la differenza con Francesco Cossiga. Democristiano, fu eletto il 24 giugno 1985 in tre ore esatte e un solo uno scrutinio. Prese 752 voti su 979 votanti. La sua candidatura fu costruita dal segretario Dc Ciriaco De Mita, che riuscì a convincere tutti i partiti.

De Nicola, il presidente della Repubblica monarchico
Curiosa la storia di Enrico De Nicola, il primo capo provvisorio dello Stato. Fu eletto il 28 giugno 1946 dall'assemblea Costituente con 396 voti su 501 ma De Gasperi dovette insistere molto per vincere la sua perplessità ad accettare la candidatura. Liberale fedele alla monarchia una volta eletto arrivò a Roma sulla sua automobile e rifiutò di insediarsi al Quirinale. Rinunciò anche allo stipendio da presidente.