ITALIA
Napoli
Ragazza morta ad Acerra, legale del fratello: "L'ha inseguita per parlare". Gip convalida arresto
Il gip ha convalidato l'arresto. Il ragazzo deve rispondere dell'omicidio preterintenzionale della sorella, aggravato dai futili motivi

Rimane in carcere Michele Antonio Gaglione, fratello di Maria Paola Gaglione, la ragazza deceduta tragicamente nei giorni scorsi dopo essere caduta dallo scooter sul quale viaggiava con il compagno trans .Lo ha deciso il gip Fortuna Basile di Nola (Napoli). Il ragazzo, è accusato dell'omicidio preterintenzionale della sorella aggravato dai futili motivi. Oltre all'omicidio preterintenzionale della sorella, aggravato dai futili motivi,il giudice Fortuna Basile ha anche confermato per Michele Antonio Gaglione l'accusa di lesioni nei confronti di Ciro, il compagno di Maria Paola. Michele Antonio, infatti, anche davanti al gip ha confermato di essersi scagliato contro Ciro dopo la tragica caduta dallo scooter e di averlo colpito. Il ragazzo, da sabato scorso, è ricoverato nella clinica Villa dei Fiori di Acerra, con una frattura dell'avambraccio e lesioni sul corpo. Il legali di Gaglione annunciano il ricorso al Tribunale del Riesame. Secondo gli inquirenti Michele Antonio Gaglione, con la sua potente moto, avrebbe inseguito lo scooter sul quale viaggiavano la sorella e Ciro, e provocato il grave incidente nelle prime ore dello scorso 11 settembre, ad Acerra (Napoli). Il tutto perché non condivideva la relazione sentimentale tra Maria Paola e Ciro.
Il fratello di Maria Paola si dichiara innocente
Si è dichiarato innocente Michele Gaglione, fratello di Maria Paola, la 20enne morta nella notte tra venerdì e sabato ad Acerra (Napoli). Michele Gaglione è stato ascoltato dal gip di Nola Fortuna Basile in sede di udienza di convalida del fermo, dovendo rispondere del reato di omicidio preterintenzionale. Gaglione, assistito dall'avvocato Domenico Paolella, ha confermato di aver inseguito con il suo scooter la sorella Maria Paola ma ha spiegato che l'intento non era farla cadere e ha negato la circostanza dello speronamento come causa dell'incidente a seguito del quale la sorella è morta. Al giudice Michele Gaglione ha raccontato che stava inseguendo la sorella perché voleva parlarle e perché voleva recuperare il rapporto spezzato con lei a seguito della relazione con Ciro, uomo trans, anch'egli a bordo dello scooter con Maria Paola. Nel corso dell'inseguimento, ha proseguito, si è accorto che il mezzo a bordo del quale viaggiavano Ciro e Maria Paola è sbandato e che i due sono caduti.
Il legale del fratello, l'ha inseguita per parlarle
Ha confermato di averli inseguiti, in sella alla sua moto, ma non di avere provocato la tragica caduta dello scooter sul quale viaggiavano la sorella e il compagno trans, sferrando un calcio: "Sul luogo dell'incidente ho notato la presenza delle telecamere. Tutto sarà chiarito, se ci sono le registrazioni. Io credo alle sue parole". Lo ha detto l'avvocato Domenico Paolella, legale di Antonio Gaglione, fratello di Maria Paola Gaglione, 22 anni la ragazza deceduta dopo essere caduta dallo scooter sul quale viaggiava con il compagno Ciro Migliore. Della sua morte è accusato il fratello Antonio, in stato di fermo nel carcere napoletano di Poggioreale, con l'accusa di omicidio preterintenzionale. "Questa tragedia - continua l'avvocato Paolella - è stata strumentalizzata: la famiglia si aspettava più delicatezza". Il legale ha anche voluto sottolineare che, nel corso dell'interrogatorio sostenuto dal suo cliente, il sostituto procuratore incaricato dell'indagine non ha mai toccato l'argomento omofobia. "Antonio, come tutta la famiglia, era a conoscenza della relazione della sorella da circa due anni e mezzo", ha detto ancora Paolella ribadendo che il suo cliente "non le avrebbe mai fatto del male". "Al giudice ha spiegato - ha detto ancora il legale - che la famiglia aveva perso le tracce di Maria Paola da qualche settimana. Ha fatto le valigie e se n'è andata. Quando Antonio l'ha vista in sella allo scooter, l'ha inseguita con la sua moto, ma per chiederle di tornare a casa, per parlarle, per farla ragionare. Era andata via senza spiegazioni e tutta la famiglia era disperata". Ciro Migliore, intanto, si trova in una clinica di Acerra, in provincia di Napoli dove è stato ricoverato per le lesioni e una frattura all'avambraccio causati nell'incidente.
La mamma di Ciro, i suoi familiari la devono pagare
"Devono pagare Michele, la mamma e il papà. Tutti e tre devono pagare. Ma quale incidente, non è vero". Lo ha detto la mamma di Ciro Migliore,il giovane trans ferito nell'incidente che ha portato alla morte della sua fidanzata, Maria Paola Gaglione, e per il quale è accusato di omicidio preterintenzionale il fratello della ragazza, Michele Gaglione, contrario alla loro relazione.
Ciro, la voglio vedere per l'ultima volta
"La mia famiglia mi vuole bene per quello che sono, non ce la faccio più. Doveva succedere a tutte e due. Io la voglio vedere per l'ultima volta a Maria Paola". Così Ciro nel corso di una conferenza stampa con la sua famiglia ricorda la compagna Maria Paola, morta ieri.
Il fratello di Maria Paola si dichiara innocente
Si è dichiarato innocente Michele Gaglione, fratello di Maria Paola, la 20enne morta nella notte tra venerdì e sabato ad Acerra (Napoli). Michele Gaglione è stato ascoltato dal gip di Nola Fortuna Basile in sede di udienza di convalida del fermo, dovendo rispondere del reato di omicidio preterintenzionale. Gaglione, assistito dall'avvocato Domenico Paolella, ha confermato di aver inseguito con il suo scooter la sorella Maria Paola ma ha spiegato che l'intento non era farla cadere e ha negato la circostanza dello speronamento come causa dell'incidente a seguito del quale la sorella è morta. Al giudice Michele Gaglione ha raccontato che stava inseguendo la sorella perché voleva parlarle e perché voleva recuperare il rapporto spezzato con lei a seguito della relazione con Ciro, uomo trans, anch'egli a bordo dello scooter con Maria Paola. Nel corso dell'inseguimento, ha proseguito, si è accorto che il mezzo a bordo del quale viaggiavano Ciro e Maria Paola è sbandato e che i due sono caduti.
Il legale del fratello, l'ha inseguita per parlarle
Ha confermato di averli inseguiti, in sella alla sua moto, ma non di avere provocato la tragica caduta dello scooter sul quale viaggiavano la sorella e il compagno trans, sferrando un calcio: "Sul luogo dell'incidente ho notato la presenza delle telecamere. Tutto sarà chiarito, se ci sono le registrazioni. Io credo alle sue parole". Lo ha detto l'avvocato Domenico Paolella, legale di Antonio Gaglione, fratello di Maria Paola Gaglione, 22 anni la ragazza deceduta dopo essere caduta dallo scooter sul quale viaggiava con il compagno Ciro Migliore. Della sua morte è accusato il fratello Antonio, in stato di fermo nel carcere napoletano di Poggioreale, con l'accusa di omicidio preterintenzionale. "Questa tragedia - continua l'avvocato Paolella - è stata strumentalizzata: la famiglia si aspettava più delicatezza". Il legale ha anche voluto sottolineare che, nel corso dell'interrogatorio sostenuto dal suo cliente, il sostituto procuratore incaricato dell'indagine non ha mai toccato l'argomento omofobia. "Antonio, come tutta la famiglia, era a conoscenza della relazione della sorella da circa due anni e mezzo", ha detto ancora Paolella ribadendo che il suo cliente "non le avrebbe mai fatto del male". "Al giudice ha spiegato - ha detto ancora il legale - che la famiglia aveva perso le tracce di Maria Paola da qualche settimana. Ha fatto le valigie e se n'è andata. Quando Antonio l'ha vista in sella allo scooter, l'ha inseguita con la sua moto, ma per chiederle di tornare a casa, per parlarle, per farla ragionare. Era andata via senza spiegazioni e tutta la famiglia era disperata". Ciro Migliore, intanto, si trova in una clinica di Acerra, in provincia di Napoli dove è stato ricoverato per le lesioni e una frattura all'avambraccio causati nell'incidente.
La mamma di Ciro, i suoi familiari la devono pagare
"Devono pagare Michele, la mamma e il papà. Tutti e tre devono pagare. Ma quale incidente, non è vero". Lo ha detto la mamma di Ciro Migliore,il giovane trans ferito nell'incidente che ha portato alla morte della sua fidanzata, Maria Paola Gaglione, e per il quale è accusato di omicidio preterintenzionale il fratello della ragazza, Michele Gaglione, contrario alla loro relazione.
Ciro, la voglio vedere per l'ultima volta
"La mia famiglia mi vuole bene per quello che sono, non ce la faccio più. Doveva succedere a tutte e due. Io la voglio vedere per l'ultima volta a Maria Paola". Così Ciro nel corso di una conferenza stampa con la sua famiglia ricorda la compagna Maria Paola, morta ieri.