La pista del terrore
Bombe Usa, Rahami inneggiava a bin Laden. L'accusa: armi di distruzione di massa
Il materiale usato per costruire gli ordigni acquistato su e-bay

Ahmadi Rahami inneggiava al "fratello Osama Bin Laden" nel diario che gli è stato trovato addosso quando è stato arrestato. E l'uomo accusato di essere responsabile degli attacchi a New York e New Jersey dello scorso weekend, scriveva anche che "il boato delle bombe sarà sentito nelle strade". Nell'incriminazione presentata dai procuratori al tribunale distrettuale di Manhattan, si forniscono ulteriori dettagli sulla modalità degli attacchi. In particolare sui due cellulari usati per l'innesco dei due ordigni esplosivi di Chelsea. In account di social media collegato ad un telefono contiene video di estremisti violenti.
Materiale per costruire le bombe comprato su e-bay
E gli inquirenti sono risaliti anche ad un account eBay di un user indicato come "ahmad rahimi" che ha acquistato materiale per la costruzione di ordigni esplosivi. Materiale che era stato inviato in un negozio di Perth Amboy, New Jersey, dove si ritiene che Rahami abbia lavorato fino allo scorso 12 settembre.
La moglie negli Emirati Arabi Uniti
Un quaderno pieno di appunti ma intriso di sangue e la coniuge attualmente negli Emirati Arabi Uniti. Sono questi gli elementi su cui gli inquirenti stanno facendo affidamento per ricostruire i fatti che hanno portato Ahmad Khan Rahami a seminare la paura tra New York e New Jersey. E così l'America torna di nuovo a fare i conti con lupi solitari che agiscono ispirandosi al terrorismo internazionale. O almeno così sembra, visto che nessuna organizzazione terrorista ha ancora rivendicato l'accaduto.
L'accusa: utilizzo di armi di distruzione di massa
Mentre si cerca di capire se qualcuno lo abbia aiutato nel costruire le bombe o fosse anche solo a conoscenza del suo piano, sul 28enne nato in Afghanistan ma diventato cittadino americano, ieri sono arrivate accuse pesanti dalla procura di New York, inclusa quella legata all'uso di armi di distruzione di massa. Una mossa simile è attesa in New Jersey. Esse vanno ad aggiungersi a quelle già annunciate e legate allo scontro con gli agenti al momento dell'arresto (tentato omicidio di un poliziotto e porto d'armi illegale). L'annuncio del dipartimento di Giustizia è arrivato nel giorno in cui è emerso che il padre del ragazzo già nel 2014 aveva segnalato il figlio come "terrorista" all'Fbi, che aveva "condotto analisi dei propri database interni, controlli tra agenzie e vari interrogatori" senza però avere trovato alcun legame con il terrorismo. Video of bombing suspect being loaded into ambulance via @ABC7NY https://t.co/RYbSDKC7wi pic.twitter.com/jk441yU43y
Nel suo diario inneggiava a bin Laden
Il quaderno che portava con sé quando è stato catturato fa pensare che Rahami - ancora in un ospedale di Newark, in NJ - trovasse ispirazione in terroristi in Usa e all'estero. Probabilmente il suo scopo era rivendicare quella considerata come una guerra americana contro i musulmani. Quelle pagine sono in gran parte illeggibili ma mostrano come il ragazzo stesse "cercando indicazioni" da persone come il clerico radicale jihadista Anwar al-Awlaki; ciò dimostra che cinque anni dopo la sua uccisione in un attacco voluto in Yemen dal presidente Barack Obama con un drone, al-Awlaki sia ancora fonte di ispirazione soprattutto nell'Occidente anglofono. Tra quelle pagine ormai ricoperte del suo sangue Rahami parlava di "uccidere i non credenti" e diceva di ammirare due delle figure che nell'ultimo anno hanno riportato il terrore in Usa: Syed Rizwan Farook, uno dei due responsabili della sparatoria avvenuta il 2 dicembre 2015 in un centro per disabili di San Bernardino (California) nella quale sono morte 14 persone, e Omar Mateen, il ragazzo che ha trasformato una notte dello scorso giugno in un nightclub di Orlando (Florida) in una tragedia in cui in 49 hanno perso la vita. Rahami citava anche Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev, i due fratelli che con pentole a pressione hanno provocato una forte esplosione vicino al traguardo della maratona di Boston del 2013; in quel caso a morire furono in tre ma i feriti (anche gravissimi) furono 264.
Al vaglio i suoi viaggi all'estero
Gli inquirenti stanno ricostruendo i suoi numerosi viaggi fuori dagli Usa e intanto interrogano la moglie Asia Bibi Rahami, che aveva lasciato la nazione al momento delle esplosioni. Gli Emirati Arabi Uniti hanno comunicato che la donna era in transito nel Paese e che è stata fermata per essere interrogata. Dopo avere parlato all'Fbi, ora può tornare negli Usa dove è attesa in settimana e dove verrà nuovamente messa sotto torchio. Ancora si continua a credere che il 28enne abbia agito da solo ma - vista anche la serie di suo arresti all'attivo - gli investigatori vogliono sentire chiunque conosca il ragazzo. A partire da colei con cui convolò a nozze nel luglio 2011 in Pakistan.