POLITICA
Entro fine anno la quotazione in Borsa di Raiway
Rai, Gubitosi in Vigilanza: "Dopo decreto Irpef, piano industriale dell'azienda non più sostenibile"
Il dg di viale Mazzini annuncia l'intenzione di quotare entro fine anno RaiWay e aggiunge che la revisione del Piano industriale potrebbe portare a una ridefinizione dell'offerta e delle attività della tv pubblica

"La Rai ritiene di poter procedere alla quotazione di Raiway entro la fine dell'anno". Lo ha annunciato il direttore generale della tv pubblica Luigi Gubitosi in audizione in Commissione di Vigilanza. "Il Consiglio di amministrazione - ha proseguito Gubitosi - mi ha dato mandato di rivedere il piano industriale e di avviare soltanto le attività propedeutiche alla cessione di una quota di minoranza di RaiWay. Il Cda si esprimerà sulla finalizzazione dell'operazione relativa a RaiWay soltanto nel prossimo autunno". Ma per Gubitosi non si può parlare di una "svendita", perchè la Rai manterrà il controllo delle quote di maggioranza. "Non sappiamo - ha aggiunto il Dg Rai - quale sara' la valutazione di mercato, si richiede un gran lavoro, con l'approvazione del Cda e del ministero azionista, ma siamo confidenti che si possa fare". "Chiaramente - ha aggiunto Gubitosi - se i mercati cambieranno o le valutazioni non saranno opportune, penseremo a misure alternative, che al momento pero' mi sfuggono".
"Piano industriale da rivedere"
Il dg di viale Mazzini affronta anche il tema del piano industriale che, ha detto in Commissione, "alla luce delle disposizioni del decreto Irpef, non è più sostenibile". Gubitosi ha spiegato che "la relativa revisione non potrà prescindere da una ridefinizione del perimetro del gruppo anche in termini di offerta/attività. Occorrerà parallelamente ridefinire i livelli occupazionali compatibili con il nuovo perimetro". "Il Piano Industriale 2013-2015 - ha spiegato Gubitosi - è stato articolato sui tre cardini dell'eccellenza dell'offerta, della tecnologia di avanguardia e dell'equilibrio economico-finanziario. Per quanto riguarda tale ultimo aspetto, gli obiettivi economici prevedevano il raggiungimento di un risultato operativo positivo nel 2013, un risultato netto in pareggio nel 2014 e un consistente utile nel 2015". Ma, con l'impatto del decreto Irpef, il piano così com'era stato pensato "non è più sostenibile: per evitare di porre in atto azioni estemporanee e disorganiche la relativa revisione non potrà prescindere da una ridefinizione del perimetro del Gruppo Rai anche in termini di offerta/attività" e degli obblighi derivanti dal contratto di servizio (che "andranno commisurati al canone effettivamente percepito"). "Da una prima analisi sugli impatti economici", con le misure previste dal Dl 66 dell'aprile scorso e coinvolgenti anche la Rai in fatto di spending rewiew "si evidenzia una significativa riduzione del capitale sociale Rai", con riflessi da codice civile. E inoltre a fine anno si avrebbe un risultato operativo negativo per 162 milioni, comprensivo dei 150 frutto delle minori competenze da canone". Per il dg, inoltre, c'e' il rischio di non rispettare al 31 dicembre 2014 i rapporti con la governance bancaria, con effetti conseguenti sui conti aziendali.
Renzi: serve una nuova scommessa culturale
In precedenza nel corso della Direzione del Pd anche il premier Matteo Renzi aveva dedicato un passaggio alla questione Rai. "Ho visto le polemiche sulla Rai - ha detto - e c'e' chi ha detto che noi vogliamo distruggerla solo perche' diamo la possibilita' di vendere Raiway o riorganizzare le sedi regionali. La Rai e' quella del maestro Manzi e per questo deve provare ad immaginare una scommessa culturale per il paese".
Le perplessità del presidente della Commissione Fico
Per il presidente della Commissione, Roberto Fico (M5S), le preoccupazioni per la vendita di quote minoritarie di RaiWay "restano tutte". Per Salvatore Margiotta, del Partito democratico, "rivedere le modalita' di riscossione del canone e riorganizzare l'offerta dell'informazione giornalistica, oggi eccessivamente parcellizzata, sono due esempi della possibilita' di ottenere maggiori risorse e maggiore efficienza, senza diminuire la qualita' del servizio pubblico". Maurizio Gasparri (Fi) critica la scelta del governo: "È un grave errore privare la tv pubblica di 150 milioni di euro senza alcuna indicazione strategica".
Le domande dell'Usigrai
"Riduzione del perimetro del Servizio Pubblico e conseguente taglio dell'organico. E' questa la nuova scommessa culturale per la Rai di cui parla il presidente del Consiglio? Perché questo è ciò che ha annunciato oggi il direttore generale della Rai come conseguenza del taglio di 150 milioni". E' quanto si legge in una nota dell'esecutivo Usigrai. "E' questo quello che il governo vuole per la Rai? - chiede ancora il sindacato. "Lo diciamo a governo e Parlamento: ora che le conseguenze vere del decreto sono state chiarite, fermatevi. L'Usigrai caparbiamente continua a dirlo: apriamo subito il confronto e in sessanta giorni facciamo la riforma della Rai, per svilupparla e rilanciarla"
"Piano industriale da rivedere"
Il dg di viale Mazzini affronta anche il tema del piano industriale che, ha detto in Commissione, "alla luce delle disposizioni del decreto Irpef, non è più sostenibile". Gubitosi ha spiegato che "la relativa revisione non potrà prescindere da una ridefinizione del perimetro del gruppo anche in termini di offerta/attività. Occorrerà parallelamente ridefinire i livelli occupazionali compatibili con il nuovo perimetro". "Il Piano Industriale 2013-2015 - ha spiegato Gubitosi - è stato articolato sui tre cardini dell'eccellenza dell'offerta, della tecnologia di avanguardia e dell'equilibrio economico-finanziario. Per quanto riguarda tale ultimo aspetto, gli obiettivi economici prevedevano il raggiungimento di un risultato operativo positivo nel 2013, un risultato netto in pareggio nel 2014 e un consistente utile nel 2015". Ma, con l'impatto del decreto Irpef, il piano così com'era stato pensato "non è più sostenibile: per evitare di porre in atto azioni estemporanee e disorganiche la relativa revisione non potrà prescindere da una ridefinizione del perimetro del Gruppo Rai anche in termini di offerta/attività" e degli obblighi derivanti dal contratto di servizio (che "andranno commisurati al canone effettivamente percepito"). "Da una prima analisi sugli impatti economici", con le misure previste dal Dl 66 dell'aprile scorso e coinvolgenti anche la Rai in fatto di spending rewiew "si evidenzia una significativa riduzione del capitale sociale Rai", con riflessi da codice civile. E inoltre a fine anno si avrebbe un risultato operativo negativo per 162 milioni, comprensivo dei 150 frutto delle minori competenze da canone". Per il dg, inoltre, c'e' il rischio di non rispettare al 31 dicembre 2014 i rapporti con la governance bancaria, con effetti conseguenti sui conti aziendali.
Renzi: serve una nuova scommessa culturale
In precedenza nel corso della Direzione del Pd anche il premier Matteo Renzi aveva dedicato un passaggio alla questione Rai. "Ho visto le polemiche sulla Rai - ha detto - e c'e' chi ha detto che noi vogliamo distruggerla solo perche' diamo la possibilita' di vendere Raiway o riorganizzare le sedi regionali. La Rai e' quella del maestro Manzi e per questo deve provare ad immaginare una scommessa culturale per il paese".
Le perplessità del presidente della Commissione Fico
Per il presidente della Commissione, Roberto Fico (M5S), le preoccupazioni per la vendita di quote minoritarie di RaiWay "restano tutte". Per Salvatore Margiotta, del Partito democratico, "rivedere le modalita' di riscossione del canone e riorganizzare l'offerta dell'informazione giornalistica, oggi eccessivamente parcellizzata, sono due esempi della possibilita' di ottenere maggiori risorse e maggiore efficienza, senza diminuire la qualita' del servizio pubblico". Maurizio Gasparri (Fi) critica la scelta del governo: "È un grave errore privare la tv pubblica di 150 milioni di euro senza alcuna indicazione strategica".
Le domande dell'Usigrai
"Riduzione del perimetro del Servizio Pubblico e conseguente taglio dell'organico. E' questa la nuova scommessa culturale per la Rai di cui parla il presidente del Consiglio? Perché questo è ciò che ha annunciato oggi il direttore generale della Rai come conseguenza del taglio di 150 milioni". E' quanto si legge in una nota dell'esecutivo Usigrai. "E' questo quello che il governo vuole per la Rai? - chiede ancora il sindacato. "Lo diciamo a governo e Parlamento: ora che le conseguenze vere del decreto sono state chiarite, fermatevi. L'Usigrai caparbiamente continua a dirlo: apriamo subito il confronto e in sessanta giorni facciamo la riforma della Rai, per svilupparla e rilanciarla"