POLITICA
L'Ordine dei giornalisti: "Da Airola (M5S) parole indegne, volgarità criminale"
La Rai risponde agli attacchi M5S: "Inaccettabile campagna denigratoria contro direttori Tg"
In un post sul blog di Grillo, a firma Alberto Airola, capogruppo grillino in commissione di Vigilanza, vengono accusati i direttori dei Tg Rai di operare "per un regime informazionale degno della peggiore dittatura sud americana”. L'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai: "Picchiare sull'azienda è un classico intramontabile"

La Rai stigmatizza in un comunicato "l'ennesimo attacco nei confronti dell'informazione e dei Direttori del servizio pubblico. Fatta salva la libertà di critica e le diversità di opinioni - si legge in una nota diffusa da Viale Mazzini - è inaccettabile che un movimento politico prosegua la sua campagna denigratoria nei confronti dell'informazione Rai, che con le sue professionalità, garantisce correttezza, rispetto e pluralismo". In un post sul blog di Grillo, a firma Alberto Airola, capogruppo grillino in commissione di Vigilanza, si accusano infatti i direttori dei Tg Rai di operare "per un regime informazionale degno della peggiore dittatura sud americana”.
A difendere la tv e l'informazione del servizio pubblico anche l'Ordine nazionale dei giornalisti con il presidente Enzo Iacopino che, sul suo profilo Facebook, prende le parti dei colleghi. Il presidente dell'Odg nazionale, definisce di una 'volgarità criminale' alcune affermazioni di Airola: "RAI, PAGHERETE CARO PAGHERETE TUTTO. Chi ha la mia età - scrive Iacopino sul social network - ricorda quanto dolore quello slogan provocò nel nostro Paese. A Torino, la città del senatore del M5S Alberto Airola, i "figli" di quello e altri slogan dei predicatori di odio uccisero l'avvocato Fulvio Croce: era il 28 aprile 1977. Pochi mesi dopo, il 29 novembre, assassinarono il giornalista Carlo Casalegno. Airola - continua il presidente dell'Odg - forse non lo sa: aveva sette anni. È l'unica attenuante che si può riconoscere alla volgarità criminale di alcune sue affermazioni nei confronti della Rai e di alcuni colleghi. Definire le persone "gentaglia", aggiungere che questa "gentaglia pagherà, forse non oggi, ma domani sicuramente" può, purtroppo, fare avere sui media un quarto d'ora di celebrità. Ma è un linguaggio indegno non solo per chi siede nel Parlamento, ma per chi vuole operare nella società.
Anche l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, risponde all'attacco tramite social network sottolineando quanto 'il diritto di critica' sia 'legittimo purché esercitato nelle forme e nei modi opportuni. No all'insulto'.
"L’estate - scrive il sindacato - sta finendo e, come un rito stanco, per riaccendere il dibattito si punta sui “classici intramontabili”. Il picchiare sulla Rai è tra questi. Alla giostra non intendiamo partecipare. E allora, a costo di apparire monotoni, ribadiamo schematicamente i nostri punti fermi:
1- Ciò che richiama alle dittature sudamericane sono le liste di proscrizione, con tanto di foto, e le minacce.
2- Il diritto di critica è legittimo. Purché esercitato nelle forme e nei modi opportuni. L'insulto mai. Sebbene vada molto di moda.
3- Per liberare la Rai dai partiti, dai governi e dalle lobby è necessaria innanzitutto una cosa: presentare disegni di legge di riforma delle fonti di nomina dei vertici e chiederne la calendarizzazione in parlamento.
A chi voglia realmente una Rai nuova, trasparente e meritocratica, offriamo alcune proposte:
1- Costituire un gruppo di lavoro costituito da azionista, vigilanza, azienda e sindacati che in 30 giorni analizzi i bilanci Rai per una operazione verità sui conti e rendere la Rai una casa di vetro.
2- Introdurre la Responsabilità civile dei dirigenti: i danni derivati da cause per demansionamento e sottoutilizzazioni non devono gravare sulle tasche dei cittadini e dei lavoratori, ma devono essere posti a carico dei dirigenti che le hanno determinate".
A difendere la tv e l'informazione del servizio pubblico anche l'Ordine nazionale dei giornalisti con il presidente Enzo Iacopino che, sul suo profilo Facebook, prende le parti dei colleghi. Il presidente dell'Odg nazionale, definisce di una 'volgarità criminale' alcune affermazioni di Airola: "RAI, PAGHERETE CARO PAGHERETE TUTTO. Chi ha la mia età - scrive Iacopino sul social network - ricorda quanto dolore quello slogan provocò nel nostro Paese. A Torino, la città del senatore del M5S Alberto Airola, i "figli" di quello e altri slogan dei predicatori di odio uccisero l'avvocato Fulvio Croce: era il 28 aprile 1977. Pochi mesi dopo, il 29 novembre, assassinarono il giornalista Carlo Casalegno. Airola - continua il presidente dell'Odg - forse non lo sa: aveva sette anni. È l'unica attenuante che si può riconoscere alla volgarità criminale di alcune sue affermazioni nei confronti della Rai e di alcuni colleghi. Definire le persone "gentaglia", aggiungere che questa "gentaglia pagherà, forse non oggi, ma domani sicuramente" può, purtroppo, fare avere sui media un quarto d'ora di celebrità. Ma è un linguaggio indegno non solo per chi siede nel Parlamento, ma per chi vuole operare nella società.
Anche l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, risponde all'attacco tramite social network sottolineando quanto 'il diritto di critica' sia 'legittimo purché esercitato nelle forme e nei modi opportuni. No all'insulto'.
"L’estate - scrive il sindacato - sta finendo e, come un rito stanco, per riaccendere il dibattito si punta sui “classici intramontabili”. Il picchiare sulla Rai è tra questi. Alla giostra non intendiamo partecipare. E allora, a costo di apparire monotoni, ribadiamo schematicamente i nostri punti fermi:
1- Ciò che richiama alle dittature sudamericane sono le liste di proscrizione, con tanto di foto, e le minacce.
2- Il diritto di critica è legittimo. Purché esercitato nelle forme e nei modi opportuni. L'insulto mai. Sebbene vada molto di moda.
3- Per liberare la Rai dai partiti, dai governi e dalle lobby è necessaria innanzitutto una cosa: presentare disegni di legge di riforma delle fonti di nomina dei vertici e chiederne la calendarizzazione in parlamento.
A chi voglia realmente una Rai nuova, trasparente e meritocratica, offriamo alcune proposte:
1- Costituire un gruppo di lavoro costituito da azionista, vigilanza, azienda e sindacati che in 30 giorni analizzi i bilanci Rai per una operazione verità sui conti e rendere la Rai una casa di vetro.
2- Introdurre la Responsabilità civile dei dirigenti: i danni derivati da cause per demansionamento e sottoutilizzazioni non devono gravare sulle tasche dei cittadini e dei lavoratori, ma devono essere posti a carico dei dirigenti che le hanno determinate".