ECONOMIA
Commissione Vigilanza
Rai, la presidente Tarantola: "Dal dl Irpef impatti rilevanti per l'azienda"
Per il presidente della Rai l'unica soluzione è cedere una quota di minoranza di Rai Way per far fronte alla riduzione di 150 milioni di euro. Occorre poi "intervenire su missione, governance e canone"

Il taglio per la Rai di 150 milioni di euro determina "impatti rilevanti per l'azienda". Sono parole del presidente Rai, Anna Maria Tarantola, pronunciate davanti alla commissione di vigilanza e contenute in una lettera, "a firma congiunta con il direttore generale, con cui abbiamo informato l'azionista. La lettera non ha nessun intento polemico - ha specificato Tarantola - è solo una doverosa informazione all'azionista degli effetti del decreto".
Una perdita da 160 milioni
Il presidente quantifica l'impatto del dl Irpef: "Secondo quanto ci è stato riferito dal Direttore Generale, il minore introito da canone di 150 milioni previsto dall'art. 21, si aggiunge a circa 50 milioni di minori ricavi da canone stimati nel 2014". Ecco come si determinerebbe, già da settembre 2014, "una perdita quantificabile in 162 milioni con impatti sul capitale sociale - già esiguo - che a settembre si ridurrebbe di più di un terzo e il mancato rispetto dei covenants bancari a partire da dicembre, con impatto negativo tanto in termini di condizioni, quanto di potenziale accelerazione del rimborso".
La cessione di una quota di Ray Way
Ecco come per Tarantola "nel breve periodo, l'unica soluzione percorribile, per fronteggiare la riduzione di 150 milioni di euro degli introiti da canone senza incorrere nelle previsioni dell'art. 2446 del codice civile (quello sulla riduzione del capitale per perdite, ndr), sia quella di cedere una quota di minoranza di Rai Way". In tal senso, ha aggiunto il presidente, "Il Consiglio ha da subito delegato il direttore Generale, e successivamente anche la sottoscritta, ad avviare le azioni propedeutiche alla predetta operazione, riservandosi di decidere in ordine alla stessa quando si conosceranno compiutamente le condizioni di cessione". Comunque, la presidente assicura che per la quotazione "ci siamo affidati agli advisor sia per il mercato interno che estero. Speriamo di fare le cose fatte bene e di non svenderla. Visti gli obblighi del codice civile, siamo tenuti a mettere in campo tutte le azioni per evitare la perdita".
I conti nel 2012 e gli investimenti
Tarantola parla anche dei conti Rai per il 2012: "Nel luglio del 2012 abbiamo trovato una Rai in sofferenza economica, tecnologicamente ferma, non adeguata al nuovo contesto digitale e con perdita di competitività. Tuttavia, i risultati conseguiti finora sono incoraggianti: il bilancio del 2012 aveva una perdita di 245 milioni di euro, ma nel 2013 abbiamo raggiunto un utile di 5,3 milioni di euro", ha riferito Tarantola. Inoltre la Rai ha effettuato investimenti in tecnologia per "250 milioni di euro" nel 2012-2013. "Il Tg2 e il Tg3 sono già interamente digitalizzati, nei prossimi giorni lo sarà anche il Tg1" ha aggiunto Tarantola, per cui la Rai diventerà una "media company entro il 2016".
"Intervenire su missione, governance e canone"
Inoltre per il presidente, la Rai, come servizio pubblico, ''crea valore'' per ciò che può produrre e fornire. Nello stesso tempo, deve esserci la consapevolezza che per l'azienda radiotelevisiva ormai ''un cambiamento radicale è necessario'' e per questo ''è necessario intervenire sulla missione, sulla governance, sul canone''. Cose che evidentemente ''non sono alla portata della Rai, che è comunque pronta a collaborare''.
Una perdita da 160 milioni
Il presidente quantifica l'impatto del dl Irpef: "Secondo quanto ci è stato riferito dal Direttore Generale, il minore introito da canone di 150 milioni previsto dall'art. 21, si aggiunge a circa 50 milioni di minori ricavi da canone stimati nel 2014". Ecco come si determinerebbe, già da settembre 2014, "una perdita quantificabile in 162 milioni con impatti sul capitale sociale - già esiguo - che a settembre si ridurrebbe di più di un terzo e il mancato rispetto dei covenants bancari a partire da dicembre, con impatto negativo tanto in termini di condizioni, quanto di potenziale accelerazione del rimborso".
La cessione di una quota di Ray Way
Ecco come per Tarantola "nel breve periodo, l'unica soluzione percorribile, per fronteggiare la riduzione di 150 milioni di euro degli introiti da canone senza incorrere nelle previsioni dell'art. 2446 del codice civile (quello sulla riduzione del capitale per perdite, ndr), sia quella di cedere una quota di minoranza di Rai Way". In tal senso, ha aggiunto il presidente, "Il Consiglio ha da subito delegato il direttore Generale, e successivamente anche la sottoscritta, ad avviare le azioni propedeutiche alla predetta operazione, riservandosi di decidere in ordine alla stessa quando si conosceranno compiutamente le condizioni di cessione". Comunque, la presidente assicura che per la quotazione "ci siamo affidati agli advisor sia per il mercato interno che estero. Speriamo di fare le cose fatte bene e di non svenderla. Visti gli obblighi del codice civile, siamo tenuti a mettere in campo tutte le azioni per evitare la perdita".
I conti nel 2012 e gli investimenti
Tarantola parla anche dei conti Rai per il 2012: "Nel luglio del 2012 abbiamo trovato una Rai in sofferenza economica, tecnologicamente ferma, non adeguata al nuovo contesto digitale e con perdita di competitività. Tuttavia, i risultati conseguiti finora sono incoraggianti: il bilancio del 2012 aveva una perdita di 245 milioni di euro, ma nel 2013 abbiamo raggiunto un utile di 5,3 milioni di euro", ha riferito Tarantola. Inoltre la Rai ha effettuato investimenti in tecnologia per "250 milioni di euro" nel 2012-2013. "Il Tg2 e il Tg3 sono già interamente digitalizzati, nei prossimi giorni lo sarà anche il Tg1" ha aggiunto Tarantola, per cui la Rai diventerà una "media company entro il 2016".
"Intervenire su missione, governance e canone"
Inoltre per il presidente, la Rai, come servizio pubblico, ''crea valore'' per ciò che può produrre e fornire. Nello stesso tempo, deve esserci la consapevolezza che per l'azienda radiotelevisiva ormai ''un cambiamento radicale è necessario'' e per questo ''è necessario intervenire sulla missione, sulla governance, sul canone''. Cose che evidentemente ''non sono alla portata della Rai, che è comunque pronta a collaborare''.