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ITALIA

L'accusa è strage aggravata dalle finalità di razzismo

Raid razzista a Macerata, Traini in isolamento in carcere

Una copia del Mein Kampf, una bandiera con la croce celtica e altre pubblicazioni riconducibili all'estrema destra sono stati sequestrati dai Carabinieri a Tolentino, a casa della madre di Luca Traini

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E' in isolamento nel carcere di Montacuto,  lo stesso in cui si trova rinchiuso Innocent Oseghale, il nigeriano 29enne accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro, la ragazza romana il cui cadavere fatto a pezzi è stato trovato chiuso in due trolley.  Sarebbe stato proprio quel brutale omicidio a scatenare la rabbia di Traini, incensurato, un passato di candidato nella Lega, che voleva vendicare la giovane. Oseghale è in isolamento, ma Traini, proprio perché tenuto in una sezione separata, non può entrare in contatto con gli altri detenuti di colore. 

Traini accusato di tentata strage aggravata da finilità di razzismo
Strage aggravata dalle finalità di razzismo è  l'accusa formulata dalla procura di Macerata per il ventottenne Luca Traini arrestato dai Carabinieri per avere ferito a colpi di pistola sei stranieri nella città marchigiana. Al giovane sono stati contestati anche porto abusivo di armi ed altri reati.  I Carabinieri depositeranno domani un'informativa alla procura. I magistrati chiederanno quindi la convalida del provvedimento. 

Nel corso delle ore passate nella caserma dei Carabinieri di Macerata, Traini  apparso lucido e determinato: "non ha mostrato alcun rimorso - sottolineano fonti investigative - per quel che ha fatto, non ha accennato alcun passo indietro n ha mostrato pentimento". Gli investigatori hanno anche accertato definitivamente che non vi era alcun collegamento n tra i feriti e Traini n tra i sei bersagli dell'uomo e Innocent Oseghale, il nigeriano accusato di aver ucciso  fatto a pezzi Pamela. Persone scelte a caso che potevano essere molte di pi: nell'auto dell'uomo, infatti, sono stati trovati molti altri proiettili che non sono stati utilizzati. Nelle prossime ore dovr invece essere chiarito se, come dice un amico di Traini, l'uomo fosse in cura da uno psichiatra.  


Il video della sparatoria
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Morte di Pamela "causa scatenante"
L'omicidio di Pamela  stato la "causa scatenante" per Luca Traini, il giovane che a Macerata ha sparato e ferito sei stranieri. Lo avrebbe affermato lui stesso con gli inquirenti. Dopo essere stato arrestato Traini ha reso ampie dichiarazioni spontanee. Non  è stato quindi formalmente interrogato dai magistrati che potrebbero comunque risentirlo nei prossimi giorni. Tra Traini e Pamela non sono tuttavia emersi rapporti diretti di alcun tipo. 

Mein Kampf sequestrato a casa Traini
Una copia del Mein Kampf, una bandiera con la croce celtica e altre pubblicazioni riconducibili all'estrema destra sono stati sequestrati dai Carabinieri a Tolentino, a casa della madre di Luca Traini. Gli investigatori hanno anche sequestrato i computer dell'uomo per verificare se vi siano elementi utili alle indagini anche se, spiegano, i fatti sembrano abbastanza chiari: Traini avrebbe maturato l'intenzione di compiere la strage negli ultimi giorni, subito dopo l'assassinio di Pamela. 

I sei feriti in condizioni stazionarie
Sono stazionarie le condizioni dei sei feriti del raid xenofobo di Luca Traini, tutti ricoverati all'ospedale di Macerata. Il direttore dell'Area vasta 3 Alessandro Maccioni conferma che il più grave è un nigeriano con una ferita perforante al torace con ematoma epatico. Non  è in pericolo di vita e per il momento non viene ritenuto necessario un intervento chirurgico. Gli altri cinque, di età compresa tra  i 22 e i 33 anni, non hanno lesioni preoccupanti. Una donna, ferita alla spalla sinistra con frattura,  è stata colpita mentre si trovava dinanzi all'ingresso della stazione ferroviaria. Gli altri feriti presentano rispettivamente una lesione vascolare all'avambraccio sinistro, una ferita alla coscia destra, una lesione alla spalla destra e una ferita di striscio ad un gluteo. I feriti sono arrivati all'ospedale in tempi diversi: l'ultimo, un giovane del Mali, intorno alle 15. Il nosocomio era stato messo subito in allarme fin dall'arrivo delle prime notizie delle sparatorie in atto in vari punti della città. Sono stati subito richiamati in servizio il primario e i dirigenti medici del dipartimento emergenza e della chirurgia generale e poi i medici, anestesisti e operatori. Quando ci si  resi conto che i ricoveri stavano aumentando  è stato fatto rientrare tutto il personale dell'emergenza, anestesia, rianimazione e
chirurgia.