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ITALIA

Svolta nell'inchiesta della procura di Verbania ​

Strage funivia Stresa-Mottarone: tre fermi, tra loro il gestore. Prime gravi ammissioni

La pm Bossi parla di "gesto consapevole" nella non rimozione della 'forchetta' che disattiva i freni, per evitare un blocco manutentivo. I medici hanno estubato stamani il piccolo Eitan, l'unico sopravvissuto alla tragedia che ha fatto 14 morti. Attesi altri indagati. Legale, Perocchio nega autorizzazione forchetta 

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Un gesto "consapevole", per ovviare ai problemi tecnici della funivia ed evitarne lo stop. A discapito della sicurezza dei passeggeri. E' un quadro "molto grave e inquietante" quello che emerge dagli accertamenti degli inquirenti sulla tragedia del Mottarone. Tre le persone fermate all'alba di ieri: Luigi Nerini, titolare della società che ha in gestione l'impianto,Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente direttore dell'esercizio e capo servizio della funivia. Sono accusati, inc oncorso tra loro, di omissione dolosa, "articolo 437 del codice penale", precisa il procuratore Olimpia Bossi che, in attesa delle verifiche tecniche sulla fune e dell'intervento dei consulenti esperti, domani chiederà la convalida dei fermi al gip del Tribunale di Verbania. E intanto si riserva "di valutare eventuali posizioni di altre persone".


Sarebbe stato lasciato inserito il dispositivo (il cosiddetto "forchettone") che impedisce il funzionamento del freno di emergenza per evitare un blocco manutentivo.

I tre fermati si trovano nel carcere di Verbania. Per il momento è stato emesso un decreto di fermo che dovrà però essere convalidato, dopo gli interrogatori della notte. I tre si trovano in cella, separati l'uno dall'altro.

Unico superstite di questa tragedia, che ha causato 14 vittime il piccolo Eitan, di 5 anni, ricoverato all'ospedale Regina Elena di Torino, che è stato estubato e ha aperto gli occhi.  

Grande commozione a Malpensa ieri mattina, dove i feretri dei familiari del piccolo, i genitori, il fratellino e i bisnonni sono partiti alla volta di Israele. 

Le ammissioni
"Uno dei fermati ha detto di non aver tolto uno dei dispositivi che inibiscono il freno di emergenza". Così il comandante dei carabinieri di Verbania Roberto Cicognani.

"Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì, sì, lo hanno ammesso", dice l'ufficiale dell'Arma ai microfoni di Buongiorno Regione, su RaiTre. "C'erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio,hanno scelto di lasciare la 'forchetta', che impedisce al freno d'emergenza di entrare in funzione".  "Questi malfunzionamenti andavano avanti da fine aprile e non erano stati risolti" ha aggiunto Cicognani.

Infatti già dalle prime rilevazioni il sistema frenante era apparso manomesso. Era stato utilizzato un dispositivo, un cosiddetto forchettone, per disabilitare i freni di emergenza. Non una dimenticanza, ma una scelta deliberata per evitare continui disservizi e blocchi della funivia. E quando il cavo si è spezzato il freno di emergenza non è entrato in funzione. 

Nel pomeriggio di lunedì i carabinieri di Stresa avevano ascoltato sei dipendenti della società e per un paio di loro la posizione si è inaspettatamente aggravata, tanto da far scattare in serata le prime iscrizioni nel registro degli indagati e quindi le manette. La manutenzione dell'impianto, ossia "i controlli giornalieri e settimanali previsti dal regolamento e dal manuale d'uso" dell'impianto spetta alle Ferrovie del Mottarone, società di proprietà di Nerini e i tecnici che lavorano per garantire la sicurezza sono i primi a finire nel mirino degli inquirenti dopo l'incidente.

Trovato secondo forchettone
È stato trovato il secondo 'forchettone' che, secondo quanto si apprende, bloccava il freno di emergenza della funivia del Mottarone. Questa mattina erano in corso i sopralluoghi perché uno dei due 'forchettoni', al centro dell'inchiesta, non era stato rinvenuto. Il ritrovamento è stato confermato dai carabinieri di Verbania.

Pm Verbania: "Un gesto materialmente consapevole"
A disporre il fermo dei tre è stato il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, che con il pm Laura Carrera coordinano le indagini dei carabinieri. 

L'analisi dei reperti ha permesso agli inquirenti che indagano sull'incidente alla funivia del Mottarone di accertare che "la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso", ha spiegato il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, secondo cui il 'forchettone', ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainane, non è stato rimosso per "evitare disservizi e blocchi della funivia. Il sistema presentava delle anomalie e avrebbe necessitato un intervento più radicale con un blocco se non prolungato consistente". 

 

Eitan estubato, ha aperto gli occhi
"Poco fa il bambino è stato estubato, per un momento ha ripreso conoscenza, ha aperto gli occhi e ha trovato di fronte a se un viso conosciuto, quello della zia". Così il direttore generale della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle sulle condizioni di salute di Eitan, il bimbo di origine israeliana unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. 

"Il risveglio è proseguito - ha aggiunto il dirigente - poco fa il bambino è stato estubato, per un momento ha ripreso conoscenza e come potete immaginare, essendo ancora sedato dai farmaci, è  un po' intontito dagli anestetici che ha in corpo. Al suo fianco, oltre agli anestesisti e agli psicologici, è presente la zia. Questa è una fase molto delicata".

E ancora: "La notte è passata tranquilla e conferma la stabilita clinica del bambino, nonostante le condizioni critiche. Il fatto che siamo riusciti a estubarlo è un fatto positivo. Ora aspettiamo che nelle prossime ore si possa risvegliare del tutto, la situazione resta delicata". 

L'inchiesta in corso
Nell’inchiesta della procura di Verbania sono finiti anche tutti i video delle telecamere del sistema di sorveglianza della struttura relativi ai giorni precedenti alla caduta della cabinovia. Nelle immagini a bassa definizione si vede anche l’ultima corsa verso l’alto interrotta a pochi metri dalla vetta quando si è spezzato il cavo trainante e la cabinovia ha ‘scarrellato’ verso il basso a velocità crescente dato che il sistema frenante di sicurezza non è entrato in funzione impedendo alla cabina di restare ancorata ai due cavi portanti. Il malfunzionamento dei freni ha fatto urtare la cabina contro un pilone quindi la cabinovia è precipitata al suolo da circa 20 metri prima di finire la sua corsa diverse decine di metri più a valle contro alcuni tronchi di abete. Oltre ai video di domenica, la procura ha deciso di sequestrare anche i filmati dei giorni prima.

"Le indagini proseguiranno perché dobbiamo individuare il motivo per cui il cavo si è spezzato". Lo ha detto il Comandante dei carabinieri di Verbania Alberto Cicognani spiegando che bisogna capire "perché il cavo si è spezzato, se sia una seconda anomalia o una coincidenza o sia collegato al malfunzionamento, che ha portato alla disabilitazione del freno".

Attesi altri indagati
Potrebbero presto esserci nuovi indagati nell'inchiesta sull'incidente. Lo si apprende in ambienti legali. Dopo i tre fermi di questa notte, gli inquirenti stanno infatti valutando la posizione di altre persone anche in vista della consulenza tecnica che verrà disposta con la forma dell'accertamento irripetibile.

Figlia Zorloni: "Mai nessun perdono"
"Me li avete ammazzati e a questo, mi spiace, non ci sarà mai nessun tipo di perdono": così in una
storia su Instagram ha scritto Angelica Zorloni, primogenita di Vittorio morto insieme alla compagna Elisabetta Persanini e al loro figlio di 5 anni Mattia nella tragedia del Mottarone. La storia - con la foto della famiglia sorridente - è statapostata dopo la notizia dei tre fermi per l'incidente della funivia che ha causato la morte di 14 persone. 

Assessore ai Trasporti del Piemonte: cabina indietro a 100 km orari
"Ci sono due sistemi frenanti che devono agire se purtroppo capita una cosa di questo genere. Se il sistema frenante non si aziona la cabina torna indietro, si calcola lo abbia fatto a oltre cento chilometri orari. In corrispondenza del pilone non dovrebbe esserci stato nessun urto, ma la pendenza che cambia a quella velocità ha fatto da trampolino e la cabina è saltata per aria a centro chilometri orari, facendo un volo di 54 metri, e poi è ancora rotolata per qualche decina di metri". L'assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, ha ricostruito così la dinamica dell'incidente.

L'assessore al Patrimonio, Andrea Tronzano, ha invece precisato in Consiglio regionale che "la proprietà dell'impianto del Mottarone è del Comune di Stresa dal 1997 anche se "la trascrizione non è potuta avvenire perché il Comune non ha prodotto gli atti più volte richiesti". L'assessore ha poi ribadito all'agenzia Ansa: "Noi siamo ancora nella fase di lutto, stiamo ancora pregando per la vita di Eitan, ma i titoli di oggi ci sollecitano a informare il Consiglio prima di tutti: il tema che è emerso in questi giorni merita una risposta".

Fico: fatti inaccettabili, fare luce presto
"Quanto accaduto a Stresa è inaccettabile e sarà necessario fare piena luce, in tempi rapidi, sulle cause di questa tragedia e sulle responsabilità. Come è necessario che le autorità competenti mettano in atto tutte le misure appropriate di prevenzione, controllo e manutenzione rispetto alle condizioni delle infrastrutture, affinché simili tragedie non si ripetano e sia sempre garantita la sicurezza della nostra comunità". Lo ha detto nell'Aula della Camera il presidente della Camera, Roberto Fico.

Camera, in Aula minuto di silenzio ed applauso
L'Aula della Camera ha osservato un minuto di silenzio ed ha tributato un applauso unanime in memoria delle vittime della tragedia del Mottarone. Poco prima, il presidente Fico nel ricordare che "questo terribile incidente ha suscitato sconcerto, dolore profondo e solidarietà in tutto il Paese", ha rivolto "un commosso omaggio alle vittime, nonché l'espressione del più sentito cordoglio ai loro familiari. Voglio inoltre augurare la pronta guarigione al bambino rimasto ferito che nella tragedia ha perso i genitori e il fratellino. Tengo anche a rivolgere un sincero ringraziamento a quanti si sono prodigati nelle difficili operazioni di soccorso".

Legale, Perocchio nega autorizzazione forchetta 
"L'ingegner Perocchio nega categoricamente di aver autorizzato l'utilizzo della cabinovia con i 'forchettoni' inseriti e anche di aver avuto contezza di simile pratica, che lui definisce sucida". Lo dice all'Ansa il legale del direttore d'esercizio della funivia Stresa-Mottarone, l'avv. Andrea Da Prato dopo un incontro. "Nessun operatore di impianti a fune, ha ribadito mio cliente, sarebbe così pazzo di montare su una cabina con le pinze inserite" (ovvero il freno d'emergenza disattivato, ndr.), ha aggiunto l'avvocato.