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Coronavirus

Consiglio dei Ministri

Recovery e Cdm si sdoppiano: lavori fermi, domani nuova seduta

La riunione del Cdm si è conclusa dopo una breve sospensione legata alla notizia della positività della ministra Luciana Lamorgese al Covid. Si riprenderà domani in forma telematica

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E' terminato il Consiglio dei ministri sul Recovery Fund. La riunione si è conclusa dopo una breve sospensione legata alla notizia, piombata a Cdm in corso, della positività della ministra Luciana Lamorgese al Covid. Ora ci si interroga sulle prossime ore, visto che la responsabile dell'Interno era fisicamente presente nella sede del governo. A Palazzo Chigi precisano che tutti i ministri nel corso della riunione indossavano la mascherina e rispettavano le distanze di sicurezza. A quanto si apprende il presidente del consiglio Giuseppe Conte e tutti i ministri presenti oggi al consiglio cui ha partecipato la ministra Luciana Lamorgese, saranno sottoposti a tampone per escludere il contagio.

Dopo la sospensione del Consiglio dei ministri la discussione sul Recovery Fund è rimasta in stand-by. Un decreto ad hoc per la struttura di governance del Recovery Plan sarebbe l'orientamento emerso nel corso della giornata. le norme per definire la cabina di regia dei fondi europei non sarebbero più introdotte come emendamento alla manovra, ma con un provvedimento autonomi. Nelle prossime ore dovrebbe tenersi un preconsiglio per mettere a punto il testo.

Il Cdm
Sul tavolo del Cdm oggi sono stati posti i progetti e la governance del Piano di resilienza e rilancio. Proprio sulla governance, però, Italia viva si era messa di traverso. Alla fine il piano potrebbe essere diviso.

Gentiloni sollecita il piano italiano
Le linee guida del Recovery Fund italiano "sono coerenti con l'impostazione Ue, ma non abbiamo ricevuto ancora il piano. Il governo comincerà a discuterlo oggi a Roma, quindi ci potremo pronunciare su aspetti specifici quando lo riceviamo". Lo ha detto il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, rispondendo alle domande degli eurodeputati. Gentiloni ha precisato che anche molti altri paesi non hanno ancora presentato il piano di ripresa alla Commissione. 

Conte: "Il successo è legato all'apporto di tutti"
Il Piano Nazionale di Ripartenza e resilienza "per dare concretezza ai suoi obiettivi persegue molte linee di azione sulle quali ci sarà il totale impegno del Governo, ma per il cui successo è necessario l'apporto di tutte e di tutti". Lo scrive il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella bozza del Recovery Plan.

"Nella sua ricca articolazione il Piano ha una strategia chiara: il rafforzamento del capitale umano, naturale e sociale del nostro Paese, un principio cardine nella centralità della persona, con la sua libertà, le sue aspirazioni e la sua dignità che va tutelata sempre, nel mondo del lavoro come nella società, e un orizzonte di lungo periodo, come indicato dal nome stesso del programma Europeo: la Nuova Generazione cui dobbiamo guardare perché non abbiamo ereditato la Terra dai nostri padri, ma l'abbiamo presa in prestito dai nostri figli", aggiunge Conte. 

"Fin dall’inizio della pandemia, l’Italia ha compreso prima di altri che l’Europa doveva essere protagonista in questa battaglia, che questa volta poteva e doveva dare una risposta forte e unitaria. Abbiamo insistito perché questa decisione venisse presa, ci abbiamo creduto nonostante più d’uno, anche in Italia, ritenesse assai improbabile un accordo. Il piano finanziario straordinario approvato lo scorso luglio dal Consiglio Europeo è anche il frutto dei nostri sforzi: prevede risorse per 750 miliardi di euro, delle quali 380 a fondo perduto, che saranno raccolti con emissioni di titoli europei, per il 30% con “green bonds”. L’Italia ne sarà il primo beneficiario, con circa 209 miliardi di prestiti e sussidi".

Al lavoro su saldi e governance
Si lavora sul piano di resilienza nazionale, con i saldi del Recovery Plan e la bozza di governance. Il tutto sarà poi portato all'attenzione delle parti sociali, imprese e sindacati, e all'esame del Parlamento.

La bozza
Si prevede la creazione di una struttura di missione a Palazzo Chigi con 6 manager, uno per macroarea. In ognuna di queste aree lavoreranno 15 tecnici che avranno il compito di seguire i progetti che il governo indicherà nel Recovery plan italiano. I capitoli del Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza) che assorbiranno i 209 miliardi stanziati da Bruxelles sono: 1) Innovazione; 2) Transizione ecologica, 3) Infrastrutture e trasporti 4) Istruzione, formazione, ricerca e cultura, 5) Parità sociale di genere e territoriale; 6) Salute.

I progetti da mettere in campo saranno 60, 10 per ogni area, ma digitale e green (da Industria 4.0 all'Ilva fino al superbonus e alla fibra ottica) assorbiranno la metà delle risorse europee. Bruxelles seguirà lo stato di avanzamento dei lavori e i soldi, che arriveranno con piccole tranche ogni sei mesi, andranno spesi entro il 2027. La struttura piramidale con i 6 manager e i 90 tecnici prevede al vertice i ministri economici Roberto Gualtieri, Stefano Patuanelli e il premier Giuseppe Conte.

Questo gruppo di esperti dovrà coordinare e velocizzare il Recovery plan, una struttura chiesta proprio dalla Commissione europea per evitare che il programma resti impantanato nella burocrazia dei ministeri. 

Recovery Plan da 196 miliardi
Ammontano a 196 miliardi le risorse che, nella bozza, il governo metterà per le sei macro aree del piano nazionale di ripresa e resilienza. Alla digitalizzazione e innovazione vanno 48,7 miliardi, all'area verde 74,3 miliardi,27,7 alle infrastrutture. Il capitolo istruzione e ricerca avrà 19,2 miliardi, la parità di genere 17,1. La Sanità 9 miliardi. 

La nuova Europa
Il Pnrr rientra nel programma Next Generation EU, strumento temporaneo pensato per stimolare la ripresa. Si tratta del più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato dall'Ue. Per ricostruire l'Europa dopo la pandemia di Covid verrà stanziato un totale di 1.800 miliardi di euro, l'obiettivo è un'Europa più ecologica, digitale e resiliente.

Settimana di fuoco
Tra Recovery Fund e Mes, quella che si apre promette di essere una settimana infuocata per il governo e per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Le tensioni sulla cabina di regia per il Recovery Fund sono solo l'antipasto del piatto portante e potenzialmente indigesto per la tenuta dell'esecutivo: il voto di mercoledì sulla riforma del Mes. Ad essere contrario alla riforma è buona parte del Movimento 5 Stelle, attraversato da divisioni interne fra il partito rigidamente No-Mes e l'ala governista.