Coronavirus
Palazzo Chigi
Recovery: vertice Draghi-ministri su Pnrr, via libera a interventi per 221,5 miliardi
191,5 miliardi saranno coperti con il Recovery Fund vero e proprio e 30,04 dal Fondo complementare alimentato con deficit. Terminata Conferenza unificata Stato-Regioni-Anci-Upi sul Pnrr

Mentre il Portogallo si attesta come primo Stato membro dell'Ue a presentare il proprio piano di Recovery, l'Italia serra le fila e accelera per rispettare la scadenza di fine mese.
Pnrr, terminata Conferenza unificata Stato-Regioni-Anci-Upi
E' terminata la Conferenza Unificata Stato-Regioni-Anci-Upi con all'ordine del giorno il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).Per il governo erano presenti i ministri Gelmini, Bonetti, Dadone e Patuanelli.
In precedenza, a Palazzo Chigi, si era svolto un incontro sul Recovery plan tra il presidente del Consiglio Mario Draghi, i ministri più coinvolti nel progetto e i capi delegazione dei partiti. La riunione era durata circa due ore. Il Piano dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri oggi, ma la seduta, al momento, non è stata ancora convocata.
Il governo Draghi esce dalla riunione di ieri mattina con un piano che prevede interventi per 221,5 miliardi: i 191,5 miliardi coperti con il Recovery Fund vero e proprio e i 30,04 del Fondo complementare alimentato con deficit.
Oggi è atteso il varo in Consiglio dei ministri. Il passaggio successivo sarà lunedì e martedì della prossima settimana l'appuntamento alle Camere per illustrare il piano prima dell'invio a Bruxelles.
I numeri
Il nuovo Recovery Plan vede confermata la struttura in sei missioni e 16 componenti. Per Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura sono previsti 42,55 miliardi (38,25 per nuovi progetti), per Rivoluzione verde e transizione ecologica 57 (34,6), per Infrastrutture per mobilità sostenibile 25,33 (14,13), per Istruzione e ricerca 31,88 (24,1), per Inclusione e coesione 19,12, per Salute 15,63 (12,65). Cifre che portano al totale di 191,5 miliardi.
Tra i fondi finanziati con le risorse Ue, salta l'intervento da circa 5 miliardi a sostegno dell'operazione cashback per favorire i pagamenti digitali. Trovano invece conferme le principali linee di intervento rispetto al vecchio piano. Come gli incentivi fiscali del piano Transizione 4.0 con 18,5 miliardi e la banda ultralarga che viene ulteriormente ampliata e portata a 5,3 miliardi di cui 4 per progetti nuovi.
La crescita media del Pil nel 2022-26 sarà di 1,4 punti più alta del periodo 2015-2019 e nel 2026 il Pil sarà di 3 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base (senza il Pnrr). Si legge nella bozza del Recovery plan: incrementare la produttività attraverso innovazione, digitalizzazione, investimenti in capitale umano è l'obiettivo del Piano, insieme al sostegno alla ripresa ciclica che dovrà essere "più robusta e più sostenuta".
La governance per il Recovery plan per l'attuazione prevede una responsabilità diretta delle strutture operative coinvolte: ministeri, enti locali e territoriali per "la realizzazione di investimenti e riforme entro i tempi concordati; per la gestione regolare, corretta ed efficace delle risorse". Si legge nella bozza del Piano che prevede anche monitoraggio, rendicontazione e trasparenza "incentrate al ministero dell'Economia che monitora e controlla il progresso nell'attuazione di riforme e investimenti e funge da contatto unico per le comunicazioni con la Commissione europea".
No rendiconto Ue e tempi più lunghi
Nessun obbligo di rendiconto alla Commissione europea e scadenze più lunghe, rispetto al 2026 dell'orizzonte temporale del Recovery plan. E' questa una delle differenze tra il piano di investimenti del governo attraverso il fondo complementare al Pnrr e il Piano nazionale di ripresa e resilienza, indicata in una sintesi sulla bozza del Recovery.
Riforme Giustizia e codice appalti
Due riforme strutturali - giustizia e Pubblica amministrazione - per realizzare le sei missioni in cui si articola il Recovery plan messo a punto dal governo italiano. Sul fronte della giustizia, in particolare, si mira a intervenire sulla "bassa efficienza" che passa dall'eccessiva durata dei processi e dal "forte peso degli arretrati giudiziari". Tra le "riforme abilitanti" da realizzare, "le semplificazioni per la concessione di permessi e autorizzazioni" nonché "interventi sul codice degli appalti". Tra le riforme "settoriali specifiche" vengono poi indicate "nuove regole per la produzione di rinnovabili" e "interventi sul contratto di programma per le Ferrovie".
Orlando: "L'Italia rispetterà i tempi"
''L'Italia rispetterà i tempi, mentre sulla governance è una questione che si sta discutendo in queste ore, proprio per rispettare i tempi''. Lo sottolinea il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in un'intervista a La7. ''Nell'arco di questo fine settimana i nodi andranno sciolti", aggiunge Orlando.
Cingolani: "Progetti e semplificazione"
"Per quel che riguarda gli ingenti, e senza precedenti, fondi messi a disposizione dal Next Generation Eu, per quello che definiamo Recovery plan, "non è facile spendere bene - spiega Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, a Sky - la progettazione è anche un problema tecnico-scientifico, e dobbiamo pensare alla soluzioni giuste, poi dobbiamo pianificare bene, ma serve un modello burocratico che permetta di 'mettere a terra' i progetti, ed è una sfida dura quasi quanto quella del cambiamento climatico, una sfida nella sfida".
Fedriga: "Se non si fa sintesi, si spreca"
Per quanto riguarda il Recovery Fund "il procedimento con il precedente Governo ha coinvolto poco i territori e ora è invece fondamentale mettere a sistema le risorse. Se non facciamo una sintesi, rischiamo di sprecarle". Lo ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, in collegamento con Radio KissKiss.
Pnrr, terminata Conferenza unificata Stato-Regioni-Anci-Upi
E' terminata la Conferenza Unificata Stato-Regioni-Anci-Upi con all'ordine del giorno il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).Per il governo erano presenti i ministri Gelmini, Bonetti, Dadone e Patuanelli.
In precedenza, a Palazzo Chigi, si era svolto un incontro sul Recovery plan tra il presidente del Consiglio Mario Draghi, i ministri più coinvolti nel progetto e i capi delegazione dei partiti. La riunione era durata circa due ore. Il Piano dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri oggi, ma la seduta, al momento, non è stata ancora convocata.
Il governo Draghi esce dalla riunione di ieri mattina con un piano che prevede interventi per 221,5 miliardi: i 191,5 miliardi coperti con il Recovery Fund vero e proprio e i 30,04 del Fondo complementare alimentato con deficit.
Oggi è atteso il varo in Consiglio dei ministri. Il passaggio successivo sarà lunedì e martedì della prossima settimana l'appuntamento alle Camere per illustrare il piano prima dell'invio a Bruxelles.
I numeri
Il nuovo Recovery Plan vede confermata la struttura in sei missioni e 16 componenti. Per Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura sono previsti 42,55 miliardi (38,25 per nuovi progetti), per Rivoluzione verde e transizione ecologica 57 (34,6), per Infrastrutture per mobilità sostenibile 25,33 (14,13), per Istruzione e ricerca 31,88 (24,1), per Inclusione e coesione 19,12, per Salute 15,63 (12,65). Cifre che portano al totale di 191,5 miliardi.
Tra i fondi finanziati con le risorse Ue, salta l'intervento da circa 5 miliardi a sostegno dell'operazione cashback per favorire i pagamenti digitali. Trovano invece conferme le principali linee di intervento rispetto al vecchio piano. Come gli incentivi fiscali del piano Transizione 4.0 con 18,5 miliardi e la banda ultralarga che viene ulteriormente ampliata e portata a 5,3 miliardi di cui 4 per progetti nuovi.
La crescita media del Pil nel 2022-26 sarà di 1,4 punti più alta del periodo 2015-2019 e nel 2026 il Pil sarà di 3 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base (senza il Pnrr). Si legge nella bozza del Recovery plan: incrementare la produttività attraverso innovazione, digitalizzazione, investimenti in capitale umano è l'obiettivo del Piano, insieme al sostegno alla ripresa ciclica che dovrà essere "più robusta e più sostenuta".
La governance per il Recovery plan per l'attuazione prevede una responsabilità diretta delle strutture operative coinvolte: ministeri, enti locali e territoriali per "la realizzazione di investimenti e riforme entro i tempi concordati; per la gestione regolare, corretta ed efficace delle risorse". Si legge nella bozza del Piano che prevede anche monitoraggio, rendicontazione e trasparenza "incentrate al ministero dell'Economia che monitora e controlla il progresso nell'attuazione di riforme e investimenti e funge da contatto unico per le comunicazioni con la Commissione europea".
No rendiconto Ue e tempi più lunghi
Nessun obbligo di rendiconto alla Commissione europea e scadenze più lunghe, rispetto al 2026 dell'orizzonte temporale del Recovery plan. E' questa una delle differenze tra il piano di investimenti del governo attraverso il fondo complementare al Pnrr e il Piano nazionale di ripresa e resilienza, indicata in una sintesi sulla bozza del Recovery.
Riforme Giustizia e codice appalti
Due riforme strutturali - giustizia e Pubblica amministrazione - per realizzare le sei missioni in cui si articola il Recovery plan messo a punto dal governo italiano. Sul fronte della giustizia, in particolare, si mira a intervenire sulla "bassa efficienza" che passa dall'eccessiva durata dei processi e dal "forte peso degli arretrati giudiziari". Tra le "riforme abilitanti" da realizzare, "le semplificazioni per la concessione di permessi e autorizzazioni" nonché "interventi sul codice degli appalti". Tra le riforme "settoriali specifiche" vengono poi indicate "nuove regole per la produzione di rinnovabili" e "interventi sul contratto di programma per le Ferrovie".
Orlando: "L'Italia rispetterà i tempi"
''L'Italia rispetterà i tempi, mentre sulla governance è una questione che si sta discutendo in queste ore, proprio per rispettare i tempi''. Lo sottolinea il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in un'intervista a La7. ''Nell'arco di questo fine settimana i nodi andranno sciolti", aggiunge Orlando.
Cingolani: "Progetti e semplificazione"
"Per quel che riguarda gli ingenti, e senza precedenti, fondi messi a disposizione dal Next Generation Eu, per quello che definiamo Recovery plan, "non è facile spendere bene - spiega Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, a Sky - la progettazione è anche un problema tecnico-scientifico, e dobbiamo pensare alla soluzioni giuste, poi dobbiamo pianificare bene, ma serve un modello burocratico che permetta di 'mettere a terra' i progetti, ed è una sfida dura quasi quanto quella del cambiamento climatico, una sfida nella sfida".
Fedriga: "Se non si fa sintesi, si spreca"
Per quanto riguarda il Recovery Fund "il procedimento con il precedente Governo ha coinvolto poco i territori e ora è invece fondamentale mettere a sistema le risorse. Se non facciamo una sintesi, rischiamo di sprecarle". Lo ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, in collegamento con Radio KissKiss.