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ECONOMIA

Si lavora ad un piano di ristrutturazione del debito greco

Nessuna trattativa con Tsipras. Molto lavoro dietro le quinte

Black out delle comunicazioni tra la Grecia e i creditori. Ma il lavoro continua sottotraccia. Il Fondo Monetario insiste sul taglio del debito e su un nuovo prestito europeo alla Grecia. Varoufakis assicura: me ne vado se vince il si, ma il governo non cadrà e lunedì, comunque vada, qualcuno si siederà a negoziare

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di Luca Gaballo
"C'è un processo democratico, c'è un referendum, non vogliamo interferire." Anche Christine Lagarde, direttore del FMI, dichiara a Reuters che è bene aspettare per vedere un pò di chiarezza in una trattativa troppo complicata e irrimediabilmente compromessa. "Abbiamo ricevuto così tante ultime offerte, prima lanciate, poi sconfessate e poi riadottate che non si capisce più neppure di cosa stiamo discutendo". Ma poi ricorda che la posta in gioco non consente distrazioni. "Abbiamo investito così tante risorse in Grecia, tra tutti i vari soggetti donatori ormai sfioriamo i 400 miliardi di euro", sottinteso... non lasceremo che la situazione ci sfugga di mano. 
Nelle stesse ore sul sito del Fondo Monetario Internazionale appare un documento dedicato alla Grecia firmato "lo staff del Fondo" 

la frase cruciale è questa:
"La priorità del Fondo Monetario rimane aiutare il popolo greco attraverso questo difficile periodo di instabilità economica. Lo staff dell'FMI ritiene che il miglior modo di farlo è attraverso un approccio bilanciato, con la Grecia che intraprende passi per riformare l'economia e i partners europei forniscono un finanziamento addizionale e un alleggerimento del debito." 

In un documento firmato da 13 illustri economisti greci che lavorano nelle più prestigiose università americane si mette in guardia il popolo greco da facili illusioni, il ritorno alla drakma sarebbe letale e porterebbe enormi sofferenze alla popolazione, scrivono gli economisti. Per uscire dalla crisi serve un accordo ma un buon accordo. "Ma cos'è un buon accordo?" si chiedono.  Oltre a riequilibrare il bilancio dello stato e del sistema pensionistico, un buon accordo dovrebbe mettere enfasi sulle riforme microeconomiche, semplificare le procedure per chi vuole creare una impresa in Grecia e ridurre le tasse sulle società, per attrarre investimenti e creare un settore produttivo orientato all'export. Far dimagrire lo stato e avviare le privatizzazioni di trasporti ed energia. Spiegano.

"Infine, un buon accordo deve portare ad una ristrutturazione del debito sovrano nei confronti dei paesi europei e dell'ESM. Tenendo costante il valore nominale il miglior modo di ristrutturare il debito è allungarne la maturità. Se la maturità andrà a 75 anni, e i tassi verranno convertiti da variabili a fissi, il valore attuale netto del debito verrà dimezzato. Un periodo di grazia di almeno 10 anni in cui non si pagheranno interessi potrebbe fornire l'occasione di avviare finalmente un periodo di crescita." 

Ammesso che un consensus per una ristrutturazione del debito greco si stia formando, lo chiede il Fondo Monetario - lo raccomandano la maggior parte degli economisti - questo ricadrebbe solo sui creditori europei perché il Fondo è un creditore Super privilegiato cui è vietato condonare i debiti, in tutto o in parte.

"La crisi con la Grecia non è un problema di soldi" Lo ha detto chiaramente Angela Merkel in parlamento, "ma una questione di principio". Le sue parole fanno pensare che la cancelliera (che dispone di una minoranza di blocco all'interno del Fondo Salva Stati) non sarebbe contraria a mettere sul tavolo la ristrutturazione del debito, qualora le condizioni politiche venissero soddisfatte. Del resto il tempo stringe. Per poter erogare un prestito di emergenza entro il15 luglio, quando va in scadenza la rata dovuta alla BCE che la Grecia non può assolutamente pagare, bisogna ragionare e decidere in fretta.  

Ma con chi? Il controverso ministro Varoufakis ha già detto che in caso di vittoria del SI se ne andrà, ma che il governo non cadrà ma subirà un rimpasto. Quel governo firmerà un patto - ha aggiunto Varoufakis - che io non mi sento di accettare. 

Intanto, sulal spinta del malcontento creato nel paese dal blocco del sistema bancario, la coalizione di governo vacilla. Il giornale ekathimerini scrive che tre deputati del partito Greci Indipendenti  - che sostiene il governo - si sono dissociati dalla linea del governo sul referendum. "quando abbiamo approvato il referendum ci hanno assicurato che non ci sarebbe stata né la chiusura delle banche né il controllo sui capitali", vogliamo che venga ritirato.