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POLITICA

Il voto promosso dai venetisti di Plebiscito.eu

Referendum indipendenza Veneto: 2 milioni di sì

La consultazione online per ottenere l'indipendenza del Veneto dall'Italia ha ottenuto molti consensi, ma non ha valore istituzionale. Il promotore Busato però dal palco di piazza dei Signori ha proclamato "la nascita della Repubblica veneta"

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I sostenitori dell'indipendenza del Veneto (LaPresse - Angelo Emma)
Treviso
Due milioni di sì. Questo il risultato ottenuto dai venetisti di 'Plebiscito.eu' che hanno lanciato online il referendum per ottenere un Veneto indipendente dall'Italia, restaurando in sostanza la Repubblica dei Dogi.

Ci credono sul serio alla separazione da Roma gli indipendentisti guidati da Gianluca Busato, un ex leghista che ha attraversato tutti i movimenti venetisti, e che, dopo il risultato della consultazione online, ha proclamato dal palco di piazza dei Signori "la nascita della Repubblica veneta", dichiarando nello stesso tempo "decaduta la sovranità italiana sul popolo e sul territorio veneto".

I promotori di 'Plebisicito.eu' hanno fornito i dati del referendum, partito domenica 16 marzo e conclusosi ieri. I voti conteggiati sono stati 2.360.235, pari al 73,2% degli aventi diritto al voto in veneto; i sì all'indipendenza due milioni 102.969, pari all'89% dei votanti, i no 257.276 (10,9%). I voti ritenuti 'non validi', 6.615 (0,29%).    

È stata una consultazione virtuale, fatta soprattutto attraverso la rete, oltre che con schede raccolte nei gazebo, e 'voti' telefonici, e perché, Costituzione alla mano, non ha alcun valore formale o istituzionale. L'art. 5 della Carta sancisce che la Repubblica italiana "è una e indivisibile". 

Eppure in Piazza dei Signori nella sera di venerdì si sono radunate circa 4mila persone con bandiere di San Marco, lì era presente anche il fondatore della prima Liga Veneta, Franco Rocchetta, per festeggiare il risultato. Dal palco interventi in dialetto veneto, nessuna presenza di politici di spicco.      

Una proposta di referendum per il Veneto indipendente esiste anche in Consiglio regionale, ferma in prima commissione, dopo che già un comitato di giuristi aveva spiegato che la 'via legale' alla separazione dall'Italia non esiste. La spinta politica di questa nuova iniziativa venetista potrebbe farla arrivare fino in aula. Lo 'strappo', però, sarebbe pericoloso: lo Stato non potrebbe che impugnare davanti alla Consulta un referendum formale di indipendenza; lo stesso Consiglio regionale veneto potrebbe essere commissariato.    

Tuttavia la provocazione degli esponenti di 'Plebiscito.eu' - molti dei quali provenienti da esperienze precedenti come 'Veneto Stato' o il 'Partito nasional Veneto' - è ormai in campo e ha suggestionato perfino i media internazionali, dalla Bbc alle Tv di stato russe, che in hanno lanciato un improbabile parallelo con il referendum svoltosi in Crimea per l'annessione a Mosca.    

La partita della richiesta di autonomia dell'area cerniera del Nordest torna quindi nell'agenda della politica. In Europa però, dove hanno tentato invano di agganciare il referendum Veneto a quello dei popoli di Scozia e Catalogna, agli indipendentisti hanno già detto un chiaro no alla richiesta di "tutelare il diritto all'autodeterminazione" dei veneti.    

Il governatore leghista Luca Zaia ha sostenuto che "il popolo, che va rispettato" e alla stampa estera ha dichiarato che si impegnerà per portare avanti e far votare al Consiglio veneto la proposta di legge formale per l'indizione di un referendum. Sa che ci sono "oggettivi problemi di compatibilità con la Costituzione", ma "il diritto internazionale - ha sottolineato - ci dà ragione sul fronte dell'autodeterminazione e sulla possibilita' di fare il referendum".