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POLITICA

Il premier twitta sul ddl Delrio

Ddl Province a rischio al Senato. Renzi: "Con l'ok a riforma, stop indennità per 3.000 politici"

Il presidente del Consiglio: "Tremila politici smetteranno di ricevere una indennità dagli italiani". Governo bocciato ieri su 2 emendamenti. Stamane le repliche del relatore e del governo. Voto finale previsto per le 18

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Matteo Renzi
Renzi ne parlava da tempo e oggi la sua proposta di riformare le province, il cosiddetto disegno di legge Delrio, sarà votata al Senato. In mattinata si svolgeranno le repliche del relatore e del governo sul testo, mentre la votazione finale sarà nel pomeriggio, intorno alle 18. Per il presidente del Consiglio, se passa la riforma, '3mila politici smetteranno di ricevere l'indennità dagli italiani'. Riflessioni che, come sua abitudine, affida a twitter:




Governo battuto due volte su ddl
Al Senato ieri governo e maggioranza sono andati sotto due volte sul ddl in Commissione Affari Costituzionali. Decisiva l’assenza del senatore Mario Mauro (Per l’Italia). "Un'assenza politica" per esprimere il proprio "dissenso sull'impianto del ddl Delrio" di riforma delle Province. E' questa, secondo quanto viene riferito, la motivazione dell'assenza del senatore. Secondo il parlamentare il ddl avrebbe dei "limiti di costituzionalità" e "i costi non sarebbero affatto diminuiti". Quindi, "al di là del riformismo annunciato dal governo, questo ddl - questa la tesi di Mauro - non produce gli effetti annunciati". Alla fine è comunque arrivato il via libera della Commissione ed il provvedimento è quindi approdato in Aula. La pregiudiziale di costituzionalità presentata da M5S non è passata per soli 4 voti. I sì sono stati 112 e i no 115; c'è stata un'astensione che al Senato vale come voto contrario. Uno scarto molto ridotto che dimostra i mal di pancia presenti nella maggioranza: basti considerare che il governo Renzi conta in teoria su una maggioranza di 169 senatori.

Il testo di riforma
Il disegno di legge Delrio sostanzialmente vuole regolare l'ordinamento delle città metropolitane, svuotare di funzioni le Province e incentivare le unioni e le fusioni di Comuni. Esso è stato ribattezzato lo “svuota Province”, poiché le libererà delle funzioni più pesanti, in attesa di una ridefinizione complessiva dei livelli di governo.