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Coronavirus

Il punto sull'emergenza Covid in Italia

Calano i casi di Covid in Italia, Rezza e Locatelli: "Siamo nella direzione giusta"

Locatelli: "12,31% è il rapporto tamponi-casi, il numero degli accessi alle terapie intensive è 6 a fronte di 120 di una settimana fa". Sullo stop agli impianti sciistici, Rezza: "Sono rischiose le settimane bianche, dobbiamo resistere ancora"

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C'è cauto ottimismo perché diminuiscono i positivi, controbilanciato dai numeri sui decessi. Sappiamo che gli effetti di questa lunga scia si vedranno per diverso tempo". Lo ha detto il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, nel corso della conferenza stampa sulla situazione epidemiologica tenuta nel ministero della Salute insieme al presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli

Le indicazioni giungono dai numeri
"Oggi si registrano 23.232 casi, in leggero aumento rispetto a ieri, ma con 40mila tamponi in più - ha detto Gianni Rezza - purtroppo accompagnati da 853 decessi, il dato più alto della seconda ondata. Oggi 188.659 tamponi ed è diminuita la proporzione di positivi sul totale dei tamponi. Però brutto dato dei decessi, 853, in aumento di 200 rispetto a ieri. Un numero purtroppo alto. Come sappiamo anche quando tendono a diminuire i nuovi casi grazie all'impatto delle misure prese gli indicatori che calano per ultimi sono proprio quelli relativi al sovraccarico delle terapie intensive e al numero dei decessi". 

Locatelli: "Diversi indicatori vanno nella direzione sperata"
"A fronte del dato dei morti, che deve richiamare di andare avanti nella strategia presa, 12,31% è il rapporto tamponi-casi, il numero degli accessi alle terapie intenbsive è 6 a fronte di 120 di una settimana fa, e quello dei ricoveri è 120 in area medica contro 528 di una settimana fa. Quindi gli indicatori vanno nella direnzione sperata".

Vaccini
Quest'anno si sono acquisiti fra 17 e 18 mln di dosi di vaccino antinfluenzale, ma può capitare che le dosi arrivino in modo scaglionato per motivi anche di produzione. Chiaramente c'è stata forte domanda e quindi se le scorte non erano arrivate dappertutto ciò ha portato disagio, ma la campagna sta andando bene e siamo soddisfatti. lo ha detto Gianni Rezza durante la conferenza stampa al ministero della
salute.

Immunità di gregge
"Grosso modo almeno tra 60% e 70% della popolazione dovrebbe essere vaccinata contro il SarsCov2 per ottenere l'immunità di gregge. lo ha detto Gianni Rezza durante la conferenza stampa al ministero della salute. "Ciò vuol dire vaccinare 42 milioni di italiani, ha aggiunto Franco Locatelli, e questa è una grande sfida. Ma ci sarà un progressivo incremento delle dosi di vaccino a partire dal 2021 e avere più di un vaccino è un vantaggio". 

Locatelli: "Non siamo in ritardo sui vaccini"
"Si sente insinuare che ci sia un ritardo e una mancanza di strategia nel piano per la vaccinazione contro il Covid. Niente di più falso. Si sta lavorando in maniera intensiva per il piano vaccini, anche oggi abbiamo tenuto una riunione di due ore. Il paese deve essere chiaramente consapevole che si sta lavorando eccome". 

Locatelli: "La scuola ha un ruolo marginale nei contagi"
"La scuola anche nelle ultime analisi fatte si conferma contribuire in maniera assolutamente marginale alla curva di trasmissione di SarsCov2. La potenzialità di infettare sopra 10 anni è come negli adulti, mentre sotto i 10 anni è minore ma non assente. 

Rezza: "Aprire ora allo sci è rischioso"
Troppo rischioso aprire gli impianti sciistici questo inverno: "Forse è meglio resistere ancora un po'. Senza un lockdown completo siamo riusciti a ridurre la velocità di circolazione del virus. Continuiamo a fare qualche sacrificio".

"Tanta gente ama sciare - ha aggiunto Rezza - e sappiamo che ci sono grandi interessi economici. Ma l'anno scorso tra febbraio e marzo vedemmo molte file agli skilift, e dagli sky resort partirono molte persone infette che tornando a casa alimentarono molti focolai. Per cui quello che si muove intorno allo sciare, le baite, i luoghi chiusi, l'aggregazione, crea situazioni particolarmente rischiose".

"E' vero che c'è bisogno di un coordinamento europeo. Io credo che bisognerà evitare situazioni troppo rischiose, non vorrei che il fatto che guardiamo con ottimismo all'effetto delle misure prese ci portasse a rilassare troppo queste misure con conseguenze che possono essere molto dannose. Abbiamo la speranza che da qua a pochi mesi potremo cominciare a vaccinare sempre più persone, in maniera graduale, riducendo fortemente l'impatto di questa maledetta pandemia". 

Locatelli: "Con i numeri attuali riapertura sci è incompatibile"
"Nessuno sottovaluta l'impatto del blocco dell'attività sciistica, né in termini economici per chi ci lavora e per i territori, né si sottovaluta l'importanza per chi ama questo tipo di sport, però i numeri attuali non rendono compatibile un'ipotesi di riapertura degli impianti. Altrimenti vorrebbe dire esporre il Paese ad una ripresa dei contagi. Su questo fronte serve una concertazione a livello europeo, fondamentale per evitare che quello che non si possa praticare in Italia si faccia in altri Paesi".