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Coronavirus

Grandi manovre in vista del 26 aprile

Riapertura scuola: domani confronto governo-regioni. Sindacati: "No condizioni"

"Con il governo" sul tema della scuola, dobbiamo ancora discutere dei "mezzi di trasporto e orari di ingresso" per gli studenti. Lo ha annunciato il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, a Rainews24

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Dubbi e interrogativi a raffica sulla riapertura delle scuole prevista per il prossimo 26 aprile. Per dissiparne alcuni e ridurre altri, si terrà domani alle 17 un confronto tra il governo e le regioni. 

"Domani avremo un incontro con il governo" sul tema della scuola, per discutere la questione dei "mezzi di trasporto e gli orari di ingresso" per gli studenti. Lo ha annunciato il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, a Rainews24. "Dalle Regioni - ha aggiunto - c'è la massima disponibilità, ma bisogna avere la consapevolezza che limiti fisici come la disponibilità dei mezzi non si possono superare".

Riunione tra ministero Istruzione e sindacati: "Nodi irrisolti"
Si è conclusa la riunione tecnica al Ministero dell'Istruzione (presente il capo di gabinetto di Bianchi, Luigi Fiorentino) con i sindacati della scuola: sul tavolo l'aggiornamento del Protocollo di sicurezza per gli Esami di giugno e le misure da adottare in vista del ritorno alla quasi totale presenza negli istituti da lunedì prossimo.

Il lavoro sul Protocollo per gli Esami è stato avviato e sulla riapertura dal Ministero è stato ribadito che governo e dicastero lavorano da tempo alla ripresa, come dimosrtano gli investimenti nel dl sostegni che ha stanziato 300 mln, il 23 marzo, un mese fa, per le scuole, di cui 150 già distribuiti.

I nodi però, secondo i sindacati, sono ancora tutti da sciogliere: aule sovraffollate, trasporto pubblico locale insufficiente, mascherine non adeguate (i sindacati chiedono le Ffp2, più utili contro le varianti, e non quelle "di comunità"), campagna di vaccinazione dei professori interrotta precocemente.

"Ci troviamo davanti a un atto di volontà politica non supportato da condizioni reali. Prima di decidere la riapertura al 100% in presenza bisogna riprendere subito la campagna di vaccinazione, rinnovare i protocolli di sicurezza, effettuare tracciamenti, anche a campione, valutare i dati dei vaccinati, ancora non disponibili. In caso contrario non c'è alcuna garanzia per studenti e personale scolastico", ha commentato Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil.

"E' stato un incontro che non ha risolto i tanti quesiti posti: permangono le incertezze che abbiamo rappresentato da sempre", ha detto la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, mentre per Pino Turi, segretario Uil Scuola, "per noi così non ci sono le condizioni per riaprire al 100% le scuole. Dal governo c'è solo una valutazione prettamente politica, senza calarsi nella realtà".

Il governo attende (forse domani) un parere del Cts sui protocolli per la riapertura delle classi, prima di varare il decreto legge: mentre vanno avanti i tavoli dei Prefetti sui territori, dopo l'approvazione del dl, che rappresenterà la cornice di riferimento, il Ministero dell'Istruzione accompagnerà, anche con apposite note, l'attività delle scuole, ricordando il quadro di tutte le misure possibili e vigenti.

Sul capitolo trasporto pubblico si riunirà domani alle 17 anche la Conferenza Stato-Regioni: "Ci sarà un confronto con le regioni già in settimana per ribadire il rispetto rigoroso dei protocolli nelle scuole, ma anche nei mezzi pubblici", ha detto ieri la ministra per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini, ricordando che "governo ha stanziato 300 mln per trasporto pubblico locale".

L'incontro con i presidi
Oggi alle 14.30 al Ministero si è svolto un altro incontro, con i presidi: per il presidente dell'Anp, Antonello Giannelli, "è auspicio di tutti il rientro in classe anche di quegli studenti che hanno usufruito maggiormente della ddi, restano sul tappeto molte criticità sulle quali ci esprimiamo da mesi. Parlo, ovviamente del problema dei trasporti pubblici, della necessità di garantire il distanziamento nelle aule, nelle scuole in cui è difficile reperirne di nuove. Si pensi anche, alla luce delle varianti del virus, all'eventualità di aggiornare i protocolli di sicurezza e alla necessità di garantire un tracciamento rapido in caso di contagio o con funzione preventiva".

"Si tratta di criticità note - prosegue - che vanno risolte definitivamente. Già il 75% circa del personale scolastico è stato sottoposto alla prima somministrazione: che si vada avanti e si porti a termine al più presto tale piano a tutela, prima ancora che dei singoli, della collettività. L'ipotesi dei frequenti tamponi salivari - conclude - sarebbe anch'essa auspicabile, fermo restando che siamo consapevoli del fatto che ciò richiederebbe un'organizzazione imponente e complessa''.

In Campania "perplessi per riapertura"
"Come Regione Campania abbiamo sempre avuto una posizione molto prudente e questa improvvisa impennata della riapertura delle scuole a prescindere ci lascia un po' perplessi". Lo ha detto il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, a "Un giorno da pecora" su Rai Radio1. La riapertura delle scuole, ha sottolineato Bonavitacola, "è una materia sulla quale il Governo si è riservato una sua prerogativa normativa e quindi vorremmo evitare contrasti, ne abbiamo spesso e quando possiamo risparmiarcene qualcuno lo facciamo volentieri. Ma non si può aprire così alla carlona, bisogna affrontare soprattutto il tema dei trasporti pubblici".

In Veneto servono 1.000 autobus in più
"Qui bisogna mettere mano al tema delle scuole e dei trasporti perché in Veneto abbiamo 2.700 mezzi schierati per un'apertura al 50 per cento in Dad e in 50 per cento in presenza con la capienza dei mezzi prevista al 50 per cento abbiamo aggiunto 500 autobus dei privati e assunto oltre 230 stewart per la gestione delle code alle fermate". Lo ha sottolineato il presidente del Veneto Luca Zaia nel corso del punto stampa. E Zaia ha lanciato l'allarme: "prevedendo una didattica in presenza da lunedì con gli autobus al 50% in Veneto servirebbero 1.000 autobus in più. Ma, a parte il costo, non ci sono i mezzi sul mercato".

In Emilia Romagna "stiamo facendo tutto il possibile"
"Stiamo facendo tutto il possibile per fare le cose in maniera migliore e più funzionale alle diverse esigenze": lo dice il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. "E' chiaro - ha sottolineato il governatore - che l'apertura al 100 per cento in presenza comporta che c'è un carico maggiore sul trasporto pubblico locale, qualora non si è garantito di poter girare a pieno regime come capienza". Ricordando i nuovi mezzi messi a disposizione per il trasporto pubblico locale, "noi - ha spiegato Bonaccini - abbiamo fatto degli sforzi enormi, forse i più robusti in Italia. Ci auguriamo che tutto possa procedere al meglio con la compatibilità dei mezzi a disposizione, che sono comunque tanti, e confidando anche con un po' di persone, essendo bella stagione, si spostino anche in bicicletta".

Fedriga: "Test salivari aiuterebbero molto"
"L'attività di testing è utile" e il "tampone salivare non prevede operatori sanitari per effettuarlo". Così il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, in collegamento con RaiNews24. Prevedere "un auto-prelevamento del campione da parte dello studente aiuta moltissimo e può permettere di svolgere i test in modo più massivo". Rispetto a questa ipotesi, ha puntualizzato Fedriga, alle Regioni "non sono ancora arrivati i documenti ufficiali del Cts", "ma può essere un'ipotesi maggiormente percorribile rispetto ad altre", come tamponi regolari a tutto il personale e agli studenti. "Questa è una soluzione innovativa che vedo con favore, poi dovremmo fare tutti gli approfondimenti del caso", ha concluso.