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ECONOMIA

Il segretario generale della Cgil sul Jobs Act

Riforma del mercato del lavoro, Camusso: "Documento Pd molto confuso"

Il numero uno della Cgil aggiunge: "Continuano ad esserci più di 40 forme di assunzioni differenti". Poi attacca: "Non c'è un investimento effettivo sul tempo indeterminato"

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Susanna Camusso (Ansa)
Bologna
Susanna Camusso boccia il documento uscito ieri dalla riunione del Partito democratico sulla riforma del mercato del lavoro. "Mi sembra una proposta molto confusa - dice il segretario generale della Cgil a Bologna al congresso dell'Ires- non netta dei contorni rispetto a cosa si intende fare sul precariato, perché limitando la discussione solo ad alcune forme della collaborazione, in realtà continuano ad esserci più di 40 forme di assunzioni differenti". 

Camusso non usa mezzi termini e attacca direttamente nel merito il contenuto del documento: "Non c'è un investimento effettivo sul tempo indeterminato  e cioè sul cambiamento della qualità del mercato del lavoro, così come ancora non si delineano i contorni della proposta sugli ammortizzatori e se, come abbiamo capito ieri, il tema è il trasferimento delle attuali risorse della deroga agli ammortizzatori, non siamo di fronte ad un'estensione" delle tutele. Infine, ribadisce il segretario, "non condividiamo l'idea che si debba intervenire sull'articolo 18" dello statuto dei lavoratori.

"Il governo - ha promesso Camusso - non pensi che una volta approvata una norma di questo tipo, sia finita la partita: noi continueremo la nostra iniziativa". Ha poi ribadito la volontà di portare avanti iniziative a
seconda del percorso legislativo che verrà introdotto: "Se continua un percorso di legge delega - ha detto -abbiamo davanti una strada che sara' costellata dalla mobilitazione". Anche dopo l'approvazione "perché bisogna fare i decreti attuativi" e poi, ha proseguito, "perché non è che basta cancellare dopodiché si rinuncia". Secondo la leader Cgil, "il terreno delle tutele dei lavoratori rimane un grande tema aldila' dei singoli voti".
 
Per il segretario della Cgil l'articolo 18 "è uno scalpo che proponiamo all'Europa, non che ci viene chiesto dall'Europa". Concetto che camusso esprime "di fronte al fatto che non si è riusciti, non si è potuto o
non si e' voluto cambiare le caratteristiche dei trattati europei" in merito al "rapporto tra deficit e Pil e allo scomputo o meno degli investimenti". Invece, si è scelta "la linea di dire 'diventiamo i più rigorosi riformatori del mercato del lavoro, così magari ci date della flessibilita". Penso che sia questa- conclude Camusso- l'inversione che nel frattempo è avvenuta".

Ieri il numero uno del sindacato aveva definito "vago, indefinito e contraddittorio" l'intervento del premier alla direzione del partito. "Sebbene contenga toni diversi dal passato, sui temi della riforma del mercato del lavoro e sulla revisione della legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori) resta ancora vago, indefinito e contraddittorio, a partire dalle affermazioni sull'articolo 18". Camusso si è detta quindi pronta al confronto ma ribadisce ma conferma la preparazione della manifestazione del 25 ottobre a Roma.