Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/riina-borsellino-citofono-b64b91d9-db1a-4a42-a539-6411fd9ee11f.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Le indagini sulle stragi di mafia

Riina dal carcere: "Borsellino innescò l'autobomba"

Secondo una conversazione intercettata tra il boss e il detenuto Lorusso, il telecomando che ha azionato l'esplosione era nascosto nel citofono della casa di via D'Amelio

Condividi
Bandiere e foto a via D'Amelio
Dalle intercettazioni delle conversazioni in carcere di Totò Riina emerge che il telecomando usato per la strage in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino sarebbe stato piazzato nel citofono dell'abitazione della madre del giudice. Il boss l'avrebbe confidato al detenuto Alberto Lo Russo. Dalle conversazioni fra Riina e Lorusso, molto confuse e difficili da decrittare, non si capisce se l'esplosione dell'autobomba che uccise Borsellino e gli agenti della scorta sia stata provocata dallo stesso magistrato, citofonando all'appartamento della madre, o se ad azionare il congegno, piazzato nel citofono, sia stato, come ritenevano gli investigatori, il boss Giuseppe Graviano nascosto a poca distanza. Nessun pentito ha mai chiarito, finora, chi abbia azionato il telecomando usato per l'eccidio di via D'Amelio.

Un mistero lungo 22 anni
Ora i pm di Caltanissetta che hanno riaperto le indagini sulla strage stanno cercando di verificare le ultime rivelazioni di Riina anche se, a distanza di 22 anni, sarà molto complesso riuscire a venire a capo del mistero.