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POLITICA

Riforma elettorale

Rosatellum, il governo pone la questione di fiducia al Senato. Insorgono la sinistra e M5s

Mdp vota contro e i capigruppo di Camera e Senato salgono al Quirinale per comunicare al presidente Mattarella l'uscita della forza politica dalla maggioranza. Le opposizioni protestano in Aula. Il voto finale al provvedimento è atteso per domani. Protesta in piazza il Comitato di coordinamento per la democrazia costituente

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Il governo ha posto la questione di fiducia sulla legge elettorale. Lo ha annunciato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro. La fiducia sarà chiesta su 5 dei 6 articoli del Rosatellum bis. L'aula del Senato ha respinto le questioni pregiudiziali presentate da M5s, Mdp e Sinistra italiana. Il voto si è svolto per alzata di mano.

Negato il voto segreto
Pietro Grasso ha negato il voto segreto, richiesto da Si e da M5s, sulle pregiudiziali e sulla questione sospensiva. Tanto Si, con Loredana De Petris, che M5s, con Vito Crimi e Giovanni Endrizzi, avevano chiesto di votare a scrutinio segreto solo la parte dei rispettivi documenti che riguarda le minoranze linguistiche, materia per la quale il Regolamento del Senato autorizza il voto segreto. Ironico Karl Zelelr: "Grazie colleghi di M5s per l'attenzione alle minoranze linguistiche. Tutti gli emendamenti di M5s sono  volti a discriminare le minoranze linguistiche, e non a tutelarle". 

Mdp al Colle da Mattarella: noi fuori dalla maggioranza 
I capigruppo alla Camera e al Senato di Mdp Art.1 Francesco Laforgia e Cecilia Guerra sono andati nel pomeriggio di ieri al Quirinale per annunciare a Mattarella che la forza politica che rappresentano non fa più parte della maggioranza. Lo si apprende da fonti parlamentari di Palazzo Madama.

Oggi la prima fiducia
L'Aula del Senato inizierà da oggi alle 14 a votare le cinque questioni di fiducia poste dal governo sulla legge elettorale. Le 'chiame' si succederanno per tutta la seduta, fino alla mattinata di domani, giovedì 24, quando è atteso entro le 12 il via libera definitivo al provvedimento. Da ieri sera l'Assemblea è impegnata nella discussione generale sul testo.



Proteste in Aula dei contrari
Ci sono state proteste dei senatori M5s che si sono bendati e di altri gruppi di opposizione, mentre è stato annunciato da Maria Cecilia Guerra che Mdp voterà contro la fiducia e che il movimento esce dalla maggioranza.  "Ora avremo 10-12 ore di discussione generale, poi i 5 voti di fiducia che sono stati richiesti. È una pagina tristissima della nostra Repubblica, per la prima volta una legge elettorale è stata approvata con la fiducia sia alla Camera che al Senato. Voteremo contro queste fiducie e come Mdp usciamo formalmente anche da questa maggioranza", ha detto Guerra di Articolo Uno-Mdp

"È una battaglia condotta da farabutti con modalità che non hanno niente di democratico e abbiamo dovuto utilizzare mezzi non democratici", ha detto Vito Crimi di M5s dal palco allestito davanti al Senato. "La collega De Petris - ha spiegato - ha occupato la poltrona del Presidente cercando di ritardare il rientro in aula. Adesso con i 5 stelle abbiamo occupato i banchi del governo. Quello che hanno fatto oggi è molto più di una forzatura perché hanno chiesto la fiducia prima della discussione generale".

I partiti favorevoli alla riforma
"Giovedì Forza Italia voterà convintamente la legge", ha detto invece il presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani. Anche il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, si è detto favorevole alla legge. A margine della presentazione del libro del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, Salvini ha affermato:  "La fiducia posta al Senato sulla legge elettorale? Speriamo che passi, prima c'è la legge, prima si vota". 

Renzi: fiducia legittima, il resto sono chiacchiere
"Mettere la fiducia è un atto assolutamente legittimo e questa legge elettorale permetterà ai cittadini di scegliere i parlamentari. Il resto è discussione autoreferenziale e lontana dai problemi delle persone", dice il segretario del Pd  interpellato a bordo del treno Dem. "Siamo lontani centinaia di chilometri dal chiacchiericcio della politica romana. Mi sto occupando di cose concrete", sottolinea Matteo Renzi.