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POLITICA

La crisi del partito

Pd, Rosato: ruolo Renzi non è in discussione ma Gentiloni è nome spendibile

Emiliano: Renzi ci stupisca e accetti una leadership diversa per il centrosinistra. Franceschini lancia un appello alla ragione 

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"Abbiamo bisogno dell'alleanza più ampia possibile, con un programma concordato. Abbiamo Paolo Gentiloni che oggi è a Palazzo Chigi ed è un nome spendibile. Ce ne sono tanti di nomi spendibili e Renzi lo ha detto chiaramente a Napoli: lavoro per portare il Pd a Palazzo Chigi e non per portare Matteo Renzi". Lo ha detto Ettore Rosato a Radio Anch'io, su Radio Uno. "Il fatto che tutti identifichino Renzi come avversario dimostra che il suo ruolo non è in discussione” ha precisato Rosato.   Sul risultato elettorale in Sicilia, ha aggiunto: "Il Pd ha preso esattamente gli stessi voti dell'altra" tornata elettorale siciliana. "Ma i Cinque Stelle sono aumentati e il centrodestra, che l'altra volta si è presentato diviso, questa volta si è presentato unito perdendo anche dei voti. L'Udc questa volta ha preso il 7 per cento e si è presentato con Musumeci. L'altra volta si e' presentato con il centrosinistra portando il 10 per cento" a Rosario Crocetta. "Purtroppo la politica in Sicilia e' molto, ma molto mobile", ha concluso.  




Franceschini: nessuna resa dei conti

​Quanto a un’eventuale “resa dei conti” all’interno del Pd a gettare acqua sul fuoco ci ha pensato Dario Franceschini che intervistato dal Corriere della Sera ha detto che "Non avrebbe senso una resa dei conti nel Pd che infatti non ci sarà” e lancia un appello "alla ragione" perché, spiega, "credo sia necessario trovare un minimo comun denominatore tra centristi, Pd e sinistra di governo: insieme potremo essere competitivi, divisi saremo colpevoli".   "Sabato ci sarà l'assemblea di Pisapia, poi la Direzione del Pd, infine l'Assemblea di Mdp. Il nodo va sciolto subito, sapendo che abbiamo nelle nostre mani destino del Paese", sottolinea ribadendo che per Palazzo Chigi il Pd "avrà come suo candidato il proprio segretario, come dice lo statuto" mentre "il campo di governo alla sinistra del Pd ne indicherà un altro, mantenendo la sua originalità. Stessa cosa potranno fare i centristi. In questo quadro di competizione, le forze potrebbero essere sommate e non si eliderebbero". E', secondo Franceschini, "un'operazione doverosa: se fino a sei mesi fa siamo stati nello stesso partito, perché non potremmo stare nella stessa alleanza?, "lo so le lacerazioni sono fresche e i rapporti complicati. Ma si può avere per una volta un approccio pragmatico? Il nuovo sistema di voto porta a costruire delle alleanze. Nei trecento collegi uninominali, dove vince chi prende un voto in più degli altri, questo campo non sarebbe competitivo se si presentasse diviso". "Parlo di un'alleanza - conclude Franceschini - non mi rifaccio alle esperienze dell'Ulivo e dell'Unione. Non ci sono le condizioni né il tempo per poter riproporre simili modelli. Ma ognuno con il proprio simbolo e il proprio leader potrebbe collaborare alla costruzione di un'alleanza".

Emiliano: candidato centrosinistra non è per forza Renzi

"Non ci sono i tempi per discutere la leadership nel PD, Renzi deve prendere atto che il suo piano di perdere le elezioni in modo controllato non funziona. Lui deve essere riferimento di una comunita' intera e ci deve riuscire. Ma in ogni caso non c'e' nessun obbligo che il candidato del centrosinistra debba essere Renzi. Credo che lo abbia capito anche lui. Dobbiamo trovare una intesa con le altre forze di centro sinistra, poi un candidato premier lo troviamo altrimenti da sinistra continueranno a dire che con lui l'alleanza non e' possibile". Queste le parole del governatore della Puglia, Michele Emiliano, intervenuto a Circo Massimo, la trasmissione in onda su Radio Capital. "Per Renzi sarebbe durissima, ma siccome ha 42 anni, se mostrasse una tale generosita' verso le ragioni della sua parte politica e si mettesse al servizio della sua coalizione non perderebbe nulla, anzi rafforzerebbe il suo ruolo", conclude.

Parisi: leadership di Renzi non ha alternative

"Non credo che la leadership di Renzi abbia al momento alternative. Perso per strada l'obiettivo che dava forza alla sua leadership direi che  finito piuttosto come Sansone rasato dei capelli nei quali, nel racconto biblico, stava il segreto della sua forza. La condotta sulla legge elettorale, prima il Mattarellum, poi il Mattarellum 2.0, poi il Tedeschellum, e ora il Rosatellum rivendicato come una vittoria del partito, più che una causa delle sue difficoltà ne  il segno più sicuro". Lo dice ad Avvenire l'ex ministro Arturo Parisi, che aggiunge: "Il Rosatellum ha cambiato totalmente lo schema e la logica della competizione. Anche se a soli tre giorni dalla promulgazione della nuova legge elettorale  comprensibile che pochi se ne siano resi conto, nessuno dei termini termini che abbiamo usato nel ventennio passato ha pi il senso di prima. Nè quello di candidato premier - spiega -, n quello di candidato uninominale nel residuo di collegi decisi dalla regola maggioritaria. Ma soprattutto non ha pi lo stesso senso quello di coalizione".    "Quelle della legge Rosato - prosegue - non sono coalizioni per il governo, ma semplici apparentamenti elettorali pensati innanzitutto per massimizzare i seggi conquistati e spartirli tra i partiti apparentati ai dann ai danni degli altri. Sulla scheda l'elettore non trover pi la domanda su chi vuole che guidi il governo del Paese, ma a quale partito delega questa risposta". Con il Rosatellum, osserva quindi, "l'ingovernabilit scontata".    


Faraone: la leadership di Renzi è stata decisa dalle primarie

"Noi abbiamo una leadership che è stata messa in campo non da me, non dal ceto politico o dai notabili, ma dalle elezioni primarie e questa leadership  è di Matteo Renzi. Dopo di che Renzi in maniera generosa ha detto dal primo giorno che non metterà mai se stesso davanti alla costruzione di una coalizione ampia ma noi ci proponiamo, dentro questa coalizione ampia, con una leadership autorevole che c'è ed  quella di Matteo Renzi".    Davide Faraone, sottosegretario alla Salute, intervenuto nella trasmissione 24Mattino su Radio 24.  "Una cosa non accettabile", ha poi concluso Faraone: "il veto nei confronti di un leader scelto da milioni di cittadini e che, tra l'altro, in tutti i sondaggi  stato enormemente il perno del centro sinistra, sinceramente ora accettare ricatti da partiti infinitamente pi piccoli mi sembra eccessivo".