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MONDO

L'annuncio del portavoce di Putin

Cremlino: il gasdotto Nord Stream 2 riequilibrerà i prezzi del gas

Il gasdotto Nord Stream 2  potrebbe entrare in funzione a fine anno.

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Il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, durante il convegno della CGIL organizzato a Genovail 14 settembre ha anticipato che  nel prossimo trimestre la bolletta dell'elettricità potrebbe aumentare del 40%.  Questo rincaro, già in atto da mesi, non riguarda solo l'Italia ma diversi paesi europei. La ripresa delle attività, dopo il lockdown per il Covid-19, ha portato ad un conseguente aumento di fabbisogno energetico facendo lievitare i prezzi delle materie prime come il gas naturale che ha fatto registrare un rincaro del 30% solo nel secondo trimestre del 2021.

 Ed oggi, a qualche giorno dal termine della posa dell'ultimo tubo ( il n.200.858) del gasdotto "Nord Stream2"  dal Cremlino arriva la dichiarazione di Dimitry Peskov, portavoce presidenziale:"La messa in servizio tempestiva del Nord Stream 2 equilibrerà  i prezzi del gas naturale in Europa anche sul mercato spot." Al poravoce di Putin è stato anche chiesto se il nuovo record dei prezzi del gas in Europa influenzerà il prezzo del metano in Russia. "Questi processi non hanno nulla a che fare con la Russia" risponde Peskov sottolineando che "i prezzi del gas spot non influenzano quello proveniente dai gasdotti i cui destinatari non sono soggetti a questa alta volatilità perché il prezzo lì è calcolato secondo una formula diversa".

Il gasdotto Nord Stream 2
Dalla posa dell'ultimo tubo ora non resta che collegarlo alla sezione proveniente dalle acque territoriali danesi e posarlo sul fondo del mar Baltico, in acque tedesche.E poi, come afferma la compagnia operatrice, il progetto sarà completato e - secondo ramo del gasdotto che collega Russia e Germania - entrerà in funzione. Entro fine anno
Dopo anni di screzi, minacce e sanzioni, Germania e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo per il completamento del gasdotto. Un via libera sofferto e in gran parte inevitabile, dal momento che l’opera era completata, con non poche difficoltà, al 95%, il più grande impianto offshore d’Europa (1.230 km di condotte poggiate sul fondo del Mar Baltico, per un investimento da 11 miliardi di dollari), che punta a raddoppiare (affiancando la prima linea, la North Stream 1,6 km più corta, già attiva dal 2012) la fornitura di gas naturale russo all’Europa.Le nuove condotte di North Stream 2 partono da Vyborg, a nord di San Pietroburgo e, attraversando le acque territoriali di Russia, Finlandia, Svezia, Danimarca e infine Germania, raggiungono Greifswald, a poca distanza dallo sbocco di Nord Stream 1: da lì i 110 miliardi di metri cubi di metano (55 miliardi l’anno, per ciascuna linea, complessivamente un quarto del fabbisogno dell’intera Ue) raggiungeranno gli hub europei di raffinazione e distribuzione.

L'opposizione dell' Ucraina 
Mosca (assieme a Gazprom, il colosso energetico russo proprietario dell’impianto) ha sempre mostrato tutto l’interesse a concludere l’affare: per ragioni economiche e politiche. Washington e Bruxelles molto meno, preoccupati dalla crescente “dipendenza” energetica di Berlino dalla Russia, paese finito nella black list dell’amministrazione Biden (ma contrari al gasdotto erano stati sia Obama, sia Trump) e sempre più spesso oggetto di sanzioni, per svariati motivi: dalle frequenti violazioni dei diritti umani (i casi Navalny e Skripal, entrambi vittime di un tentato avvelenamento) all’aver minacciato la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. Ed è proprio l’Ucraina (assieme alla Polonia) ad aver reagito con più veemenza alla firma dell’accordo Usa-Germania: della Russia non si fida, dopo l’invasione della Crimea subìta nel 2014. «Questa decisione ha creato una minaccia politica, militare ed energetica per l’Ucraina e l’Europa centrale, aumentando al contempo il potenziale della Russia di destabilizzare la situazione della sicurezza in Europa, perpetuando le divisioni tra gli Stati membri della Nato e dell’Unione europea», hanno dichiarato i ministri degli esteri polacco e ucraino in un dichiarazione congiunta. Peraltro, North Stream 2 potrebbe far svanire quei tre miliardi di dollari di “tasse di transito” via terra che annualmente Kiev incassa da Mosca, in base a un contratto che dovrebbe restare in vigore fino al 2024. Il sì americano, soprattutto per l’Ucraina, è una sconfitta perché di fatto autorizza il by-pass energetico. Una sconfitta che dovrà essere compensata, in termini economici e diplomatici.