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MONDO

​Russiagate. Altra tegola per Trump: accusato di abuso di potere

Caso Stone, il ministro di Giustizia sconfessa l'accusa e chiede una condanna più mite. Si dimettono i procuratori. Stone, vecchio amico di Trump, avrebbe intralciato l'inchiesta del Congresso sul Russiagate e intimidito e minacciato altri testimoni

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Si prospetta un possibile nuovo caso di abuso di potere per Donald Trump dopo un suo ennesimo tweet sul nel caso Roger Stone, un suo amico fin dagli anni '80 e una figura chiave nella campagna nel 2016. Secondo l'accusa, Stone avrebbe intralciato l'inchiesta del Congresso sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali del 2016, e anche intimidito e minacciato altri testimoni chiamati a dire la loro sul russiagate. 

La procura federale aveva chiesto una condanna dai 7 ai 9 anni per l'ex consigliere del presidente, che su Twitter ha commentato: "Questa è una situazione orribile e molto ingiusta. Non possiamo permettere questo aborto di giustizia". 

Dopo il commento di Trump, il Ministero di Giustizia si è attivato e un funzionario ha parlato di pene richieste "eccessive e sproporzionate". Il Ministero, caso rarissimo, ha poi formalmente chiesto al giudice Amy Berman Jackson una riduzione della pena. La sentenza è attesa per il 20 febbraio. 

Oggi tutti i quattro i procuratori federali che seguono il caso Stone hanno abbandonato il processo. Nessuno di loro ha spiegato le ragioni delle dimissioni, ma si è aperta la questione se Trump abbia fatto pressione sul Ministero di Giustizia, spesso considerato dalla dalla Casa Bianca come un mero strumento politico. Donald Trump ha negato qualsiasi intervento, il presidente della commissione intelligence della Camera, Adam Schiff, ha parlato di 'palese' abuso di potere se Trump fosse intervenmuto sul Ministero della Giustizia.