Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/sanita-prossima-ventura-3148891d-a498-422b-bdbd-cc331557a49e.html | rainews/live/ | true
SALUTE

Sanità prossima ventura

Condividi
di Gerardo D’Amico
Lo chiamiamo Sistema Sanitario Nazionale, ma in effetti sono 21 le sanità, tra loro parecchio diverse, con cui hanno la fortuna o spesso l’angoscia di doversi confrontare gli italiani. Asl ed ospedali che funzionano, forniscono prestazioni ad altissimo livello ed in tempi accettabili, fanno pagare ticket sostenibili. Ed altre che no.
E’ il risultato della modifica dell’articolo V della Costituzione di quindici anni fa: prima c’era il Ministero della Sanità che coordinava, a cui tutto afferiva: poi la salute, la sanità, la sua gestione è passata alle Regioni, ed ognuna ha fatto da sé. Coi risultati che si vedono, in giro per il Paese.

Al Ministero della Salute il ruolo, molto residuale, di coordinamento, controllo ed indirizzo: i soldi, e come vengono impiegati, sono affari degli Enti locali.

La sanità è la prima voce di spesa di quasi tutte le regioni, una enorme torta in cui moltissimi affondano le dita, e non sempre per garantire agli assistiti servizi all’altezza: molte storture si stanno raddrizzando, recentissima è la firma di un protocollo che inserisce anche questo settore in quelli monitorati con regole specifiche dell’ANAC, l’Autorità anticorruzione. E la normativa che vuole la rotazione dei dirigenti, l’istituzione di un albo per i direttori generali di ASL ed ospedali, la verifica dei loro risultati sono tutte misure che potrebbero porre un freno ad una deriva che ha visto non sempre i migliori, quelli con più capacità e titoli, a capo di delicati settori a cui affidare la gestione della rete che si occupa della nostra salute.

Ma la sanità italiana è di fronte ad un passaggio epocale: l’attuale strutturazione “ospedalocentrica” è entrata in crisi, con l’avanzare dell’età e soprattutto coi nuovi farmaci.

Persone sempre più anziane non hanno bisogno di una rete per le emergenze ma di accudimento sul territorio, meglio a domicilio. I nuovi ritrovati farmacologici, costosissimi, sono in grado di evitare i ricoveri per moltissime patologie, ma assorbono ingenti risorse.

Dovrà cambiare la nostra mentalità, in ospedale ci dovremo andare sempre più solo per vere emergenze ed interventi chirurgici: e dovremo abituarci a spostarci al Centro di riferimento, spariranno gli ospedali sotto casa. Non è affatto detto che sia un male, la comodità di avere un ospedale a portata di mano non sempre è una garanzia di assistenza di buon livello, soprattutto se quella struttura è troppo piccola, se chi ci lavora non ha attrezzature e soprattutto l’esperienza che deriva dai grandi numeri.

Ma dovrà cambiare mentalità anche chi vede nella salute quella grande torta di cui parlavamo: giù le mani dalla nostra salute, per favore.