ITALIA
La Santa Rita di Milano
Clinica degli orrori, chiesto ergastolo per l'ex primario Brega Massone
I pubblici ministeri: mutilava persino i malati terminali dimostrando di non possedere il senso dell'umana pietà. Richiesta di una condanna al carcere a vita anche per il suo collaboratore Fabio Presicci. Il pm Grazia Pradella si commuove in aula: sono figlia di un medico di base. La sentenza è attesa per fine aprile
Per Pier Paolo Brega Massone, ex primario di chirurgia toracica della Clinica Santa Rita, e per il suo braccio destro Fabio Presicci, i pm di Milano Grazia Pradella e Tiziana Siciliano hanno chiesto l'ergastolo. I due imputati, accusati di quattro omicidi volontari e di 45 lesioni - all'epoca degli arresti, nel 2008 - avevano fatto guadagnare all'istituto l'appellativo di clinica degli orrori. La sentenza è attesa per fine aprile.
Le richieste di condanna
Dopo una requisitoria durata due udienze, il pm Pradella ha chiesto ai giudici della Corte d’Assise per Brega Massone la condanna all’ergastolo e all’isolamento diurno per due anni e sei mesi, e per Presicci l'ergastolo e un anno di isolamento diurno. Per entrambi è stato chiesto di negare le attenuanti generiche, che invece il pm ha chiesto per un altro collaboratore di Brega Massone, Marco Pansera, per il quale ha sollecitato la condanna a 18 anni. Infine, per altri quattro imputati, è arrivata la richiesta per pene comprese tra un anno e due anni e due mesi di carcere.
Le accuse
Brega Massone e Presicci, stando a quanto ricostruito nella requisitoria, non hanno esitato ad eseguire per soldi interventi inutili e con tanto di mutilazione, senza fermarsi nemmeno di fronte a malati terminali, dimostrando di non possedere "il senso dell'umana pietà". Brega Massone davanti alla prima Corte d'Assise di Milano è imputato con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà per le morti di quattro pazienti avvenute nel 2006 e deve rispondere di un'altra quarantina di casi di lesioni e di truffa e falso. Due, invece, gli omicidi contestati a Presicci - in concorso con l'ex primario - mentre Pansera è imputato per la morte di un paziente, sempre in concorso col suo ex capo. A lui, per la sua ''minore esperienza'' professionale, si possono concedere le attenuanti generiche, secondo i pm.
L'altro processo
In un primo processo, fermo all'appello, Brega Massone è stato condannato a 15 anni e mezzo di carcere, Presicci a otto anni e quattro mesi e Pansera a quattro anni e quattro mesi. I tre rispondono di concorso in 79 casi di lesioni, truffa e falso.
Pm: per Brega Massone equazione tra pezzi anatomici dei pazienti e rimborsi
Al centro dell'intervento del pm Grazia Pradella le morti di Giuseppina Vailati,
82 anni, Maria Luisa Scocchetti, 65 anni, Gustavo Dalto, 89 anni, e Antonio Schiavo, 85 anni. Tutti, secondo l'accusa, portati ''sul tavolo operatorio'' senza alcuna giustificazione clinica per interventi ''inutili'' effettuati al solo fine di ''monetizzare'' i rimborsi del sistema sanitario nazionale per la clinica convenzionata. Col risultato che, secondo i pm, quelle operazioni li hanno uccisi. Per Brega Massone valeva, infatti, a detta dei pm, la ''raggelante equazione tra pezzi anatomici del paziente, seno o polmoni che fossero, e rimborsi''. Quei ''pezzi'' che facevano entrare nelle casse della Santa Rita almeno ''11mila euro'' ad intervento.
Le intercettazioni: "Mi hanno bocciato la mammella novantenne"
Tra le intercettazioni tristemente note e rilette, quella del gennaio 2008 in cui l'ex primario diceva: ''Caz.., mi hanno bocciato la mammella novantenne''.
La commozione del pm Pradella: "Mio padre era un medico di base"
In aula il pm Grazia Pradella ha chiesto di essere "perdonata per una certa commozione" spiegandola con un dettaglio della sua storia personale: ''Mio padre era medico di base, io e i miei fratelli siamo cresciuti tra i malati, abituati a vedere la sofferenza e oggi la mia gratitudine va a tutti i medici che ogni giorno affrontano la sofferenza dei loro pazienti''.
Le richieste di condanna
Dopo una requisitoria durata due udienze, il pm Pradella ha chiesto ai giudici della Corte d’Assise per Brega Massone la condanna all’ergastolo e all’isolamento diurno per due anni e sei mesi, e per Presicci l'ergastolo e un anno di isolamento diurno. Per entrambi è stato chiesto di negare le attenuanti generiche, che invece il pm ha chiesto per un altro collaboratore di Brega Massone, Marco Pansera, per il quale ha sollecitato la condanna a 18 anni. Infine, per altri quattro imputati, è arrivata la richiesta per pene comprese tra un anno e due anni e due mesi di carcere.
Le accuse
Brega Massone e Presicci, stando a quanto ricostruito nella requisitoria, non hanno esitato ad eseguire per soldi interventi inutili e con tanto di mutilazione, senza fermarsi nemmeno di fronte a malati terminali, dimostrando di non possedere "il senso dell'umana pietà". Brega Massone davanti alla prima Corte d'Assise di Milano è imputato con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà per le morti di quattro pazienti avvenute nel 2006 e deve rispondere di un'altra quarantina di casi di lesioni e di truffa e falso. Due, invece, gli omicidi contestati a Presicci - in concorso con l'ex primario - mentre Pansera è imputato per la morte di un paziente, sempre in concorso col suo ex capo. A lui, per la sua ''minore esperienza'' professionale, si possono concedere le attenuanti generiche, secondo i pm.
L'altro processo
In un primo processo, fermo all'appello, Brega Massone è stato condannato a 15 anni e mezzo di carcere, Presicci a otto anni e quattro mesi e Pansera a quattro anni e quattro mesi. I tre rispondono di concorso in 79 casi di lesioni, truffa e falso.
Pm: per Brega Massone equazione tra pezzi anatomici dei pazienti e rimborsi
Al centro dell'intervento del pm Grazia Pradella le morti di Giuseppina Vailati,
82 anni, Maria Luisa Scocchetti, 65 anni, Gustavo Dalto, 89 anni, e Antonio Schiavo, 85 anni. Tutti, secondo l'accusa, portati ''sul tavolo operatorio'' senza alcuna giustificazione clinica per interventi ''inutili'' effettuati al solo fine di ''monetizzare'' i rimborsi del sistema sanitario nazionale per la clinica convenzionata. Col risultato che, secondo i pm, quelle operazioni li hanno uccisi. Per Brega Massone valeva, infatti, a detta dei pm, la ''raggelante equazione tra pezzi anatomici del paziente, seno o polmoni che fossero, e rimborsi''. Quei ''pezzi'' che facevano entrare nelle casse della Santa Rita almeno ''11mila euro'' ad intervento.
Le intercettazioni: "Mi hanno bocciato la mammella novantenne"
Tra le intercettazioni tristemente note e rilette, quella del gennaio 2008 in cui l'ex primario diceva: ''Caz.., mi hanno bocciato la mammella novantenne''.
La commozione del pm Pradella: "Mio padre era un medico di base"
In aula il pm Grazia Pradella ha chiesto di essere "perdonata per una certa commozione" spiegandola con un dettaglio della sua storia personale: ''Mio padre era medico di base, io e i miei fratelli siamo cresciuti tra i malati, abituati a vedere la sofferenza e oggi la mia gratitudine va a tutti i medici che ogni giorno affrontano la sofferenza dei loro pazienti''.