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MONDO

Scandalo in Francia

Sarkozy in stato d'accusa va in tv e attacca i magistrati

L'ex presidente in un'intervista: "Vittima di una strumentalizzazione politica". Ma tutto il suo entourage è sotto inchiesta e il ritorno in politica si allontana
 

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Il giorno dopo, Nicolas Sarkozy si dice "scioccato e umiliato" e, in tv, grida alla "strumentalizzazione politica di una parte dei magistrati". Ma lui per primo sa che il suo ritorno in politica è ormai difficile. Dopo quindici ore di stato di fermo, le due magistrate che lo marcano stretto da mesi gli hanno notificato le ipotesi di reato, gravissime. Corruzione, traffico di influenze, violazione di segreto investigativo: reati che valgono dieci anni di carcere. Ma non è soltanto Sarkozy a vacillare sotto i colpi della magistratura, il terremoto ha colpito tutto il sistema di potere che sotto il presidente alfiere della destra neogollista era stato costruito: avvocati, amici, ministri, consiglieri, collaboratori. Tutti travolti da sette inchieste che negli ultimi mesi hanno visto emergere il nome di Sarkozy e accanto a lui una galassia di "eccellenti".

Le inchieste sull'ex presidente
I procedimenti giudiziari che vedono coinvolto l'ex presidente sono nell'ordine: lo scandalo "Karachi", i sondaggi dell'Eliseo commissionati a due società presiedute da consiglieri e senza appalto, il caso Tapie con l'arbitrato del governo che favorì la concessione di quattrocento milioni al miliardario ai danni della banca Credit Lyonnais, il finanziamento della Libia di Gheddafi, le bustarelle della miliardaria Bettencourt, le intercettazioni telefoniche e il caso delle fatture gonfiate per pagare i costi dell'ultima campagna elettorale. In un modo o nell'altro, tutti questi casi sono legati fra loro e nel solo caso dell'ereditiera L'Oreal Sarkozy è stato assolto. Resta in ballo però la sua frenetica attività, anche con l'acquisto di carte sim sotto falsa identità, per sapere che cosa si stava decidendo su di lui nei saloni della Cassazione.

L'accusa di corruzione
Qui è scattata la prima delle tre accuse da parte delle due magistrate Claire Thepaut e Patricia Simon, giudici talmente riservate che i media francesi non hanno a disposizione neppure una loro foto. Sul reato di "corruzione attiva" Sarkozy avrebbe proposto attraverso il suo avvocato Thierry Herzog di intervenire in favore di una promozione del giudice di Cassazione "amico", Gilbert Azibert, che ambiva a una poltrona da magistrato nel Principato di Monaco. Ciò in cambio di informazioni sul caso Bettencourt, in particolare sulle famose agende e sull'uso che la magistratura avrebbe potuto farne nell'ambito di altri casi. Capitolo "traffico di influenze". La seconda ipotesi di reato è strettamente legata alla prima. Riguarda le pressioni che il giudice Azibert, corrotto, potrebbe aver operato nei confronti dei suoi colleghi di Cassazione per favorire Sarkozy.

Il giallo della doppia scheda telefonica
Infine la "ricettazione di violazione di segreto investigativo": Sarkozy ha beneficiato, è stato di fatto l'utilizzatore di un'informazione riservata fornitagli da un poliziotto, da un magistrato o da un avvocato. Uno di questi soggetti gli avrebbe comunicato che lui ed Herzog erano sotto intercettazione. Tanto che l'ex capo dello Stato ha cominciato a utilizzare una nuova carta Sim, sotto il falso nome di Paul Bismuth. Con questa situazione giudiziaria, con alcuni dei principali suoi ministri e collaboratori trascinati nelle varie inchieste sembra arduo sperare di cancellare tutto, anche per un carattere ostinato e spregiudicato come quello di Sarkozy. E sempre nell'ipotesi, tutta da verificare, che da tutti questi procedimenti, l'ex presidente esca sempre scagionato.