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MONDO

Spionaggio internazionale attraverso i cellulari

Scandalo Pegasus, anche Macron e Prodi nella lista degli spiati

L'Eliseo: 'Sarebbe gravissimo'. Nel mirino anche il capo dell'Oms e il leader dem Romano Prodi quando era in lizza come inviato speciale dell'Onu per il Sahel

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Si allarga a macchia d'olio lo scandalo Pegasus: dopo i giornalisti, nella lista dei numeri di telefono da hackerare attraverso lo spyware della israeliana Nso compaiono quelli di ben 14 capi o ex capi di Stato e di governo, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron, il leader dem Romano Prodi e l'ex premier belga Charles Michel, attuale presidente del Consiglio europeo. Tra i nomi delle personalità potenzialmente prese di mira anche quello del direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus.

A rivelarlo sono i 17 media coordinati dal consorzio di giornalismo no profit Forbidden Stories, tra cui Le Monde, il Guardian e il Washington Post.

Dalle ultime rivelazioni emerge come tra i possibili obiettivi dei pirati informatici ci sono almeno tre presidenti e tre capi di governo attualmente in carica, sette ex premier e il sovrano del Marocco. Nel dettaglio, oltre a Macron e a Michel, la lista comprende il leader dem Romano Prodi quando era in lizza come inviato speciale dell'Onu in Sahel, il presidente dell'Iraq Barham Salih, il presidente del Sud Africa Cyril Ramaphosa, il primo ministro del Pakistan Imran Khan, quello dell'Egitto Mostafa Madbouly e quello del Marocco Saad-Eddine El Othmani. 

Il nome dell'ex premier italiano rientra nel gruppo degli oltre 10mila contatti che sarebbero stati usati per lo più dall'intelligence del Marocco contro avversari e contro la rivale Algeria.  Il Washington Post riporta che ieri Prodi è stato contattato al numero che figura nella lista, al quale ha risposto ma che non ha voluto commentare. Il nome di Prodi potrebbe essere legato alla sua nomina, nel 2012, a inviato speciale dell'Onu per il Sahel. Michel, invece, sarebbe stato vittima dello spyware quando era ancora primo ministro del Belgio.

Presenti poi alcuni ex primi ministri, tra cui quello del Libano Saad Hariri e quello dell'Uganda Ruhakana Rugunda. A completare l'elenco anche il re del Marocco Mohammed VI, l'ex presidente del Messico Felipe Calderon e il diplomatico statunitense Robert Malley, ex capo negoziatore al tavolo dell'accordo sul nucleare dell'Iran del luglio del 2005. 

Secondo quanto ricostruito, tra i governi che avrebbero utilizzato il programma  venduto dalla Nso sotto il controllo del governo israeliano ci sarebbero anche quelli di Ungheria, Marocco, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. 

Durissima la reazione dall'Eliseo, dopo che Parigi aveva già annunciato ore prima le nuove rivelazioni l'apertura di una inchiesta sulla vicenda, parlando del caso Pegasus come di "oltraggio alla privacy" condotta da una "associazione criminale". "Se i fatti emersi dovessero essere confermati, sarebbe ovviamente gravissimo", scrive il palazzo del presidente francese, confermando di fatto le indiscrezioni sul possibile spionaggio ai danni di Macron. "Sarà fatta piena luce su queste rivelazioni di stampa", prosegue la nota dell'Eliseo.

Intanto anche Bruxelles ha avviato le sue verifiche sull'uso del software della Nso per azioni di spionaggio, definendo "inaccettabile" quanto emerso. "Il commissario per il Mercato interno Thierry Breton chiederà ai servizi della Commissione Ue di lavorare sulla vicenda", ha detto il responsabile alla Giustizia Ue, Didier Reynders.