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ITALIA

Parla l'ex capo dell'unità di crisi di Costa Crociere

Concordia, Ferrarini: "Schettino decideva in assoluta autonomia"

Udienza al Teatro moderno di Grosseto. "Francesco Schettino - dice Ferrarini - era l'unico a dover prendere decisioni in assoluta autonomia". Poi ancora: voleva che dicessi alle autorità che aveva fatto collissione per un blackout

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Francesco Schettino
Ennesima udienza al Teatro moderno di Grosseto nel processo per il naufragio della Costa Concordia che vede come unico imputato l'ex comandante Schettino. A testimoniare oggi è stato l''ex capo dell'unità di crisi della compagnia di crociere Roberto Ferrarini. "Francesco Schettino - ha detto - era l'unico a dover prendere decisioni "in assoluta autonomia" e indipendentemente anche da eventuali comunicazioni contrarie di Costa Crociere, durante il naufragio. "Il comandante - ha sottolineato Ferrarini - riveste la naturale responsabilità di prendere decisioni in assoluta autonomia per la salvaguardia della vita umana in mare, ed in special modo queste anche contro eventuali istruzioni di chicchessia e anche della compagnia."

Ferrarini ha citato le norme del codice noto come Safety Managemente System. Quanto al suo ruolo, si è definito come "la persona che deve essere contatta dalla nave in caso di crisi e che deve notificare l'apertura della crisi al direttore di crisi e del dpa e altri dipartimenti". Quanto alla modalità delle comunicazioni, Ferrarini ha affermato che "non è facile gestirle, perché non avevamo un presidio permanente in azienda. Gli aspetti iniziali, nella prima mezz'ora, ma anche nella prima ora deve essere gestito tutto per telefono." "Le crisi -ha ribadito- sono gestite necessariamente in prima persona dal comandante, con tutta l'autonomia per prendere le giuste decisioni, ci sono direttive molto chiare."


Il racconto della telefonata tra Ferrarini e Schettino
Il capo dell'Unità di crisi della Costa Crociere ha riferito che in una telefonata effettuata a mezzanotte e ventuno del 13 gennaio 2012, Schettino comunicò di essere stato "costretto" a lasciare la nave. "Alle 00.21 - ha detto Ferrarini - Schettino mi informa di avere avuto una situazione precaria e che è stato costretto ad abbandonare la nave. C'era stato uno sbandamento importante e aveva dovuto prendere la lancia che aveva lì sotto, mi disse di aver raggiunto terra e si trovava su uno scoglio davanti alla nave". Poi, "alle 00.39 schettino mi informa che sulla nave c'erano ancora delle persone e che la nave e' inclinata di 90 gradi". In precedenza, ha ricordato, alle 23.52, "il comandante mi aveva detto della fine dell'abbandono nave per i passeggeri mentre a bordo c'erano ancora dei membri dell'equipaggio". Schettino riferì anche della telefonata fatta dalla Capitaneria di porto in cui gli veniva intimato di tornare a bordo. "Era molto avvilito - ha rammentato Ferrarini - perché aveva ricevuto una telefonata da parte della Capitaneria con cui gli si chiedeva di tornare a bordo e data l'impossibilità fisica di tornare a bordo, disse "ci potrei andare solo con un elicottero", non riusciva a spiegare la situazione. Io lo tranquillizzai, gli dissi di non preoccuparsi e di continuare a fare quello che doveva fare".  

Ferrarini: Schettino voleva che dicessi alle autorità che aveva fatto collisione per un blackout
"Schettino - prosegue Ferrarini - mi propose di dire alle autorità che a causa di un blackout aveva fatto una collisione. Ma io dissentii fortemente, mi arrabbiai. Era una cosa differente e falsa rispetto a quanto mi aveva raccontato prima, e cioè che aveva urtato uno scoglio e che la nave si era allagata": Ferrarini ha rivelato al processo come Schettino gli propose di combinare
insieme una versione dei fatti, diversa dalla realta', da riferire alle autorita' marittime. Una versione che desse la colpa del naufragio a un blackout a bordo cui sarebbe seguita la collisione, e non a un errore di manovra come invece accaduto. "Ricordo di aver reagito abbastanza male - ha anche detto Ferrarini - E ho condiviso la stessa reazione con i colleghi nella sala di crisi" a Genova. In
merito il pm Alessandro Leopizzi ha fatto ascoltare una telefonata tra Schettino e Ferrarini: Schettino, intercettato, parla di blackout, ma si sente che a un certo punto della conversazione - probabilmente per la reazione di Ferrarini - recede dal suo disegno di convincerlo a dare una versione dei fatti alterata.