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ITALIA

Università, oltre 5.000 docenti in sciopero: esami a rischio

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Docenti universitari in sciopero fino al 31 ottobre prossimo. Alla protesta, promossa dal 'Movimento per la dignita' della docenza universitaria' hanno aderito 5.444 professori e ricercatori di 79 Universita' e Enti di Ricerca italiani. Lo sciopero è stato proclamato a giugno dopo un ennesimo incontro al Miur giudicato insoddisfacente dal Movimento che chiede di sbloccare a partire dal primo gennaio 2015 gli avanzamenti di carriera e gli scatti di stipendio congelati dal governo per un quinquiennio, a causa della crisi economica.      

Le modalità dello svolgimento della protesta sono le seguenti: il personale docente si asterrà dal tenere il primo degli appelli degli esami di profitto già programmati per il periodo 28 agosto-31 ottobre per la durata massima di 24 ore. Tutti gli esami corrispondenti verrano di conseguenza spostati all'appello successivo che si terrà regolarmente. In ogni caso, assicurano i docenti, sarà assicurato almeno un appello nell'arco temporale dello sciopero. Nelle sedi in cui i calendari degli esami prevedano un solo appello per gli esami di profitto e questo cada nel periodo dello sciopero, i professori confermeranno la loro astensione ma chiederanno alle strutture degli Atenei di competenza di fissare un appello straordinario dopo il quattordicesimo giorno dalla data del giorno dello sciopero.     

Tutti gli esami di profitto al di fuori del periodo dello sciopero saranno assicurati. "Riteniamo - affermano i docenti - che tali modalita' di parziale astensione dalle prestazioni istituzionali siano nel contempo rispettose del diritto di sciopero garantito costituzionalmente e del diritto degli utenti di avere servizi ridotti ma non annullati".
 
Nel documento redatto dai professori si ribadisce che "i docenti universitari italiani non sono più disposti a farsi delegittimare in tutte le sedi, vedendo la propria dignità messa sempre sotto attacco; a vedersi bloccare gli stipendi con effetti perenni; a vedersi privare delle risorse che consentano al personale in servizio di progredire e ai giovani di accedere alla carriera universitaria; a vedersi negare le risorse per la ricerca che poi si vuole valutare senza averla neanche finanziata; a vedersi sommergere da una burocrazia quasi sempre inutile che sottrae tempo prezioso alla didattica e alla ricerca; a vedersi valutare con metodi discutibili; a vedere il diritto allo studio mortificato; a vivere in un clima di lavoro avvelenato di 'lotta fra poveri'".    

"Se questo sciopero riuscirà - si legge ancora nel documento - avremo la forza per affrontare tutti insieme nuove battaglie per ottenere che l'Università riacquisti il ruolo e la dignità che merita. E senza la necessità di dover ricorrere a un nuovo sciopero dagli esami, al quale ci hanno costretti dopo tre anni di richieste pacate: sarà chiaro a tutti che i docenti Universitari non sono disposti a farsi sopraffare e all'occorrenza sono pronti a mobilitarsi".    "Il nostro Movimento - conclude l'appello, che spiega anche le modalità di adesione alla protesta - ha un obiettivo di lungo termine che è la tutela della Dignità della Docenza Universitaria e un piano pluriennale di richieste di breve e medio termine, con un ben preciso ordine di priorità, già predisposto nel maggio 2016. Come abbiamo fatto per le classi e gli scatti punteremo su obiettivi che riteniamo prioritari, ben definiti, senza chiedere 'di tutto e di più', per non consentire ai Governi di scegliere loro che cosa finanziare e usare criteri da 'lotta fra poveri' per distribuire le risorse".