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POLITICA

Massicci investimenti su tempo pieno e al sud

Scuola. Bianchi: "Senza lezioni in presenza disturbi psicologici accentuati"

I dati negativi della scuola a distanza, ha spiegato, "sono stati l'isolamento che la Dad non è riuscita a surrogare. In presenza si costruiscono i rapporti di affetto e empatia che sono l'elemento fondante della scuola. Ma si è aperto anche forzatamente ad un uso di strumenti che dobbiamo imparare a usare al meglio" ha sottolineato il ministro dell'Istruzione

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Senza la presenza in aula a scuola "ci sono stati disturbi psicologici, disturbi che si sono accentuati. Noi abbiamo sin da subito messo in atto un rapporto strettissimo con la società italiana di psicologia che deve servire a dare gli strumenti ai dirigenti e agli insegnanti per riconoscere subito i segni di un disagio psicologico. Ma sia chiaro, la scuola non è una clinica né può essere la soluzione di tutto, é il tramite di tutto". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, in audizione sulle tematiche legate all'infanzia e all'adolescenza, anche con riguardo alla crisi pandemica da Covid-19, davanti alla commissione parlamentare per l'Infanzia e l'adolescenza. 

"Nelle situazioni di disagio psicologico - ha sottolineato - nulla è peggio di interventi irregolari, di interventi spot: occorrono accompagnamenti continui. Il rapporto con la rete dei servizi sociali è fondamentale, sanitaria e sociale. L'idea di poter agire contestualmente, in equipe continua, tra la scuola (abbiamo su 8.183 plessi scolastici 5.662 che sono in grado di dare un servizio di rilevazione e supporto psicologico), i servizi sanitari e sociali, sono l'elemento per poter garantire interventi non spot e dannosi", ha detto ancora il ministro, per il quale "un'attenzione particolare deve essere data ai ragazzi con disturbi di apprendimento e a quelli che hanno difficoltà psichiche, fisiche continuative. Sono quelli che hanno sofferto di più, a cui bisogna ridare un reinserimento garantito nel tempo. In questa fase dobbiamo evitare e mettere sotto controllo tutte quelle condizioni di uso scriteriato, anche sui social, di pratiche che danneggiano i più deboli", ha concluso Bianchi.

Scuola da ripensare ma non riformare, operazione titanica
La scuola italiana deve essere "più in grado di dare strumenti critici e capacità di vita collettiva. Abbiamo di fronte a noi un'operazione titanica: non riformare la scuola, ma ripensare in profondità gli strumenti che servono a bambini e ragazzi per affrontare situazioni come quella vissuta di recente" aggiunge Bianchi.

"Abbiamo chiarissimo che, in un'epoca come la nostra, la scuola deve essere il luogo in cui sviluppare il senso critico, di appartenenza e comunità. Troppo lungo è stato il periodo in cui la scuola è rimasta al margine di una società che si frammentava e si divideva. La scuola deve essere aperta a tutti e deve essere scuola in cui si costruiscono le capacità di partecipazione alla vita democratica, ma non è sempre così né ovvio. Spesso la scuola è il luogo della divisione: la nostra linea invece è partire fin dalla più tenera età a costruire le condizioni per una effettiva eguaglianza nel Paese".  "La situazione nazionale - ha illustrato il ministro - non ci permette di dire che tutti i bambini vivono nella stessa condizione: abbiamo offerte di servizi molto differenziati tra nord e sud, in particolare per i  nidi, che al Nord sono garantiti quasi per il 46%, mentre al Sud in particolare in sicilia siamo sotto il 5%; nella scuola dell'infanzia abbiamo uguali condizioni. Condizioni non tollerabili. Per le superiori poi - ha proseguito - dobbiamo uscire dalle gabbie del '900, in cui tutto veniva frazionato, messo in linea, un cocktail che dipendeva dalla capacità di fare orari. "È necessario permettere una scuola che vada sempre più verso il tempo pieno - prosegue - una scelta che implicherà proprio massicci investimenti, in particolare al Sud, su mense e palestre". Per fare tutto ciò il Pnrr (Piano nazionale di rilancio e resilienza) è fondamentale - assicura -"per dare almeno il 30% sulla media nazionale di disponibilità di nidi alle famiglie".

"La scuola di oggi non deve semplicemente cumulare le informazioni. Siamo travolti da informazioni. Dobbiamo dare ai nostri ragazzi più strumenti. In questo senso noi leggiamo le Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics), ma non come la sommatoria di matematica, scienze e tecnologia, ma come dotare di strumentazione per cogliere le complessità e utilizzare gli strumenti, accedere ai linguaggi con cui governare gli strumenti. Le Stem non sono solo l'estensione importante del tempo dedicato a materie essenziali, ma sono l'impalco intellettuale che permettono di affrontare le trasformazioni. Per questo ci vogliono più Stem e non sono in alternativa con l'impianto classico", ha sottolineato il ministro.