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Coronavirus

Intervista al presidente del Consiglio

​Scuola, Conte: stiamo lavorando per aprire prima di Natale

"Non è possibile consentire vacanze sulla neve", dice il premier

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"Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale, stiamo lavorando per questo". Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ospite di Lilli Gruber a "Otto e mezzo" su La7.

"Siamo uno stato libero e democratico, non possiamo entrare nelle case e dire quante persone siedono a tavola. Ci saranno limitazioni alle occasioni di socialità in generale: tombolate, feste, queste cose le dobbiamo assolutamente contenere" ha aggiunto Conte. "Vogliamo ridurre le occasioni di socialità ma consentire la tradizione a noi molto cara dello scambio dei doni, il cosiddetto shopping. In questo senso è controproducente limitare gli orari dei negozi. Cercheremo di consentire l'apertura fino a orari che ci permettano di evitare gli assembramenti. Vogliamo far correre l'economia, evitando assembramenti".

E poi: "Con Merkel e Macron in Europa stiamo lavorando ad un protocollo comune europeo. Non è possibile consentire vacanze sulla neve, non possiamo permettercelo". "Non possiamo concederci vacanze indiscriminate sulla neve. Anche per gli impianti da sci, il problema del protocollo è un conto, ma tutto ciò che ruota attorno alle vacanze sulla nave è incontrollabile", ha chiarito Conte.

"Nel terzo trimestre abbiamo avuto un Pil del 16,1% e confido che col sistema di monitoraggio che ci consente interventi ben più circoscritti rispetto al lockdown generalizzato, credo che ci sarà una buona ripresa in questo ultimo trimestre e il prossimo anno. Se continuiamo così l'Italia sarà tra i Paesi che si distingueranno per una maggior resilienza", ha inoltre affermato Conte.

Sul Recovery Plan "non siamo in ritardo", grazie anche al lavoro svolto durante gli Stati Generali, e a breve ci sarà un nuovo confronto tra governo e Parlamento e poi con le parti sociali, ha detto il presidente del Consiglio. "Gli Stati Generali non sono stati una passerella. Abbiamo ascoltato tutti, e poi abbiamo messo a punto le priorità: digitalizzazione, svolta green, investimenti nella filiera dell'educazione. Tutto questo non si fa in un giorno. Non siamo in ritardo: alla luce del lavoro fatto siamo ora in fase di elaborazione dei progetti, contiamo di poter tornare a confrontarci in Parlamento dopo aver fatto un ulteriore passaggio in seno al Giae che è una commissione che raccoglie tutti i ministri, e poi con le parti sociali", ha spiegato.

"Abbiamo tantissime risorse, dobbiamo saperle spendere, abbiamo ingenti risorse nella legge di bilancio, abbiamo i fondi strutturali europei. Non ci mancano le risorse, ma abbiamo la necessità di cambiare passo. È quello che ci chiede l'Europa ed è quello che dobbiamo fare" ha detto il presidente del Consiglio.

"Domani abbiamo un consiglio dei ministri, domani dobbiamo chiudere questa partita" ha quindi affermato Conte, rispondendo alla domanda sul prossimo commissario della sanità in Calabria. Il nome? "Non me lo faccia anticipare. C'è un ministro proponente, un ministro concertante, c'è un Consiglio dei ministri...".

"Ho incontrato Berlusconi solo durante le consultazioni, gli ho parlato due o tre volte, anche durante la sua malattia, quando l'ho chiamato. Non è un questione di cortesia personale, è una questione politica, c'è la disponibilità a un dialogo chiaro e nella distinzione dei ruoli", ha aggiunto il premier. 

Con Mario Draghi "ci siamo sentiti, ci siamo anche visti in una recente occasione", ma "non c'è stata necessità" di chiedergli dei consigli, "non per spocchia o supponenza: mi fido del mio ministro dell'Economia e degli economisti che lavorano al Mef" questa la risposta di Giuseppe Conte.

"Con Donald Trump l'Italia ha collaborato, abbiamo lavorato. Con Biden abbiamo avuto una lunga conversazione, ho colto sensibilità in linea con il progetto politico che stiamo perseguendo e in linea con l'Unione Europea. Credo che il confronto  con l'Unione Europea sarà proficuo" ha proseguito il presidente del Consiglio.