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POLITICA

Renzi potrebbe rivedere Berlusconi

Riforme, si tratta sul Senato

A Palazzo Madama riprende la discussione sul Dl Boschi, da approvare entro l'8 agosto. Se i tempi restano certi, le trattative investono la platea degli elettori del presidente della Repubblica, il numero di firme per la presentazione dei regerendum e le competenze Stato - Regione

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Riforme, si tratta. I tempi al Senato restano contingentati. Si andrà al voto entro l'8 agosto, ma le trattative - guidate dai relatori Anna Finocchiaro (Pd) e Roberto Calderoli (Lega Nord) - sono aperte sui tutti i punti principali del Dl Boschi.

Se quella della eleggibilità dei membri del nuovo Senato resta la principale proposta delle opposizioni, si discute anche della ripartizione delle competenze tra Stato e regioni (Titolo V), delle firme necessarie per la presentazione dei referendum e della platea per l'elezione del presidente della Repubblica. Non è escluso che la discussione possa investire anche l'Italicum - la nuova legge elettorale  votata dalla Camera e non ancora da Palazzo Madama - per la quale da diverse parti si preme per l'introduzione delle preferenze. Si parla di un possibile nuovo incontro tra il premier Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, per rinsaldare il "Patto del Nazareno".

L'accordo tra le principali forze di maggioranza ed opposizione
Ieri, il "Mattinale" - organo del gruppo parlamentare di Forza Italia - invitava Renzi a dialogare con le forze di minoranza. Un confronto che in queste ore si fa sempre più fitto. Palazzo Madama, infatti, subito dopo l'ok al decreto cultura, riprende l'esame del Dl Boschi che, tra stasera e domattina, potrebbe assumere nuovi connotati. A Montecitorio, invece, approda il decreto Madia sulla Pubblica amministrazione. 

Domani voto segreto su proposta riduzione deputati
"Se si arrivasse alla conclusione che il rapporto giusto è quello tra 100 senatori e 500 deputati, la troverei una scelta equilibrata, anche se alla fine quel che conta davvero è la chiarezza di funzioni tra le due Camere''. Con queste parole, il parlamentare Pd Matteo Richetti - tra i più vicini al premier Renzi - apre alle forze di minoranza.  Domani, infatti, Palazzo Madama dovrà esprimersi con voto segreto su una proposta delle opposizioni che sostiene, appunto, la riduzione del numero degli scranni di Montecitorio da 630 a 500. Una misura non contemplata dal cosiddetto Patto del Nazareno, l'accordo stretto tra Pd e Forza Italia sulle riforme, al quale aderiscono anche le altre forze di maggioranza. Con la proposta sulla Camera dei Deputati e l'opportunità del voto segreto, il Movimento 5 Stelle mira a scardinare l'intesa sul Dl Boschi. Beppe Grillo, poi, sarebbe intenzionato a bloccare la trattativa tra i suoi e il Pd sulla legge elettorale.